Faenza (RA) - Archeologia a Palazzo Mazzolani
Inaugurazione il 13 maggio 2017

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Riqualificazione dell'androne monumentale di Palazzo Mazzolani e allestimento di una selezione di reperti archeologici faentini

Palazzo Mazzolani
Corso Mazzini n. 93
Faenza (RA)

Liberamente visitabile negli orari di apertura dell'ISIA -Istituto Superiore Industrie Artistiche di Faenza
Info +39 0546 22293 - info@isiafaenza.it

Archeologia a Palazzo Mazzolani (foto Raffaele Tassinari)

L'atrio di Palazzo Mazzolani -storico edificio del primo Settecento faentino- è stato oggetto di un importante intervento di riqualificazione che ha fatto sì che dal 13 maggio 2017 sia possibile ammirare al suo interno un'ordinata selezione di reperti archeologici rinvenuti a Faenza e nel suo territorio.
Si tratta per lo più di materiali riferibili all'edilizia pubblica di età romana, con ulteriori elementi provenienti da monumenti funerari e dalla Faenza cristiana.
Un cospicuo e variegato gruppo di resti architettonici proviene dagli scavi effettuati nel 1966 in piazza della Penna, nell’area sud-ovest della città, durante la costruzione di un edificio. Tra i materiali esposti, databili attorno al I sec. d.C., segnaliamo capitelli, basi e frammenti di fusti di colonne, un frammento di trabeazione, un rocchio di colonna e una base recante su un lato l’iscrizione [--] D(?) •MIUNIAE•SECUNDINAE. Oltre a questi, lo scavo aveva restituito anche porzioni di intonaco colorato, resti di decorazioni architettoniche, sia in pietra che fittili, e pavimentazioni in mosaico di qualità tale da ipotizzarne l'appartenenza a un edificio pubblico.

Archeologia a Palazzo Mazzolani (foto Raffaele Tassinari)
Il nuovo allestimento dell'androne di Palazzo Mazzolani (foto Raffaele Tassinari)

Altri reperti esposti nell'atrio e riferibili all'edilizia pubblica sono un frammento di cornice di età imperiale appartiene a una trabeazione (rinvenuto a Faenza, in via Borsieri) e un frammento di iscrizione del I secolo d.C. pertinente al ponte sul fiume Lamone e rinvenuto nel suo letto. I ponti romani, di cui l’esempio più famoso in regione è quello di Tiberio a Rimini, presentavano una lunga iscrizione che identificava l’autorità che ne aveva voluto la costruzione. Nel caso del frammento di Faenza la brevità dell’iscrizione conservata -la scritta [-] • CO[S ] da leggersi come CO(n)S(ul), cioè console– non permette l’attribuzione a un personaggio certo; possiamo però datarlo con buona approssimazione all’età augustea perché è in questo periodo che Faenza viene dotata di edifici pubblici tra cui con ogni evidenza anche un ponte monumentale sul Lamone.
Di bell'impatto visivo anche una vasca in marmo con coppia di anelle che simulano due finte maniglie: l’impiego del marmo al posto del basalto, del porfido o del granito, come avveniva in età romana, pone alcuni dubbi sulla sua datazione all’età romana.
Tra i monumenti funerari sono esposti  tre reperti. Un bel frammento di fregio (seconda metà I a.C. - prima metà I d.C.)  decorato con triglifi e teste bovine, pertinente a un monumento funerario a dado con fregio dorico, tipo che risulta piuttosto diffuso in Romagna (Rimini, Sarsina, Ravenna, Imola) tra l’età repubblicana e la prima età imperiale. Un cinerario cilindrico (I-II sec.d.C.) privo di copertura che conserva ancora all’interno il rivestimento in piombo rinvenuto nella campagna faentina (i cinerari cilindrici non decorati sono abbastanza comuni nelle necropoli romane). E un leone funerario utilizzato come elemento decorativo nei monumenti funerari risalente agli inizi del I d.C. e proveniente da Errano: la figura del leone funerario si afferma tra il II e il I a. C. nell’area dell’Italia centrale e da qui si diffonde nella penisola, avendo poi grande fortuna nelle Province romane.

Leone funerario usato come elemento decorativo (foto Raffaele Tassinari)
Il leone funerario rinvenuto a Errano, frazione di Faenza (RA). Inizi I secolo d.C.  (foto Raffaele Tassinari)

Risale infine alla Faenza cristiana l'interessante porzione di mosaico del V secolo d.C. rinvenuta a Faenza in via Barilotti n. 15. Il mosaico, scoperto nel 1961, reca un’iscrizione: AMANDIANUS ET REVOCATA AMANTIVS ET ANIMULA F.P.CXX. Si tratta di un’iscrizione dedicatoria di due fedeli che offrono la realizzazione di 120 piedi di pavimentazione per l’edificio in culto a cui era riferito il pavimento. Iscrizioni di questo tipo si trovano in molte chiese paleocristiane dell’alto Adriatico tra cui Ravenna e Rimini.

Archeologia a Palazzo Mazzolani (foto Raffaele Tassinari)
Il nuovo allestimento dell'androne di Palazzo Mazzolani (foto Raffaele Tassinari)

L'intervento di riqualificazione dell'androne di Palazzo Mazzolani è stato possibile grazie alla fattiva collaborazione di Comune di Faenza e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, in collaborazione con Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Provincia di Ravenna, ASP - Azienda Servizi alla Persona della Romagna Faentina e ISIA -Istituto Superiore Industrie Artistiche di Faenza.
La Direzione Scientifica dell'allestimento è stata curata dall'archeologa Chiara Guarnieri mentre una prima pulitura dei materiali è stata eseguita da Mauro Ricci ed Enrico Bertazzoli, restauratori dell'ex Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, oggi Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara


inaugurazione sabato 13 maggio 2017, ore 19

Intervengono
Giovanni Malpezzi,
sindaco di Faenza
Massimo Isola,
assessore Cultura Comune di Faenza
Ennio Nonni,
dirigente Unione Romagna Faentina
Giovanna Cassese,
presidente ISIA
Marinella Paderni,
direttore ISIA
Massimo Caroli,
presidente ASP
Chiara Guarnieri,
archeologa Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio

Seguirà un intermezzo musicale dal titolo "Trio Music", a cura del Gruppo Jazz della Scuola di Musica "G. Sarti"
Al termine, sarà offerto un piccolo buffet


vai all'ampliamento del progetto inaugurato l'11 aprile 2019