Conferenza stampa del 13 gennaio 2009
Gli scavi nella cripta restituiscono i
resti di un vasto pavimento a mosaico di età tardoantica.
Figure umane, danzatori, animali e motivi geometrici decorano il
meraviglioso tappeto di pietra di IV-V secolo
Gli archeologi procedono al distacco del mosaico, operazione necessaria a
preservarne l'integrità e consentirne la futura esposizione al pubblico
(© Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna,
Foto Roberto Macrì)
Nel corso del 2007 sono iniziati gli scavi all’interno della cripta della
Cattedrale di Santa Maria Assunta di Reggio Emilia. I
lavori -in corso di ultimazione- hanno interessato il transetto, l’abside
centrale e la Cappella dei Caduti. Le indagini archeologiche hanno riportato
alla luce le stratificazioni ancora conservate sotto la pavimentazione
realizzata durante la ristrutturazione della cripta (1923), portando in
evidenza strutture e pavimentazioni collegate sia alle varie fasi
costruttive della cattedrale che a edifici di epoca precedente.
I saggi effettuati in profondità in alcuni punti del transetto hanno
permesso di riconoscere le differenti fasi di crescita della città,
dall’epoca romana e tardo romana fino all’edificazione della cattedrale.
Il mosaico è decorato con diversi tipi di uccelli: a sinistra un pavone, a
destra una gazza
Di particolare rilievo sono i resti di un pavimento musivo, databile tra IV
e V secolo d.C., posto a circa 4 metri di profondità rispetto alla quota di
calpestio del pavimento della Cattedrale e a m. 2,5 dall’attuale piano della
cripta. Si tratta con ogni probabilità della pavimentazione di un ambiente
di considerevoli dimensioni di cui si riconosce solo il limite orientale.
Del pavimento, rinvenuto per un’estensione di circa 13 mq, si conserva parte
della cornice costituita da una treccia a più colori che delimita un tappeto
musivo caratterizzato da una complessa decorazione policroma, di notevole
qualità.
La decorazione è caratterizzata da un’alternarsi di elementi geometrici e
figurati. Tra gli elementi geometrici e all’interno di essi (ampi semicerchi
e cerchi incorniciati da una treccia policroma) sono rappresentate pernici,
colombe, pavoni, gazze e piccole figure di danzatori. Gli stessi elementi
geometrici racchiudono anche ampi riquadri in cui sono raffigurate scene
complesse, caratterizzate dalla presenza di figure maschili e femminili,
nude ma riccamente adornate. Di estremo pregio e raffinata esecuzione, il
mosaico è costituito da tessere di piccole dimensioni, realizzate impiegando
vari tipi di pietre e paste vitree; alcuni particolari sono poi eseguiti con
tessere in pasta vitrea e lamina d’oro.
Particolare delle due figure, un uomo ed una donna, incorniciate in un ampio
riquadro del mosaico
Su questo vano a mosaico -ormai abbandonato e che doveva fare parte di un edificio di notevoli dimensioni, di cui per il momento è difficile supporne la funzione- si impostano piani d’uso e resti di strutture murarie, in ciottoli e argilla, di età altomedievale. Le indagini hanno inoltre messo in evidenza una sequenza analoga anche nei saggi effettuati nel transetto; di particolare interesse sono i resti di un edificio absidato con pavimentazione in cocciopesto e i resti di un’abitazione forse di età longobarda.
Il complesso progetto di recupero avviato nel 2002 dal Comitato per il
Restauro della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Reggio Emilia ha visto
il coinvolgimento diretto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
attraverso l’intervento di ben tre Soprintendenze di settore (Beni
Archeologici, Beni Architettonici, Beni Artistici/Storici) che hanno operato
in stretta collaborazione con la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e
l'Ufficio Diocesano Beni Culturali.
I lavori di recupero hanno fornito -e continuano a rappresentare- una
straordinaria opportunità per indagare in modo approfondito una delle più
antiche ed importanti chiese della città. Hanno inoltre permesso di aprire
una finestra sulla storia della città di Reggio Emilia prima della
Cattedrale, fornendo nuovi importanti spunti di conoscenza di questo
settore, centro della città fin dalla sua fondazione.
Le indagini archeologiche si sono svolte sotto la Direzione Scientifica di
Renata Curina, archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna, e sono state eseguite dalla Società Cooperativa ARS/Archeosistemi
di Reggio Emilia e dalla Società ARAN Progetti di Genova. In un primo tempo
gli scavi si sono svolti all’interno della cattedrale e, in particolare,
nella navata centrale e nelle due laterali; dal 2007 le indagini hanno
riguardato il sagrato e la cripta.
Nelle tre navate e sul sagrato le indagini hanno riportato in luce strutture, pavimentazioni e sepolture riferibili alle fasi di età altomedievale, medievale e rinascimentale della cattedrale, mettendo in risalto la particolare complessità costruttiva dell’edificio. In alcuni punti, le indagini si sono spinte fino ad una profondità di 4 metri circa, consentendo di riconoscere gli strati di crescita della città dall’età romana all’alto medioevo.