È iscritto nel patrimonio dell’Unesco, è uno dei più importanti
monumenti del romanico europeo ed è il primo di cui si conosce il nome
dell’architetto, Lanfranco.
Ora gli scavi nella cripta del Duomo di Modena raccontano una storia più antica restituendo
alcune lastre lapidee scolpite di epoca altomedievale di grande interesse
storico, archeologico e monumentale, e i
resti delle fondamenta della cripta lanfranchiana.
Modena. Frammento di lastra di età longobarda (VIII secolo) rinvenuto negli scavi presso il
lato nord della cripta del Duomo
L’importante scoperta è avvenuta durante un sondaggio esplorativo sotto la
cripta, richiesto dal Capitolo Metropolitano e finalizzato ad accertare il luogo
della sepoltura del vescovo Santo Quadri.
L’indagine, concordata con due Soprintendenze, quella per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna e quella per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le
province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, ha interessato un piccolo settore
presso il lato settentrionale della cripta, dove è stato possibile indagare,
subito al di sotto del pavimento, una stratigrafia archeologica dello spessore
di circa 1,6 metri, ricca di depositi antropici e di elementi strutturali
databili principalmente all’epoca medievale.
L’indagine archeologica si è svolta sotto la direzione scientifica del
Soprintendente Luigi Malnati e di Donato Labate della Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna ed è stata condotta sul campo dall’archeologo
Francesco Benassi e dalla ditta Arca Restauri Srl di Modena.
Il rinvenimento più significativo è riferibile ad una struttura quadrangolare,
larga circa m. 3,3 e tagliata dalle fondazioni del Duomo, realizzata con
laterizi da reimpiego di età romana, riferibile alle fondamenta della cripta
lanfranchiana.
La struttura in laterizio da reimpiego di età romana, riferibile alle fondamenta
della cripta della Cattedrale
(XI-XII secolo)
All’alto medioevo è databile anche una lastra con pregevole fregio longobardo
(VIII sec. d.C) rinvenuta con altri frammenti lapidei e laterizi che
costituivano la sottofondazione del pavimento della cripta dell’XI-XII secolo,
collocato a circa 60 cm più in basso di quello attuale.
Gli scavi hanno portato in luce un ossuario che custodiva, sulla base di un
primo esame condotto dal dott. Claudio Cavazzuti, i resti di due sepolture: una
donna adulta di 40-50 anni ed un giovane di 16-18 anni.
L’ossuario, a cassa
laterizia, risulta orientato con la cattedrale pre-lanfranchiana, la cui
datazione è stata riferita all’XI secolo.(foto a sinistra)
Di un certo interesse è infine il rinvenimento di una moneta d’argento, identificata dal numismatico Carlo Poggi come un denaro lucchese (foto a destra), del tutto simile alle altre monete rinvenute nella tomba di San Geminiano, collocate al momento della traslazione del santo avvenuta nel 1106 alla presenza della contessa Matilde di Canossa e del Papa Pasquale II.
I fregi recuperati andranno ad arricchire il Museo Lapidario del Duomo di Modena, in Via Lanfranco n. 6.