Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
L'ampliamento 2007 dello spazio espositivo
Home - Musei - Museo di Ferrara - Le nuove sale: inaugurazione il 18 giugno 2007

Comunicato stampa

Spetta al vaso forse più noto di Spina, l'onere e l'onore di introdurre il pubblico alla nuova sezione espositiva del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. Il famoso cratere a volute attico a figure rosse dal Pittore di Kleophon, che troneggia altero e singolo nel salone delle Carte Geografiche, è lo straordinario testimonial di ciò che attende i visitatori nelle otto sale attigue: quasi 550 reperti, di cui molti semplicemente unici, che ragioni di spazio ed opportunità avevano finora privato della ribalta della teca.

Cratere a volute attico a figure rosse della Tomba 57C di Valle Pega. Nel registro superiore: sacrificio in onore di Apollo. Nel registro inferiore: danza orgiastica di satiri e menadi forniti di tirso e fiaccole e alcune con nebrls. Pittore di Kleophon, 430 a.C.
Cratere a volute attico a figure rosse della Tomba 57C di Valle Pega. Nel registro superiore: sacrificio in onore di Apollo. Nel registro inferiore: danza orgiastica di satiri e menadi forniti di tirso e fiaccole e alcune con nebrls. Pittore di Kleophon, 430 a.C.

Tesori non esposti ma non certo inediti: la loro fama li precede da quasi un secolo. I vasi attici a figure rosse -tra cui il cratere a volute della tomba 57C di Valle Pega, quello a calice della tomba 313 di Valle Trebba, l’hydria della tomba 325 di Valle Pega del Pittore di Niobidi, l’anfora della tomba 422 di Valle Trebba- o lo strepitoso gruppo di 20 piatti da pesce sono capolavori ampiamente pubblicati, noti agli studiosi di ogni latitudine. Eppure, almeno finora, mai stabilmente esposti. Come fiumi carsici, periodicamente riaffioravano in occasione di mostre tematiche o per esigenze di studio, per poi scomparire di nuovo nei depositi, in attesa di un proprio posto al sole. E finalmente quel giorno è arrivato. Sono occorsi anni per realizzare le opere di carattere strutturale necessarie alla conservazione dell’involucro e al restauro delle sale al piano nobile di un edificio, Palazzo Costabili detto di Ludovico il Moro, che è certamente un gioiello rinascimentale ma proprio per questo non destinato a ospitare un museo, con uffici e laboratori. Lunedì 18 giugno, alle ore 18, il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara raddoppia e, dopo lunghi lavori, apre finalmente al pubblico le sale al piano nobile attigue al salone detto delle Carte Geografiche, con volte e soffitti a cassettoni, camini e stucchi di gusto barocco risalenti alle modifiche settecentesche.
Grazie ai finanziamenti del Gioco del Lotto finalizzati alla completa valorizzazione del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, il pubblico potrà ora godere di otto nuove sale al piano nobile, corrispondenti ad un aumento di oltre 500 mq della superficie espositiva, destinate ad ospitare materiali archeologici provenienti dalle necropoli di Spina.
L’apertura delle nuove sale integra e conclude un progetto museale avviato anni addietro. Anche se l’apparato didattico è minimale, i reperti esposti (al 99% per la prima volta) sono di stupefacente bellezza, alcuni di loro autentiche superstar.

Cratere a calice attico a figure rosse della Tomba 313 di Valle Trebba. Sulla fascia superiore: Gigantomachia. Sulla fascia inferiore: corteggio dionisiaco e Trittolemo sul carro alato. Pittore dei Niobidi, 460 a.C.
Cratere a calice attico a figure rosse della Tomba 313 di Valle Trebba. Sulla fascia superiore: Gigantomachia. Sulla fascia inferiore: corteggio dionisiaco e Trittolemo sul carro alato. Pittore dei Niobidi, 460 a.C.

Con l’apertura di queste otto sale si completa il percorso che conduce il visitatore attraverso la necropoli di Spina. I corredi tombali sono tutti di IV e di III sec. a.C. I materiali che li compongono -dopo la meglio nota fase "grecizzante" del V sec. a.C.- attestano il progressivo affievolirsi dei contatti commerciali con Atene e confermano come, nel IV sec. a.C. inoltrato, la città si sia aperta ai mercati dell'Italia meridionale e della Sicilia. Il percorso che si sviluppa dalla sala VII alla sala XIII attesta ancora, in quel periodo, la massiccia presenza nel mercato locale delle ceramiche prodotte nell'Etruria (centro) settentrionale tirrenica, ceramiche che ebbero un’influenza determinante sulle manifatture degli ateliers spineti.
La sala XIV propone la ricostruzione di due sepolture di Valle Trebba (una inumazione di V sec. a.C. e una cremazione di fine IV - inizi III a.C.) fatta sulla base della documentazione del Giornale degli Scavi dei primi anni del '900.

La sala XIV del Museo, simbolo del pregio sia del contenuto che del contenitore: in primo piano, la ricostruzione di due sepolture spinetiche e, sullo sfondo, il camino con specchi e stucchi barocchi
La sala XIV del Museo, simbolo del pregio sia del contenuto che del contenitore: in primo piano, la ricostruzione di due sepolture spinetiche e, sullo sfondo, il camino con specchi e stucchi barocchi

Espone inoltre tutti i "piatti da pesce" attici (della prima metà del IV sec. a.C.) restituiti da diverse tombe della necropoli, raccolti in una sezione che introduce il rapporto della città con le acque che la circondavano e che, fornendole il pescato, la dotavano di uno dei principali mezzi di sussistenza.
L’ultima sala presenta -singolarmente o in coppia- un gruppo di vasi attici a figure rosse (alcuni crateri, una hydria e un'anfora), veramente notevoli per cronologia, iconografia, forma e attribuzione, e giustamente noti per la loro maestosità.

Sulla sinistra, lekane a figure rosse siceliota (dal greco "lekanis", catino: coppa con coperchio destinata a contenere i cosmetici e i doni della sposa) - Sulla destra un piatto da pesce
Sulla sinistra, lekane a figure rosse siceliota (dal greco "lekanis", catino: coppa con coperchio destinata a contenere i cosmetici e i doni della sposa) - Sulla destra un piatto da pesce

Il piano di valorizzazione del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara proseguirà con ulteriori sistemazioni degli spazi espositivi destinati ad ospitare altro materiale di Spina (dall'abitato, i culti, la scrittura) e quanto hanno restituito gli scavi nel territorio ferrarese per la preistoria e l'età romana.
Il nuovo assetto del Museo si completerà con il restauro dei giardini di mezzogiorno e di levante: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Comune di Ferrara hanno avviato un’intesa per definire il piano di gestione di questi nuovi spazi.

Askoi in forma di animale (toro) e tre amporiskoi in pasta vitrea rinvenuti nella Tomba 83 di Valle Trebba
Askoi in forma di animale (toro) e tre amporiskoi in pasta vitrea rinvenuti nella Tomba 83 di Valle Trebba

 

Articolo di Carla Conti, informazioni scientifiche di Fede Berti