Nel
1993 il
rinvenimento tra le vie Vinarola e Aleotti di un fossato bonificato di
età tardomedievale ha arricchito la storia urbana di Argenta di un dato che
colma un vuoto di informazioni sul periodo dall'altomedioevo all'età moderna,
tra l'altro poverissimo anche di documentazione scritta.
Il fossato fu volontariamente interrato in un arco cronologico abbastanza breve.
Dopo un primo deposito di laterizi, torba e sabbia fluviale vennero infissi
grossi pali intervallati da staccionate e infine vi furono gettati tutti i
rifiuti possibili: stoviglie frammentate, oggetti d'uso domestico o personale,
resti di pasto e oggetti lignei.
La ricchezza del contesto ritrovato sottolinea come l'economia medievale
argentana fosse aperta a scambi commerciali grazie alla presenza del Po di
Primaro che al tempo aveva un andamento coincidente con l'attuale corso del
Reno.
Le analisi botaniche, zoologiche e palinologiche hanno inoltre permesso di
ricostruire per la prima volta un quadro dettagliato dell'ambiente e della vita
economica di Argenta sul finire del XIII secolo.
Lo scavo ha restituito anche una straordinaria testimonianza riguardante la
topografia del centro in età medievale, di cui ben poco si conosceva.
La porzione di fossato portata in luce è infatti con molta probabilità
pertinente a quello che delimitava il nucleo urbano di Argenta che già nel corso
del XII secolo si era andato coagulando intorno alla chiesa di San Nicolò,
corrispondente all'attuale centro cittadino.