A 7 anni dal terremoto del 2012 ha riaperto a Fabbrico una delle più belle chiese della diocesi di Reggio Emilia
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta
Piazza Vittorio Veneto 9
Fabbrico (RE)
Gravemente danneggiata e resa inagibile dalle scosse telluriche del
20 e 29 maggio 2012, la chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta a
Fabbrico ha riaperto i battenti il 18 maggio 2019 dopo un lungo e meticoloso intervento di
consolidamento strutturale, esemplarmente condotto da tecnici
qualificati e da maestranze reggiane, particolarmente sensibili e
motivate.
Il risultato per la Comunità di Fabbrico è la riscoperta di uno spazio di
notevole qualità architettonica e di non comune pregio ornamentale. Al
visitatore, la chiesa dona ora la piacevole
sensazione di immergersi in un oceano di luce. Conseguenza
dell’intervento di consolidamento post sisma 2012 è stato infatti
anche il recupero delle antiche cromie delle superfici murarie di primo
Settecento che hanno restituito al monumentale invaso l’archetipo
effetto spaziale.
Sono stati necessari circa due anni di attento lavoro per ricucire le
lesioni e gli squarci nella volta provocati dal sisma, rimuovendo anche
imbarazzanti sovrastrutture cementizie realizzate in tempi relativamente
recenti e rivelatisi particolarmente dannose, analogamente a quanto
riscontrato nella basilica di Assisi qualche decennio fa.
I positivi risultati raggiunti, grazie alle risorse messe a disposizione
dal commissario alla Ricostruzione, sono frutto di una feconda sinergia
tra le istituzioni preposte: l’ufficio per i beni culturali della
Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, che ha operato in qualità di
stazione appaltante, relazionandosi con l’Ufficio appositamente
istituito dalla Regione Emilia Romagna per la oculata gestione delle
risorse finanziare messe in campo e per la valutazione tecnica dei
progetti. Tutt’altro che marginale il ruolo avuto in questo ambito dagli
Organi periferici del Ministero per i Beni Culturali, in primis la
Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città
metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e
Ferrara, chiamati a
vigilare sulla qualità della progettazione e dell’esecuzione dei lavori
a salvaguardia delle valenze materiali e storiche dei monumenti antichi.
La facciata della Chiesa dopo i lavori di restauro post-sisma
Santa Maria Assunta in Fabbrico: una chiesa da città
La chiesa di Santa Maria Assunta in Fabbrico, nell'aspetto attuale a
una sola navata con cappelle laterali e con profondo presbiterio e
abside, fu edificata nel penultimo decennio del secolo XVII, su progetto
attribuito all’architetto reggiano Girolamo Beltrami secondo la maniera
e lo stile diffusosi tra la seconda metà del ‘600 e la prima del '700,
che si rifà al gusto architettonico imperante romano post tridentino.
Sostituisce due precedenti chiese delle quali mantiene nell’impianto
posizione e direzionalità est/ovest, ma è più grande, con dimensioni da
città, e invertita nell’orientamento. La chiesa dalla bella
architettura, dalla geometria semplice ordinata, simmetrica
nell’impianto e negli apparati, unisce il gusto classico con elementi di
barocco. La ricchezza dell’interno, dovuta in particolare al pregevole
apparato decorativo a rilievo in stucco, sorprende per contrasto alla
sobrietà dell’esterno. La sua imponente facciata non finita campeggia
sull’ampio sagrato, che si estende su una parte di fossa, colmata
all’epoca di edificazione della chiesa stessa per collegare il nucleo
fortificato del castello, poi Palazzo Guidotti, al borgo antico secondo
la direttrice dello sviluppo urbano di Fabbrico.
Il progetto e il consolidamento strutturale
Finalità principale del progetto è la riparazione dei danni dovuti
al sisma e il consolidamento delle strutture del bene tutelato.
Gli interventi - Per predisporre il progetto strutturale sono
stati analizzati i meccanismi di danno possibili, prestando particolare
attenzione a quelli che si sono attivati nel corso del sisma (quali ad
esempio il ribaltamento della facciata, dell’abside); sono stati inoltre
valutati i danni subiti dalle strutture, che sono stati correlati ai
meccanismi di danno suddetti e presi in considerazione in relazione alla
loro intensità.
L’intervento ha per scopo primariamente la riparazione dei danni
provocati dal sisma ed il miglioramento locale della risposta
dell’edificio alle sollecitazioni sismiche e a tal fine è stata pertanto
prevista la realizzazione di presidi che contrastino i cinematismi di
danno attivatisi in seguito al sisma quali l’incatenamento delle pareti
di fondo delle cappelle laterali, e la realizzazione di una struttura
reticolare metallica di ancoraggio della facciata principale. A questi
interventi si aggiungono: la riparazione delle lesioni e il
consolidamento delle murature della zona absidale, quest’ultimo attuato
mediante ristilatura profonda dei giunti di malta; la riparazione e il
consolidamento delle volte di sacrestia aula e abside e la contestuale
demolizione della trave in c.a. che correva sull’estradosso per tutto lo
sviluppo dell’aula (intervento posto in atto dopo il sisma del 1976, di
dubbia efficacia, così come testimonia il rilevante quadro fessurativo
rilevato); il ripristino del presidio preesistente delle volte di
sacrestia e abside mediante la realizzazione di placcaggio con materiale
fibrorinforzato estradossale. È stato inoltre previsto l’intervento di
sostituzione della copertura della sacrestia in latero-cemento con
copertura in legno e l’irrigidimento del solaio in legno del locale
addossato al lato destro dell’abside mediante cappa collaborante.
Materiali e tecnologie - Nell’individuazione degli interventi
strutturali si è considerato di impiegare soluzioni e materiali consoni
al manufatto e in linea con i principi della conservazione; criteri di
scelta di tecnologie e materiali sono individuati in dettaglio per
ciascuna delle lavorazioni previste.
Interventi connessi alla realizzazione delle riparazioni
strutturali
In fase progettuale sono stati individuati e dettagliati anche gli
interventi complementari a quelli strutturali, in particolare quelli
necessari a garantire l’accessibilità ai punti di lavorazione, alla
realizzazione in sicurezza degli stessi, all’esigenza di protezione o
rimozione temporanea di impianti e dispositivi, e infine connesse
all’attivazione di idonee misure di protezione di tutti gli apparati
finalizzate alla salvaguardia dei beni stessi ed alla loro corretta
conservazione durante gli interventi di restauro strutturale del
manufatto architettonico.
È stata inoltre prestata attenzione a definire le soluzioni da adottare
in presenza di cornicioni con elementi modanati, superfici intonacate
decorate e non, elementi plastici in stucco, murature a faccia vista.
Sono stati previsti anche interventi di riparazione di componenti non
strutturali in particolare di altari, paliotti o vetri di infissi.
Il Cantiere di restauro
Avviato nel novembre 2017, è proseguito con continuità fino alla sua
conclusione ai primi di maggio del 2019.
L’ufficio di DL e il CSE si sono rapportati con lo staff tecnico
dell’ATI compiendo sopralluoghi in cantiere a cadenza settimanale e
monitorando l’andamento dei lavori sulla piattaforma condivisa attivata
dalla stessa impresa. Dal confronto costruttivo sono state perfezionate
alcune modalità operative anche sperimentando materiali e tecnologie
innovative, come ad esempio quella impiegata per la rimozione della
trave all’estradosso della volta della navata, al fine di contenere
ulteriormente gli impatti della lavorazione sul manufatto.
Fattivo (solerte) è stato anche il rapporto con la stazione appaltante e
gli uffici preposti alla tutela, con particolare riferimento alla
competente Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la
città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e
Ferrara.
In fase di cantiere sono state apportate alcune varianti non sostanziali
in corso d’opera, migliorative delle soluzioni inizialmente pensate e
maturate a seguito di riscontri di diverse situazioni non riscontrabili
se non in fase di cantiere; fra queste alcune modifiche realizzative del
cordolo leggero in muratura armata in sommità delle murature perimetrali
dell’aula, al rifacimento copertura sacrestia e ad alcuni interventi di
consolidamenti.
La ditta ha proposto alcune migliorie, non solo nell’allestimento e
nella conduzione del cantiere, ma anche innovative nella realizzazione
degli interventi e completamenti di restauri di arredi e apparati, come
ad esempio il coro ligneo o la volta della sacrestia
Ulteriori interventi
La fase di cantiere ha consentito di condurre un’osservazione
sistematica, ravvicinata, del manufatto architettonico in tutte le sue
parti - specialmente quelle in quota-, di implementarne ulteriormente la
conoscenza e di rilevare l’effettivo stato di conservazione delle
stesse.
Sul manufatto tardo-seicentesco, oltre alle stratificazioni
ottocentesche e della prima metà del secolo scorso, si sono succeduti,
soprattutto in tempi più recenti, interventi localizzati, spesso di
necessità, che in un certo senso hanno compromesso la percezione visiva
del monumento.
Fra questi possono considerarsi ricompresi i vari interventi
manutentivi, in particolare quelli di risanamento da umidità; gli
interventi connessi alle mutate esigenze liturgiche o devozionali;
l’inserimento di dotazioni impiantistiche; e infine anche gli interventi
post sisma, sia quello conseguente agli eventi del 1997, sia quello in
corso. Il progetto di questi ultimi, per il sistema di regole che
condiziona la fattibilità e soprattutto l’ammissibilità della copertura
economica degli interventi, si connota per lavorazioni “a macchia”,
lasciando lacune e mancanze in particolare sugli apparati decorativi,
perché si limita solo alle opere di riparazione e miglioramento locale e
agli interventi a questi strettamente connessi, escludendo tutti quelli
di altro tipo, quali la semplice manutenzione o il restauro complessivo
degli apparati.
Dallo studio di fattibilità si è passati alla progettazione esecutiva,
finalizzata ad acquisire le necessarie autorizzazioni e alla
programmazione della realizzazione per stralci, dando priorità agli
interventi in quota, che, per la presenza di presidi di sicurezza -il
ponteggio interno ed esterno- e mezzi di movimentazione che
costituiscono l’allestimento del cantiere, hanno consentito un
consistente abbattimento dei costi complessivi. Gli interventi
realizzati sono consistiti nella manutenzione degli infissi in quota,
nel restauro delle superfici della volta dell’intera chiesa e delle
pareti del presbiterio.
Altri interventi, in particolare il nuovo impianto di riscaldamento
–risultava diseconomico poiché obsoleto e inefficiente, riattivare
quello esistente, peraltro fermo da 7 anni -, alcuni risanamenti e la
sostituzione di alcuni serramenti, potranno essere attuati per stralci
successivi, e portati a compimento in un arco temporale non
eccessivamente esteso, ma compatibile con le disponibilità di risorse
economiche della Committenza.
La chiesa oggi
Valutati i tempi per la reperibilità delle risorse economiche e le
modalità organizzative del cantiere per la realizzazione degli
interventi residui, poiché sono concluse le riparazioni e le opere
strutturali del progetto post- sisma e la chiesa è quindi fruibile in
sicurezza, si è concordato con la Committenza di riaprirla al culto,
seppure per un periodo limitato. Questo consentirà alla Comunità, con la
quale è stato condiviso nel corso di alcuni incontri sia il progetto sia
lo stato di avanzamento del cantiere, di riappropriarsi dell’uso
dell’importante bene monumentale, di riscoprirne il suo valore
identitario e, si auspica, condividere di avviare interventi di restauro
e manutenzione finalizzati a perseguire la valorizzazione del complesso
monumentale.
La navata destra della chiesa
FABBRICO (RE), 15 maggio 2019, ore 18
Si è svolta presso i locali parrocchiali del Castello Guidotti
la Conferenza Stampa per la presentazione della fine dei lavori di
consolidamento e restauro della chiesa arcipretale di Fabbrico,
gravemente danneggiata dagli eventi sismici del maggio 2012.
Sono intervenuti: l'assessore regionale Palma Costi,
delegata alla ricostruzione sismica; Valentina Oliverio,
in rappresentanza della soprintendenza archeologia, belle arti e
paesaggio di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara; mons.
Tiziano Ghirelli, delegato diocesano per gli edifici danneggiati
dal sisma; il parroco di Fabbrico, don Gino Bolognesi.
E' stata l'occasione anche per fare un punto sullo stato della
ricostruzione del patrimonio diocesano danneggiato a 7 anni dagli eventi
del maggio 2012 che gravemente colpirono le province emiliane.
Come ha evidenziato Palma Costi «ricostruire le chiese significa
riconsegnare alle nostre comunità una parte importante della loro
identità. Si tratta di stanziamenti importanti, risorse messe a
disposizione dal Commissario Stefano Bonaccini, resi possibili perché,
sia nella fase dell’emergenza sia in quella della ricostruzione, abbiamo
considerato gli edifici religiosi di interesse pubblico beni importanti
dal punto di vista spirituale ma anche di tutta la cittadinanza perché
questo è un patrimonio unico dal punto di vista storico e artistico. La
ricostruzione è a buon punto e prosegue nei modi e nei tempi prefissati
grazie al grande lavoro realizzato dalle Diocesi, in collaborazione con
i tecnici della struttura commissariale e il segretariato regionale del
Ministero dei Beni e delle attività culturali. Più in generale la
ricostruzione sta procedendo bene e, tra qualche anno, sono certa che
sarà ricordata per la sua efficacia».
Tiziano Ghirelli, ha ribadito il grazie al Commissario per la
Ricostruzione, che ha attivato tutte le strade per reperire risorse da
destinare al patrimonio culturale presente sul Territorio, e ai
funzionari della Soprintendenza che con competenza, sensibilità e
disponibilità incredibili hanno supportato e animato le scelte
progettuali.
Le proficue collaborazioni hanno certamente giovato anche alle
tempistiche. In neppure cinque anni tutto l’iter di studio,
progettazione, conseguimento dei pareri autorizzativi, fisiologicamente
articolato (comprese la delicata fase dell’appalto lavori e la
successiva esecuzione delle opere) ha dato i frutti desiderati.
Il parroco, don Gino Bolognesi, nel ricordare il suo predecessore, don
Orazio Salsi, scomparso nell’ottobre del 2016, ha espresso vivo
ringraziamento a tutti quanti, Istituzioni, Tecnici, Imprese,
Associazioni, fedeli, hanno contribuito ad accelerare la riapertura
della chiesa, e quanti con generosità hanno voluto che fosse ancora più
bella di prima. Da parte sua la Parrocchia ha provveduto a farsi carico
di una serie di oneri connessi al restauro pittorico, al restauro e
rifacimento degli infissi, alla messa a norma degli impianti,
avvalendosi anche di aiuti provenienti dai fondi 8x1000 della Chiesa
Cattolica.
Sabato 18 maggio 2019 celebrazioni per
la riapertura al culto:
ore 18 visite guidate ai lavori di restauro condotte dai progettisti
ore 19 solenne celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Alberto
Nicelli, vicario generale della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla
Domenica 19 maggio, Messa solenne con le Prime Comunioni dei bambini
della parrocchia
Palma Costi, Assessore con delega alla ricostruzione post
sisma della Regione Emilia Romagna, sottolinea come «ricostruire le
chiese significhi riconsegnare alle nostre comunità una parte importante
della loro identità. Si tratta di stanziamenti importanti, risorse messe
a disposizione dal Commissario Stefano Bonaccini, resi possibili perché,
sia nella fase dell’emergenza sia in quella della ricostruzione, abbiamo
considerato gli edifici religiosi di interesse pubblico beni importanti
dal punto di vista spirituale ma anche di tutta la cittadinanza perché
questo è un patrimonio unico dal punto di vista storico e artistico. La
ricostruzione è a buon punto e prosegue nei modi e nei tempi prefissati
grazie al grande lavoro realizzato dalle Diocesi, in collaborazione con
i tecnici della struttura commissariale e il segretariato regionale del
Ministero dei Beni e delle attività culturali. Più in generale la
ricostruzione sta procedendo bene e, tra qualche anno, sono certa che
sarà ricordata per la sua efficacia».
Cristina Ambrosini, Soprintendente archeologia, belle arti
e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di
Modena, Reggio Emilia e Ferrara, sottolinea che i lavori sulla chiesa di
s. Maria Assunta si sono presentati fin dall’inizio nella loro
complessità: una facciata non finita, lavorazioni strutturali articolate
e un riordino pittorico importante e reso urgente delle lavorazioni
strutturali. I professionisti hanno affrontato con molta serietà il
compito di dare organicità alle varie fasi progettuali e lavorative,
cercando di mantenere costantemente monitorato il susseguirsi delle
operazioni. A questo si aggiunge una grande campagna di saggi
stratigrafici che ha portato al rinvenimento di lacerti della precedente
fase pittorica della chiesa; anche in questo caso i progettisti sono
riusciti a integrare e far convivere armoniosamente i tanti volti di
questo manufatto, creando atmosfere suggestive e morbide, che non
portano conflitti nella lettura degli apparati, ma invitano alla
comprensione del luogo e delle sue stratificazioni.
Tiziano Ghirelli, delegato diocesano alla ricostruzione,
evidenzia come «Non si può non ribadire il grazie al Commissario per la
Ricostruzione che con lungimiranza e consapevolezza ha attivato tutte le
strade per reperire risorse da destinare al patrimonio culturale
presente sul Territorio. Non meno grati possiamo essere ai funzionari
della Soprintendenza, che con competenza, sensibilità e disponibilità
incredibili hanno supportato e animato le scelte progettuali. Va
riconosciuto al parroco, d. Gino Bolognesi, il coraggio di aver dato
fiducia ai tecnici incaricati, stimolandoli nella ricerca di soluzioni
congrue e innovative. Eppure, mentre gioiamo per questa chiesa
restituita alla Comunità religiosa e civile di Fabbrico, non possiamo
non pensare ai monumenti ecclesiali colpiti da analoghi eventi tellurici
in altre regioni italiane, con l’auspicio che presto anche quelle
Comunità possano gioire della nostra stessa gioia».
Le proficue collaborazioni hanno certamente giovato anche alle
tempistiche. In neppure cinque anni tutto l’iter di studio,
progettazione, conseguimento dei pareri autorizzativi, fisiologicamente
articolato (comprese la delicata fase dell’appalto lavori e la
successiva esecuzione delle opere) ha dato i frutti desiderati.
Il parroco, don Gino Bolognesi, nel ricordare il suo
predecessore, don Orazio Salsi, scomparso nell’ottobre del 2016, ha
espresso vivo ringraziamento a tutti quanti, Istituzioni, Tecnici,
Imprese, Associazioni, fedeli, hanno contribuito ad accelerare la
riapertura della chiesa, e quanti con generosità hanno voluto che fosse
ancora più bella di prima.
L’intervento di riparazione dei danni sismici, progettato da una
associazione temporanea di professionisti composta da Ribaldi, Losi,
Foppoli, Accorsi, Serravalli, ha comportato un costo di poco meno di un
milione di euro, messi in campo dalla Regione. Da parte sua la
Parrocchia ha provveduto a farsi carico di una serie di oneri connessi
al restauro pittorico, al restauro e rifacimento degli infissi, alla
messa a norma degli impianti, avvalendosi anche di aiuti provenienti dai
fondi 8x1000 della Chiesa Cattolica.
Oltre la chiesa parrocchiale, grazie alle risorse stanziate dal
Commissario alla ricostruzione nonché Presidente della Regione, si sono
potuti attivare cantieri che hanno interessato il campaniletto
prospiciente il cortile della Scuola dell’Infanzia parrocchiale e il
complesso di Palazzo Guidotti. Così l’antico maniero, già dimora
signorile dei Guidotti e oggi destinato a luogo di formazione e di
ricreazione dei giovani, con aule, spazi oratoriali e cinema
parrocchiale, reso inagibile dalle scosse telluriche, è stato oggetto di
un attento recupero, su progetto dello Studio Barbieri Manodori –
Mastropietro. Lavori hanno interessato tanto il cinema come i locali
oratoriali, con un investimento di circa 650 mila euro, dei quali 570
mila euro provenienti dal puntuale capitolo di spesa regionale.
L’intervento conclusosi a Fabbrico è parte di un febbrile lavoro messo a
punto sull’area del “cratere” per quello che compete alla Diocesi. A
distanza di 7 anni dall’evento sismico delle oltre 70 chiese danneggiate
e rese in gran parte inagibili, circa 30 edifici sono stati fatti
oggetto di intervento e restituiti alla pubblica fruizione, alcuni
proprio in questi giorni. Oltre 20 le chiese che entro il 2019 vedranno
l’avvio di cantieri, mentre si sta procedendo al conferimento degli
incarichi professionali per la progettazione degli interventi sugli
edifici con danni non gravissimi.
INTERVENTO DI RECUPERO, RESTAURO E CONSOLIDAMENTO POST EVENTI SISMICI 2012
Committente: Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla (RE)
Località: Fabbrico (RE)
Volume e dimensioni: 9’500 m3; chiesa in pianta m 42,28x17,74; altezza
in gronda m 19,00; al colmo m 21,42; presbiterio/abside e sacrestie in
larghezza m 26,48; lunghezza massima m 13,37
Finanziamento regionale: € 949.896,52 (riparazioni locali da danni
sismici)
Tipologia dei lavori: Restauro di edificio di culto
Svolgimento incarico: progettazione e acquisizione autorizzazioni:
novembre 2014 ÷ maggio 2017
esecuzione dell’intervento: novembre 2017 ÷ maggio 2019
Incarico a RTP FABBRICA 2.3 – Ribaldi-Losi-FeM (Foppoli)-Accorsi-Serravalli
Impresa esecutrice: RTP – mandataria: Società Cattolica di Reggio Emilia
Costruzioni Edili e Stradali SPA - mandante: Marmiroli SRL
Attività svolte: Indagini diagnostiche strutturali
Progettazione e Direzione Lavori riparazione e miglioramento sismico
Coordinamento della Sicurezza in fase di Progettazione ed Esecuzione
Ulteriori attività svolte: Campagna di indagine stratigrafica
Studio di fattibilità preliminare alla progettazione esecutiva del
restauro pittorico della chiesa
Studio di fattibilità per la ricerca di soluzioni alternative per la
sostituzione dell’attuale impianto di riscaldamento
Progetto di restauro: opere di completamento generale (superfici,
infissi) e adeguamento impiantistico