L'allestimento attuale del Museo risale al 1965. Nell'ala
che sostituirà l'edificio della Cavallerizza, distrutto nell'ultimo
conflitto mondiale, è in progetto la realizzazione di laboratori tecnici e didattici
e di nuovi spazi
espositivi.
Al primo piano, oltre ai materiali veleiati e
alle collezioni acquistate nell'Ottocento, sono esposti i marmi dalla raccolta Gonzaga e da
quella dei Farnese. Si segnalano tra questi ultimi la testa di Zeus proveniente,
come i colossi in basanite esposti in Pinacoteca, dagli scavi di Francesco
Farnese sul Palatino, nonché una splendida replica dell'Eros di Prassitele.
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Testa colossale di Zeus |
Torso marmoreo, copia romana dell'Eros di Tespie, opera
di Prassitele, già nella collezione Farnese di Colorno |
Notevoli tra i pezzi della collezione egizia il rilievo del
dignitario Amenemone (epoca di Amenophis III, 1405-1370 a.C.); tra i vasi greci,
una kylix di Oltos (520-510 a.C.)
Rilievo funerario di Amenemone (epoca di Amenotep III)
Oltre alla celebre Tabula alimentare traianea, ricomposta da
numerosi frammenti, tuttora la più grande iscrizione su bronzo giunta a noi del
mondo romano, che elenca, con intenti pubblicitari, i nominativi di proprietari
fondiari del Veleiate e di territori confinanti che sostengono finanziariamente
la politica umanitaria imperiale, sono esposti nella sezione dedicata a Veleia
una tavola della lex de Gallia Cisalpina, sulle competenze giudiziarie dei
magistrati operanti nella provincia, le dodici statue del ciclo giulio-claudio,
iscrizioni, suppellettile bronzea e bronzi figurati, tra cui un ritratto di
giovane donna, forse la Baebia Basilla di un'iscrizione, uno dei migliori
esempi dell'espressione figurativa italica all'inizio dell'età augustea.
Fibula a disco aurea con decorazione cloisonné, comprendenti granati,
pietre alamandine e lamine auree, da una sepoltura longobarda di Parma, borgo
della Posta (I° quarto del VII sec. d.C.)
Al pianoterra sono situate la sezione pre e protostorica, con
i materiali provenienti dagli insediamenti dell'età del bronzo (terramare) del
Parmense e il complesso funerario della seconda età del ferro da Fraore; quella
dedicata a Parma e al suo territorio in età romana, con le sculture dal foro e
dal teatro, i marmi architettonici, le iscrizioni e i monumenti funerari, i
bronzi, i mosaici e le oreficerie tardoantiche dal ripostiglio scoperto nel
gettar le fondamenta del Teatro Regio. Accanto a queste ultime trovano posto gli
ori longobardi dalla sepoltura principessa di borgo della Posta.