Esposta integralmente e per la prima volta la raccolta egiziana del Museo formatasi alla fine dell’Ottocento. Costituita da un’ottantina di reperti riconducibili ai temi della regalità, del rituale funerario e della devozionalità templare, è stata sottoposta nell’ultimo anno a un articolato progetto di studio, indagini diagnostiche e interventi conservativi che hanno interessato reperti archeologici e resti umani, fra i quali la mummia di un bambino.
Storie d'Egitto
La riscoperta della raccolta egiziana del Museo Civico di Modena
dal 16 febbraio 2019 al 7 giugno 2020
Museo Civico Archeologico Etnologico
Palazzo dei Musei, Largo Porta Sant’Agostino 337
Modena
Inaugurazione sabato 16 febbraio, ore 17, ingresso libero
Visitabile da martedì a venerdì ore 9 - 12; sabato, domenica e festivi ore 10
-
13 e 16 - 19
lunedì non festivi chiuso
Ingresso libero
“Storie d’Egitto” è innanzitutto un progetto che coniuga discipline
umanistiche e scientifiche e che partendo dalle analisi diagnostiche più
avanzate sui reperti che fanno parte della raccolta egiziana dei Musei civici
-in particolare quelle effettuate su una mummia- la riscopre con una mostra che
prende il via il 16 febbraio 2019 al Palazzo dei Musei di Modena.
L’approccio del museo di Modena, con un articolato programma di diagnostica e
manutenzione conservativa dell'intero nucleo di antichità egiziane nel rispetto
del Codice etico ICOM, che in merito alla cura delle collezioni prescrive che
siano disponibili e trasmesse alle generazioni future nelle migliori condizioni
possibili e con una documentazione adeguata, è stato approvato e sostenuto dalla
Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di
Bologna e le province di Ferrara, Modena e Reggio Emilia.
Sempre in tal senso, il protocollo seguito per il progetto verrà ripetuto nei
prossimi anni per riscoprire, valorizzare e preservare altre raccolte dei Musei
civici conservate nei depositi e non esposte per mancanza di spazio o per altre
motivazioni.
La restauratrice Cinzia Oliva apre il sarcofago ottocentesco che contiene la
mummia di bambino del I-II sec. d. C. Collezione egiziana del Museo Civico di
Modena
Il Progetto e le indagini diagnostiche
Il progetto, curato per i Musei Civici da Cristiana Zanasi, ha coinvolto
diversi specialisti: Daniela Picchi, responsabile della sezione egiziana del
Museo Civico Archeologico di Bologna, ha curato il programma di diagnostica e
manutenzione conservativa coinvolgendo specialisti del settore mentre a Marco Zecchi,
docente di Egittologia all'Università di Bologna, si deve la supervisione
scientifica dello studio dei reperti, affidato a due giovani ricercatori,
Beatrice De Faveri e Alessandro Galli. L'intera collezione è stata oggetto di
indagini, preliminari agli interventi di pulitura e restauro eseguiti da Cinzia
Oliva (reperti organici), Renaud Bernadet (reperti archeologici), Post Scriptum
(il cartonnage).
La mummia di bambino ha richiesto la campagna diagnostica più articolata con
indagine tomografica computerizzata TAC e RX, esami possibili grazie alla
disponibilità della Struttura di Radiologia dell'Azienda Ospedaliero -
Universitaria di Modena, datazione al radiocarbonio C14 di un frammento osseo e
di alcuni campioni di bende che la avvolgono e analisi merceologiche
dei filati del bendaggio a cura di TecnArt, Tecnologia e Ricerca per l'Arte, studio paleopatologico e antropologico a cura di Francesco Galassi, College of
Humanities, Arts and Social Sciences della Flinders University, e Elena Varotto,
del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, analisi dei
pigmenti presenti nei reperti archeologici e della policromia che caratterizza
il cartonnage tramite indagini multispettrali a cura di Andrea Rossi,
DI-AR-Diagnostica per Immagini per i Beni Culturali, identificazione della
specie legnosa utilizzata per il sarcofago antropoide a cura di Nicola
Macchioni, Lorena Sozzi, Simona Lazzeri, CNR - IVALSA di Sesto Fiorentino e
infine analisi entomologiche su reperti contenuti nel sarcofago, a cura di Stefano Vanin della School of Applied Sciences, University of Huddersfield. Le analisi
diagnostiche sulla mummia hanno consentito di riconoscere sesso, età e datazione
del piccolo corpo imbalsamato: si tratta di un bambino di tre anni vissuto in
Epoca Romana, fra I e II secolo d.C.
TAC effettuata sulla mummia presso la Struttura di Radiologia dell'Azienda
Ospedaliero - Universitaria di Modena
Sono stati sottoposti a TAC e RX anche i quattro arti umani (due braccia e due
gambe) e le tre teste conservate nella raccolta, che visti gli eccellenti
risultati conseguiti della determinazione della mummia, verranno a loro volta
campionati per eseguire le datazioni radiocarboniche.
L'Università di Modena e Reggio Emilia è stata inoltre coinvolta per le analisi
chimiche e sedimentologiche sui reperti lapidei della raccolta, effettuate da
Stefano Lugli, Paolo Pallante, Cesare Andrea Papazzoni e Paolo Zannini del
Dipartimento di Chimica e Scienza della Terra e per quelle botaniche a cura di
Giovanna Bosi, Dipartimento di Scienze della Vita UniMoRe.
La Mostra
La collezione egiziana dei Musei civici, consistente in un'ottantina di
reperti, si costituisce alla fine dell'800, negli anni successivi alla
fondazione del Museo. La storia della formazione della raccolta rappresenta
un'interessante chiave di lettura museografica dell'epoca e delle modalità di
acquisizione dei reperti attraverso acquisti, donazioni e scambi. Dalla
frammentarietà delle acquisizioni emerge tuttavia che i direttori del Museo
succedutisi nel XIX secolo non perseguirono convintamente l'idea di creare una
sezione di egittologia.
Le prime donazioni, da parte di cittadini modenesi, tra cui lo stesso fondatore e
primo direttore Carlo Boni, risalgono al 1875. Fra gli altri donatori figurano
modenesi illustri che contribuiscono in modo rilevante alla formazione di
raccolte del Museo, come il Marchese Giuseppe Campori e l'astronomo Pietro
Tacchini, il quale, recatosi in Egitto nel 1882 per osservare un'eclissi di
sole, ricevette in dono una testa di mummia e tre piccoli coccodrilli
imbalsamati che inviò poi al Museo di Modena. Dagli Atti del Museo risulta
inoltre che Boni, attorno al 1880, aveva trattato l'acquisizione di alcuni
oggetti con un noto mercante e antiquario francese, Charles Le Beuf. Nell'elenco
di antichità offerte dal Le Beuf sono presenti, accanto a materiali etnologici e
archeologici, reperti che in parte si riveleranno falsi.
Bronzetti votivi della collezione egiziana del Museo Civico di Modena
La mummia e le altre parti umane (arti e teste) provengono dalla Regia
Università di Modena. Tuttavia la presenza di parte di questi reperti è
accertata in città fin dal 1669, anno in cui risultano negli elenchi della "Ducal
Galleria Estense", a testimoniare che ben prima della formazione del Museo
civico l'interesse collezionistico dei duchi d'Este comprese anche le antichità
egiziane. La mummia di bambino, in particolare, attestata negli elenchi del
1751, compare insieme a "un corpo imbalsamato; dicesi d'una regina d'Egitto",
della quale, al momento non vi è alcuna traccia. Dopo gli ultimi doni degli
eredi di Pietro Tacchini, nel 1906, la raccolta non è più incrementata
I reperti, distribuiti su un ampio arco cronologico, appartengono a categorie
diverse, riconducibili alla regalità, al rituale funerario e alla devozionalità
templare.
La collezione conta statuette “ushabti” di Nuovo Regno (XVIII-XX dinastia,
1539-1070 a.C) ed Epoca Tarda (XXVI-XXX dinastia, 664-332 a.C.), sei vasi
canopi, tra cui un set a nome di Horsiesi (Epoca tarda), amuleti, bronzetti,
terracotte. Di grande interesse, un grande scarabeo commemorativo del sovrano
Amenhotep III (Nuovo regno, XVIII dinastia, 1388-1351 a.C.), che celebra la
sposa Ty. Presenti, inoltre, una mummia egiziana di bambino con cartonnage e
sarcofago antropoide moderni, alcune teste e arti umani, oltre a tre piccoli
coccodrilli imbalsamati e ad alcune bende di lino provenienti dalle mummie reali
scoperte a Deir el-Bahari nel 1881.
Ushabti di Unen-nefer in faïence, Provenienza ignota, XIX-XX dinastia (1292-1070
a.C.). Collezione egiziana del Museo Civico di Modena
L'inaugurazione della mostra è stata preceduta nella prima settimana di febbraio dall'intervento di restauro della mummia eseguito da Cinzia Oliva, fra i massimi esperti italiani nel restauro dei tessuti archeologici e delle mummie egiziane, in diretta davanti al pubblico ai Musei Civici e al nel settecentesco Teatro Anatomico, in collaborazione col Polo Museale dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
Eventi collaterali
Il dialogo con il pubblico più giovane sarà garantito anche dal progetto
social Instagram #mummiamo per aggregare immagini e contenuti legati
all'immaginario collettivo sulla mummia, dai fumetti, alla cinematografia, alla
letteratura.
In occasione del festivalfilosofia 2019, dedicato al tema "persona", verrà
restituita un'identità alla mummia con le nuove tecnologie digitali
presentandone la ricostruzione del volto, effettuata dal noto designer 3D
brasiliano Cicero Moraes, in collaborazione con il paleopatologo Francesco
Galassi.
In autunno, tra le iniziative collegate, si svolgerà una rassegna
cinematografica a tema, alla Sala Truffaut in collaborazione con Circuito
Cinema.
Info Tel 059 2033101 / 3125
www.museicivici.modena.it
museo.archeologico@comune.modena.it
FB | Instagram: museicivicimodena
#mummiamo: immagini e storie sulle mummie fra viaggi fumetti cinema letteratura
La mostra è promossa da Museo Civico Archeologico Etnologico – Comune di Modena in collaborazione con Museo Civico Archeologico Bologna Musei e Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Si ringraziano UNIMORE, Polo Museale dell'Emilia-Romagna, Servizio Sanitario
Regionale Emilia Romagna e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per
la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e
Ferrara
Alta sorveglianza sugli aspetti conservativi dei reperti in mostra a cura dei
restauratori Roberto Monaco e Micol Siboni, Soprintendenza Archeologia Belle
Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena,
Reggio Emilia e Ferrara
Informazioni a cura del Museo Civico Archeologico di Modena
Pagina a cura di Carla Conti