La città etrusca di Pian di Misano, con il suo
impianto urbano rigorosamente ortogonale, è stata considerata
come una fondazione quasi di tipo coloniale, frutto di una
riorganizzazione insediativa della valle del Reno, avvenuta forse
sotto l'egida del centro etrusco padano di Felsina verso la fine
del VI sec. a.C.
Suddivisa in otto
quartieri da quattro strade principali, sembra
comprendere nella sua parte più settentrionale le aree
pubbliche più importanti, di destinazione sacra, che si
concentrano soprattutto in una piccola acropoli.
Area urbana: il Tempio dedicato a Tinia, somma
divinità Etrusca corrispondente allo Zeus dei Greci
Area urbana: foto aerea dell'abitato (plateia A, in altro restauro casa 6)
visto da nord
Su questa altura nel corso del V sec. a.C. si sviluppa un
processo di monumentalizzazione: vengono costruiti almeno cinque
edifici, templi e altari che testimoniano lo sviluppo del centro e
della sua cultura architettonica.
Di particolare interesse appaiono sia i
resti della abitazioni private, che attestano una fase importante
nel processo di formazione della casa urbana centro-italica, sia
le ricche necropoli scavate nel secolo scorso.
Agli inizi del IV
sec. a.C. si registra una cesura, collegata all'occupazione gallica
della regione, con una forte contrazione dell'insediamento, ancora frequentato,
comunque, ma da popolazioni di cultura celtica. Con la conquista
romana del territorio controllato dai Boi, a Marzabotto
scompare qualsiasi traccia di frequentazione e si codifica
l'abbandono del sito, riutilizzato in maniera discontinua e
sporadica da impianti rurali forse di prima età imperiale.
Le aree di scavo fruibili
comprendono parte dell'ampia rete stradale antica, d'impianto
ortogonale, e le
strutture insediative; sull'acropoli si possono visitare i resti
dei basamenti di cinque edifici monumentali pubblici di
destinazione sacra, pertinenti al V sec. a.C.
Il percorso di visita della vasta area (circa 18 ettari) si
snoda lungo le antiche vie principali, larghe ben quindici metri.
Partendo
dai resti della porta settentrionale della città si procede per la cosiddetta
plateia A -che fiancheggia il grande tempio a pianta greca, attualmente in
corso di scavo- sulla quale si affacciano la fornace relativa al tempio e
numerose case di abitazione caratterizzate da cortile centrale con pozzo.
L'ingresso orientale della città e, sullo sfondo, la necropoli est
All’estremità sud orientale del pianoro è dislocato un altro ingresso all’antica
città, immediatamente al di fuori del quale si estende la necropoli
est caratterizzata da tombe a cassa lapidea sormontate dai caratteristici segnacoli
a uovo. Un’altra necropoli, del tutto analoga, è collocata a nord della città e
si affaccia su un pittoresco laghetto realizzato secondo il gusto ottocentesco che
impronta di sé tutto il parco.
E proprio nella parte più suggestiva del parco,
sull’altura di Misanello, i resti di tre templi e di due altari caratterizzano
in senso sacro l’acropoli dell’antica città. I resti
del cosiddetto santuario fontile -messo in luce solo parzialmente ai margini
nord orientali del pianoro- rimandano a culti salutari con i quali devono con ogni probabilità essere messi
in rapporto i resti monumentali rinvenuti poco lontano.
La città etrusca di Marzabotto è stata per anni nota come Misa, derivante dal toponimo Misano o Misanello del pianoro su cui sorge. Il recente rinvenimento di un'iscrizione sotto una ciotola rituale in bucchero ha consentito di riconoscere in questa città l'etrusca Kainua, il cui significato potrebbe essere "città nuova"
Fondo di coppa con iscrizione …]ni kainuaθi
k[…(apografo)
Il tempio di Tinia
Risale ai primi anno del Duemila la scoperta in area urbana di un tempio
dedicato a Tinia, sommo dio degli Etruschi (al pari di Zeus per i Greci). Il
tempio fu costruito
all'interno di un isolato regolarmente inserito nella maglia urbanistica della
città.
La posizione dell’edificio è strategica, all’incrocio tra la plateia A, l’asse
viario principale sul quale affacciano le abitazioni più prestigiose e le
botteghe, e la plateia B che conduceva direttamente sull’acropoli. Il tempio in
città era dunque collegato con gli edifici sacri dell’acropoli, rispetto ai
quali si trovava sullo stesso allineamento visivo.
Secondo le concezioni cosmologiche etrusche, che ad ogni dio assegnavano una
sede celeste in base ad una divisione astronomica, questa era proprio la
posizione dedicata a Tinia (a nord/nord-ovest), quasi fosse stata trasposta
sulla terra.
Il tempio fu edificato all’interno di un’area delimitata da mura di temenos
e aperta a sud con un ingresso monumentale. Alcuni ambienti di servizio e un
pozzo/cisterna, funzionali alle pratiche di culto, affiancano l’edificio che ha
pianta rettangolare di m. 21, 92 x 35,50, orientata in senso nord-sud.
Si tratta di un periptero, una categoria architettonica che gli Etruschi
assunsero dal mondo greco reinterpretandola, documentata anche in alcune città
dell’Etruria meridionale e del Lazio (Cerveteri, Pyrgi, Vulci, Satricum, Roma).
Le colonne (ben 22) sono distribuite su un podio, che in origine doveva essere
esternamente modanato, seguendo l’allineamento della cella, suddivisa in un
pronao in antis, cella e adyton bipartito. Una scalinata centrale,
posta a sud, contribuiva a rispettare il principio dell’assialità, peculiare
dell’architettura sacra etrusca.
L’edificio è conservato solo al livello delle fondazioni, intercettate in epoca
moderna dai lavori agricoli (le fosse per l’alloggiamento della vite). Alcuni
frammenti riferibili alla decorazione del tetto lasciano intuire che il tempio
fosse ornato con lastre di terracotta a bassorilievo policrome che coprivano la
travatura lignea, secondo la consuetudine dell’architettura templare etrusca.
Legno e travertino furono i materiali utilizzati per la costruzione.
Sia per le dimensioni, davvero ragguardevoli, sia per l’aspetto metrologico (il
piede attico), che per la tipologia architettonica “alla greca” (che rivela una
precisa scelta culturale della città), il tempio di Tinia trova i suoi paralleli
più vicini nelle principali città dell’Etruria meridionale, dimostrando il pieno
inserimento di Marzabotto nei più vitali circuiti di collegamento che
attraversavano l’intera Etruria.
Risale invece agli scavi 2014-2015 la scoperta di un nuovo tempio tuscanico
dedicato a Uni (Hera per i Greci e Giunone per i Romani) che cambia
ancora il volto della città: lo scavo del nuovo tempio ha consentito di
recuperare anche alcune iscrizioni etrusche legate alla sfera del sacro e della
politica.
Disegno ricostruttivo del temenos del santuario di Tinia (disegno di
Paolo Baronio)
Le informazioni sul tempio di Tinia sono di Giuseppe Sassatelli e Elisabetta Govi (Università di Bologna)