Faenza (RA) - Una convenzione per restaurare, valorizzare ed esporre i mosaici attualmente depositati presso Palazzo Mazzolani

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Un museo nell'ex zuccherificio di Ravenna (in località Classe) con tanto di laboratori di restauro specialistici, un altro museo archeologico da allestire a Palazzo Studi a Faenza, uno spazio espositivo e didattico provvisorio a Palazzo Milzetti, sempre a Faenza, e un vero e proprio "museo del mosaico" da allestire a Ravenna, nel Complesso di San Nicolò, per esporre in modo permanente sia i reperti musivi di eccezionale pregio rinvenuti a Ravenna e nel suo territorio (in parte inediti, d’epoca antica, tardo antica e medievale) che le produzioni di artisti moderni e contemporanei nonché saggi di mosaico industriale.
Mette al fuoco molta carne la convenzione siglata agli inizi di maggio 2011 tra Comune di Faenza, Fondazione RavennAntica, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia-Romagna e Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna. Obiettivo immediato, il restauro, l'esposizione e la valorizzazione dei mosaici rinvenuti a Faenza, attualmente depositati presso Palazzo Mazzolani.


Un momento del restauro del mosaico di età augustea proveniente da via Pasolini 7, Faenza (Ra)
Nel tappeto motivo in bianco e nero con motivo ad esagoni contenenti stelle a sei punte che racchiudono un fiore a sei petali; cornice policroma con motivo a meandri

Alla firma dell'accordo erano presenti il Sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi, l'Assessore alla Cultura del Comune di Ravenna Alberto Cassani, la Presidente della Fondazione RavennAntica Elsa Signorino, il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna Filippo Maria Gambari, l'Archeologo Direttore Cooordinatore della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna Dott.ssa Chiara Guarnieri e il Direttore della Fondazione RavennAntica Sergio Fioravanti.
Grazie a questa convenzione, RavennAntica si impegnerà a restaurare a proprie spese, a cura del proprio laboratorio di restauro del mosaico situato presso il Museo di Classe (previa approvazione del progetto di restauro da parte della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna), alcuni mosaici che saranno oggetto di esposizioni, secondo un calendario che prevede, nella prima fase, l'esposizione di due pavimenti con relative soglie, databili all'età augustea e provenienti dallo scavo di via Pasolini n. 7 (1972), e di 11 riquadri provenienti da via Dogana, che completano il restauro del mosaico del vestibolo con Achille, Briseide e Priamo, già restaurato, e due riquadri con soldati, anch'essi già restaurati, che sono già esposti all'interno della mostra permanente “Tamo. Tutta l'Avventura del Mosaico”.
L'accordo, che ha durata quinquennale, permetterà di restituire alla fruizione pubblica l'importante patrimonio musivo della città manfreda. I cittadini di Faenza, e non solo, potranno così imparare a conoscere e ammirare gli eccezionali ritrovamenti musivi del loro territorio, che diventeranno oggetto di studio, ricerca e divulgazione scientifica.
Questo importante rapporto di fattiva collaborazione tra le parti interessate rientra anche nel quadro del più ampio programma di iniziative per la candidatura di Ravenna a Capitale europea della cultura nel 2019, di cui “Tamo. Tutta l'Avventura del Mosaico” è parte integrante.
Tale esposizione permanente, versatile e multiforme, è stata inaugurata a Ravenna venerdì 20 maggio, presso il Complesso di San Nicolò, con reperti di eccezionale pregio del patrimonio musivo di Ravenna e del suo territorio, in parte inediti, d’epoca antica, tardo antica e medievale, fino a giungere a saggi di mosaico contemporaneo.

La firma dell'accordo segue una serie di iniziative comuni realizzate nel corso degli ultimi anni, inclusa la convenzione firmata nel novembre 2008 tra RavennAntica, le Soprintendenze, l’Università di Bologna–Ravenna e la Fondazione Flaminia con cui si è regolata l’organizzazione e la gestione dei laboratori del “Museo Archeologico e dei Mosaici Antichi di Classe”, individuando quale obiettivo comune e prioritario quello di creare un Laboratorio Internazionale di Restauro del Mosaico Antico che segua il metodo e la tradizione ravennate, in grado di avviare collaborazioni scientifiche e culturali fra tutti i soggetti che a vario titolo sono depositari di questi “saperi”.
I depositi di Palazzo Mazzolani, a Faenza, ospitano da decenni (purtroppo non esposti al pubblico), moltissimi mosaici antichi rinvenuti nel territorio faentino: si tratta di un caso unico per quantità e qualità dei mosaici, un pregevole palinsesto della produzione musiva dall'età repubblicana al VI sec. d.C. di cui fanno parte anche i mosaici rinvenuti negli scavi di via Dogana e via Pasolini. Alcuni di questi mosaici sono stati restaurati dalla Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna mentre al restauro di una parte dei mosaici provenienti dallo scavo di via Dogana ha provveduto nel 2006 RavennAntica stessa, in occasione della mostra “Santi Banchieri Re”. Si vuole adesso procedere al restauro dei restanti mosaici (attualmente allettati su un supporto di cemento che rischia di comprometterne nel breve periodo lo stato di conservazione) innanzitutto per esigenze conservative ma anche con finalità di tipo espositivo.
Il Comune di Faenza ha già individuato in Palazzo Studi la sede dove realizzare il Museo Archeologico di Faenza e dove esporre permanentemente i mosaici oggi conservati in Palazzo Mazzolani. In attesa che venga realizzato il progetto di Palazzo Studi, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna sta progettando di realizzare, presso i locali attualmente in uso a Palazzo Milzetti, un deposito visitabile con finalità espositive e didattiche. Questa soluzione transitoria, pur non realizzando un museo in senso stretto, necessiterà per l’allestimento e l’apertura al pubblico dei  tappeti musivi oggetto di restauro attualmente depositati presso Palazzo Mazzolani a Faenza.


Mosaico policromo con riquadro raffigurante scena di presentazione delle armi ad Achille (V° secolo d. C.) proveniente da Faenza (scavo di via Dogana)

RavennAntica restaurerà alcuni mosaici  a proprie spese e a cura del proprio laboratorio di mosaico. Il progetto di restauro che verrà appositamente redatto per l’intervento conservativo sarà preventivamente sottoposto all’approvazione della Soprintendenza.
I mosaici restaurati saranno oggetto di esposizioni temporanee e permanenti. Il primo ciclo di restauri concerne i due pavimenti (con relative soglie) denominati pavimenti A e B provenienti dallo scavo del 1972 in via Pasolini n. 7 e 11 riquadri provenienti da via Dogana a completamento del riquadro centrale del mosaico del vestibolo con Achille, Briseide e Priamo più due riquadri con soldati già restaurati.
Completato il primo ciclo di restauri, RavennAntica esporrà i mosaici presso il Complesso di San Nicolò e/o il Museo di Classe, concordando con Direzione Regionale e Soprintendenza Archeologica come proseguire la collaborazione individuando altri mosaici da restaurare ed esporre con le stesse modalità.  Tutti i mosaici attualmente conservati presso Palazzo Mazzolani, quelli già restaurati e quelli che saranno restaurati da RavennAntica, potranno essere esposti da RavennAntica nel Museo di Classe e/o nel Complesso di San Nicolò con la formula del prestito annuale e comunque fino a quando non sarà allestito lo spazio espositivo definitivo di Palazzo Studi o “deposito espositivo” provvisorio a Palazzo Milzetti.
I restauri saranno affiancati da un'adeguata campagna di informazione e promozione che dia conto della loro provenienza e del contesto storico e archeologico in cui devono essere inseriti. Saranno anche organizzate una serie di conferenze relative al patrimonio archeologico e musivo di Faenza (di cui almeno la metà a Faenza) e si daranno alle stampe due volumi relativi al patrimonio musivo faentino (realizzati sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica) e  un pieghevole a grande tiratura di carattere informativo-divulgativo sui principali ritrovamenti archeologici faentini, da completarsi con pannelli, targhe o altro idoneo supporto informativo da collocare sul territorio faentino al fine di dare conto  della presenza di ritrovamenti archeologici e dei luoghi di ritrovamento dei reperti temporaneamente trasferiti.

L'accordo è stato presentato alla stampa l'11 maggio 2011 nel corso di una conferenza che si è tenuta presso la Sala Bigari della Residenza Municipale di Faenza (RA)


La conferenza stampa dell'11 maggio 2011
Da sinistra Chiara Guarnieri, Filippo Maria Gambari, Giovanni Malpezzi, Elsa Signorino, Alberto Cassani e Sergio Fioravanti