Antiquarium e zona archeologica di Veleia (PC)
aperti dalle 9 alle 19
biglietto d'ingresso € 2,00
I resti monumentali
del municipium romano di Veleia sono tra i più suggestivi
dell'Italia settentrionale.
Incastonata nelle colline piacentine, in un contesto naturalistico di
assoluto valore, Veleia ruota attorno al proprio foro, la piazza
circondata su tre lati da un portico su cui si aprivano botteghe e
ambienti a destinazione pubblica, che Lucio Lucilio Prisco, uno dei due
massimi magistrati locali, pavimentò con lastre d'arenaria ai tempi
d'Augusto
Il pubblico può passeggiare tra i monumenti onorari e le vetuste
architetture, tra l'edificio termale e i quartieri d’abitazione, e
infine visitare il piccolo Antiquarium che, accanto ai calchi
della Tabula Alimentaria traianea e della Lex de Gallia
Cisalpina, accoglie i reperti che illustrano i momenti più
significativi della storia di Veleia: le sue origini liguri,
l'edificazione dei principali monumenti pubblici, le testimonianze degli
arredi e dello stile di vita delle dimore private, i riti funerari e il
ricordo degli spettacoli gladiatori.
Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto
(BO) e antica città di Kainua
museo aperto dalle 9 alle
18.30 -
area archeologica dalle 8 alle 19
biglietto d'ingresso € 3,00
Ciò
che fa di Marzabotto, l’antica Kainua, una testimonianza unica
nell’ambito della civiltà etrusca è la straordinaria conservazione -
dovuta all’abbandono dei luoghi a partire dall’invasione celtica del
territorio - dell’originale impianto della città, scandito dalle ampie
strade che si incrociano ortogonalmente, suddividendo in modo regolare
lo spazio urbano orientato secondo i canoni dell’etrusca disciplina.
La visita al sito si snoda, sullo sfondo dei calanchi, dai resti
dell’abitato sul vasto pianoro, alle costruzioni sacre dell’acropoli,
alle aree funerarie subito al di fuori della città dei vivi.
Il museo -dedicato a Pompeo Aria, organizzatore del primo nucleo della
collezione- raccoglie le testimonianze, ricche di suggestione, della
vita della città, che prosperò dalla fine del VI alla metà del IV secolo
a.C., con i ricchi corredi delle necropoli, le ricostruzioni di tetti e
degli alzati delle case, le statuette votive in bronzo e la testa di
Kouros, insieme a testimonianze dal territorio circostante (i ricchi
corredi funerari etruschi da Sasso Marconi).
Complesso della Villa Romana di Russi (RA)
aperto dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso 18.30)
biglietto d'ingresso € 2,00
Nato
per lo sfruttamento agricolo della zona nell'antichità, l’insediamento
rustico di Russi é forse il più importante finora noto dell’Italia
settentrionale. Conobbe il massimo splendore tra il I e il II sec. d.C.
quando il complesso fu completamente ristrutturato, anche
scenograficamente, da un proprietario probabilmente arricchitosi
vendendo le eccedenze agricole alla flotta militare romana che,
dall'epoca di Augusto, aveva sede a Ravenna. È in questo periodo che la
villa, gestita da un liberto con mansioni di fattore (procurator)
al comando di un gran numero di schiavi, esce dall’autosufficienza per
diventare una vera a propria macchina produttiva. Le dimensioni della
cucina comune attestano che vi si cucinasse per un gran numero di
persone, quale doveva essere il personale della villa nei momenti di
maggiore impegno come aratura e mietitura (generalmente di cereali) o
raccolta e pigiatura dell'uva.
Il proprietario (dominus) viveva in villa saltuariamente ma il
suo alloggio era comunque lussuoso, con sala da pranzo (triclinium),
stanza per ricevere (tablinum), impianto termale e pavimenti a
mosaico.
Dopo un periodo di decadenza coincidente con l’allontanamento della
flotta militare, la villa è parzialmente rioccupata quando la corte
imperiale si trasferisce a Ravenna (V e il VI sec.) per poi essere
definitivamente abbandonata in epoca medievale.
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