Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 l’area del podere
dei Conti Spina a Santarcangelo di Romagna è stata oggetto di sondaggi
archeologici conoscitivi, preliminari all’urbanizzazione di parte della
zona.
L’esplorazione per settori, condotta dalla dott.sa Luisa Stoppioni (al
tempo funzionaria della Soprintendenza per i beni archeologici
dell’Emilia-Romagna e attualmente responsabile del Museo della Regina di
Cattolica), individuò nell’area la presenza di fornaci di epoca romana
sulle quali, dopo le opportune indagini e in virtù della normativa
allora vigente, venne poi autorizzata l’edificazione, comunque eseguita
con le dovute cautele per tutelare le preesistenze archeologiche.
Successivamente fu controllata anche l’area antistante la zona
urbanizzata, eseguendo trincee che confermarono l’esistenza di un
presumibile edificio rustico di epoca imperiale romana, in stato di
conservazione non ottimale, con piani pavimentali e murature già
ampiamente demoliti in antico. Visto che l’area fu poi destinata a parco
pubblico, i dati acquisiti furono considerati sufficienti e lo scavo
archeologico non fu completato; data la scarsa consistenza di quanto
rinvenuto non si stimò necessario apporre un vincolo archeologico.
Il Comune di Santarcangelo ha previsto di costruire nell’area del parco
un asilo nido di dimensioni relativamente modeste, ad un unico piano,
dotato però di alcuni ambienti interrati destinati ad impianti e
servizi. Nel 2005 ha pertanto richiesto alla Soprintendenza
l’autorizzazione ad eseguire sondaggi conoscitivi nella zona in cui in
un primo momento doveva essere localizzata la struttura. I sondaggi,
finanziati dal Comune stesso, sono stati eseguiti dalla ditta La Fenice
Archeologia e Restauro di Bologna sotto la direzione scientifica del
funzionario di zona, dott.sa Maria Grazia Maioli.
Dopo alcuni sopralluoghi sul posto, nel corso di una successiva riunione
tenuta presso la sede dell’Amministrazione Comunale si è concordato di
prevedere anche localizzazioni alternative, da controllare nel caso i
sondaggi nella zona originariamente prevista avessero dato risultato
positivo. I sondaggi sono stati eseguiti con una grata di trincee
allargate nei punti in cui risultavano presenti elementi di interesse.
I saggi eseguiti nella posizione scelta originariamente hanno messo in
luce la presenza di un piccolo complesso di tre fornaci di epoca romana,
affiancate, di cui due parzialmente sovrapposte e quindi di epoca
diversa e successiva. Le fornaci (solo individuate ma non esplorate)
producevano ceramica da mensa a vernice nera di epoca romana
repubblicana e ceramica rossa (terra sigillata) della primissima epoca
imperiale, di notevole interesse scientifico.
Si è pertanto proceduto ad esaminare le localizzazioni alternative,
scegliendo alla fine un’area che, dai dati archeologici venuti alla
luce, costituiva in antico la sponda di un ramo ora non più esistente
del fiume Marecchia. La zona è caratterizzata da un alto strato di
ghiaia naturale con scarsi elementi di epoca romana (frammenti ceramici
e laterizi di dimensioni medie): sebbene ciò documenti una sua
frequentazione ed utilizzo in antico, l’area si presenta priva di
costruzioni. Attualmente è in corso uno splateamento che interesserà
l’area di edificazione nella sua totalità, in modo da avere l’assoluta
certezza dell’assenza di elementi archeologici strutturati, almeno nella
quota interessata dai futuri lavori. In seguito si procederà anche allo
scavo archeologico nel settore, allo scopo di recuperare in modo
ragionato i numerosi frammenti di materiali sparsi nell’area stessa.
L’area scelta per l’edificazione dell’asilo nido è relativamente lontana
dalla zona in cui sono state rinvenute le fornaci per ceramica che, per
il momento, verranno protette e ricoperte. Nell’ambito di un progetto di
studio e valorizzazione delle fornaci romane di Santarcangelo, è
previsto che in un prossimo futuro se ne possa riprendere e completare
lo scavo archeologico: in base al loro stato di conservazione si
deciderà allora se ricoprirle in modo stabile o tenerle visibili,
rendendole fruibili all’interno del parco. La zona di Santarcangelo
conserva infatti numerose fornaci di epoca romana i cui materiali sono
già in parte esposti presso il Museo Civico di Palazzo Cenci. Per la
valorizzazione delle fornaci di Santarcangelo si sta formando un gruppo
di lavoro di cui fanno parte, tra gli altri, la dott.sa Maria Grazia
Maioli, archeologa della Soprintendenza, il dott. Maurizio Biordi,
Direttore dei Musei Comunali di Rimini ed Ispettore Onorario per
l’Archeologia, e, in qualità di consulente, la dott.sa Luisa Stoppioni,
responsabile del Museo della Regina di Cattolica.
Bologna. 27 giugno 2006