Durante i lavori per la realizzazione di un PEEP in via Maestri del Lavoro, alla periferia orientale di Modena, in un cantiere posto a non molta distanza da una zona che in passato aveva restituito pavimenti a mosaico pertinenti a una villa di età romana, sono emersi i resti di una fornace per laterizi.
Resti della camera di cottura della fornace per laterizi (XIX secolo)
Su disposizione della Soprintendenza per i Beni Archeologici
del’Emilia-Romagna, il cantiere (di potenziale di interesse archeologico) è
stato sottoposto a controllo in corso d’opera.
I lavori di scavo hanno evidenziato la presenza di un canale d’irrigazione di
età romana (che è stato rilevato e scavato) e i resti di una fornace per
laterizi, ascrivibile alla metà dell’800, abbandonata e parzialmente demolita a
causa un errore tecnico che ha comportato la fusione della camera di cottura,
rendendola di fatto inutilizzabile.
Veduta della fornace: si noti, sulla sinistra, la fusione parziale dei
pilastrini della camera di cottura; a destra, il prefurnio
Tra i materiali recuperati, si segnala un mattoncino con impresso il bollo del fabbricante, “Francesco Benassati”, un noto produttore di laterizi che nell'800 aveva le officine a Saliceta San Giuliano. Non è escluso che la fornace di Via Maestri del Lavoro fosse di proprietà dello stesso produttore.
Particolare del mattone con il marchio di fabbrica "Francesco Benassati"
Le indagini archeologiche, condotte dalla ditta ArcheoModena sotto la direzione scientifica di Donato Labate della Soprintendenza per i Beni Archeologici, sono in dirittura d'arrivo: si sta completando lo scavo e il rilievo grafico e fotografico della fornace. Per una singolare coincidenza, l'archeologo che conduce le indagini sul campo si chiama Francesco Benassi, quasi un caso di omonimia con il titolare della fornace Francesco Benassati
Informazioni archeologiche: Donato Labate (339.7930338 - donato.labate@beniculturali.it) e Francesco Benassi (archeo_benassi@yahoo.it ) - Foto Francesco Benassi
Aggiornamento 2016: la fornace è stata valorizzata in situ