Statuette
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Sparviero
© Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
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Ba
© Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
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Duamutef
© Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
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Ureo
© Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
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Ureo
© Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
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Donna inginocchiata
© Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
Nell'antico Egitto il legno era uno dei materiali più usati per realizzare statuette. La maggior parte degli esempi esistenti provengono da contesti funerari.Il legno utilizzato era principalmente il legno nativo, come l’acacia, il sicomoro e la tamerice, e, talvolta, una combinazione di questi.
Le statuette erano dipinte cercando di dar loro la massima verosimiglianza tenendo conto delle diverse gradazioni di colore.
Nell'antico Egitto, il colore (iwen) era parte integrante di ogni aspetto della vita quotidiana. Nell'arte, i colori erano indizi sulla natura degli esseri raffigurati.
L'artista egiziano aveva a disposizione sei colori: oltre al bianco e nero utilizzava il verde, il rosso, il giallo e il blu.
Come le piramidi, anche le statuette ebbero una loro evoluzione, non tanto nello stile di produzione quanto nel luogo di produzione che variò a seconda dell’epoca.