Museo Archeologico Nazionale di Parma
Palazzo della Pilotta
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Fondato nel 1760 nella capitale del Ducato da don Filippo di Borbone, in concomitanza con l'avvio dell'esplorazione del municipio romano di Veleia, nel 1760, primo e a lungo isolato esempio nell'Italia settentrionale di istituzione legata a un'impresa archeologica, il Ducale Museo d'antichità, oggi Museo Archeologico Nazionale, di Parma, occupa, a partire dalla prima metà dell'Ottocento, l'ala sud-occidentale del Palazzo della Pilotta, l'imponente complesso dei servizi di corte formatosi per successive addizioni attorno al "Corridore" progettato verso il 1580 da Giovanni Boscoli da Montepulciano per il duca Ottavio Farnese. Ospitato all'origine entro un modesto fabbricato addossato alla Pilotta, già sede delle raccolte numismatiche farnesiane, il Museo ha accolto dapprima, oltre ai frammenti della Tabula Alimentaria traianea -un'iscrizione su bronzo scoperta fortuitamente a Veleia nel 1748- e a un altro bronzo iscritto veleiate -una tavola della lex de Gallia Cisalpina-, bronzi figurati, suppellettile e monete provenienti dallo scavo, mentre le sculture veleiati - le dodici statue marmoree del ciclo giulio-claudio dalla basilica- e le relative iscrizioni venivano destinate alla Galleria da poco costituita presso l'accademia.


Alcune statue di personaggi della famiglia imperiale giulio-claudia (I° metà del I sec. d.C.)

Ma è stato sin dalla fondazione punto di riferimento per le ricerche archeologiche nel Ducato. E con l'acquisizione, sul finire del Settecento, dei materiali dall'esplorazione promossa da una Società di Nobili Parmigiani nel sito dell'antica Luceria, presso Ciano d'Enza, ha assunto precocemente il ruolo di museo comprensoriale. Spogliato nel 1803 dall'Amministrazione francese dei pezzi più prestigiosi a favore di Parigi, ne torna in possesso dopo il Congresso di Vienna. Ha accolto nel frattempo sculture dal Palatino, già nelle collezioni farnesiane; altre sculture provenienti da Roma, in precedenza tra le antichità dei Gonzaga di Guastalla. Vi si costituisce sin dagli ultimi decenni del Settecento, incrementato con acquisti il nucleo di provenienza veleiate, il Medagliere. Ma è soprattutto la duchessa Maria Luigia che, dopo avergli assegnato una nuova sede, lo arricchisce con l'acquisto di collezioni numismatiche, di ceramica greca, italiota, etrusca e di oggetti egizi.


Fibule, orecchini e anello d'oro dalla tomba etrusca di Fraore (PR) - II° metà del V sec. a. C.

Sotto il governo dì Maria Luigia (1815-1847), il processo di rinnovamento edilizio è, inoltre, occasione per la scoperta a Parma del teatro romano, dell'anfiteatro, di ampi brani del tessuto urbano antico, cui si accompagna un ulteriore aumento delle collezioni. Nel 1866 sono finalmente cedute dall'Accademia le statue dalla basilica di Veleia. All'indomani dell'unificazione nazionale, grazie soprattutto alle ricerche di Luigi Pigorini e Pellegrino Strobel, vi si costituisce, infine, una delle più notevoli raccolte preistoriche dell'Italia settentrionale.