Ricoperti gli scavi e sistemati i reperti rinvenuti, resta il
racconto di quanto scoperto dalla Soprintendenza Archeologia di Bologna durante
due anni di indagini archeologiche nel centro del paese, fra le vie Battisti e Roma e piazza
Garibaldi, nell’estate del 2012 e da giugno a ottobre 2014.
Poiché nulla è più visibile in superficie, il Comune di Montiano ha posizionato
nei punti strategici alcuni pannelli didattici e stampato una piccola storia
illustrata per far conoscere ai montianesi, ai curiosi e in particolare ai più
giovani un pezzo di storia riemerso dal passato. Un salto all'indietro di quasi
cinquecento anni, in una Montiano con case di pietra e tetti di legno, dove le
strade erano in terra battuta e le piazze cantieri a cielo aperto.
Un paese in realtà non troppo diverso da quello odierno eppure lontano nel
tempo, dove girando per le strade avremmo incontrato altri volti, sentito altri
idiomi e soprattutto visto un altro cantiere...
Per presentare gli esiti delle campagne di
scavo il Comune di Montiano organizza giovedì 9 aprile 2015, alle ore 21, presso
il Centro Culturale San Francesco, Piazza Giuseppe Garibaldi n. 3 a Montiano (FC)
la conferenza "Storia di un cantiere. Gli scavi
archeologici a Montiano"
con gli archeologi Annalisa Pozzi (Soprintendenza Archeologia
dell'Emilia-Romagna) e Simone Biondi (Tecne),
Montiano fra Medioevo e Rinascimento
Situato in una zona strategica per il controllo del territorio, a metà
strada tra Cesena e Rimini, sulle prime pendici collinari, Montiano è stato a
lungo conteso con il vicino castello di Montenovo.
Conquistato dai Malatesta alla fine del ‘300, saccheggiato nel 1355 dal
forlivese Ludovico degli Ordelaffi, torna pochi anni dopo sotto la Curia di
Ravenna che lo regge fra alterne vicende fino al 1566 quando, per volontà di
Papa Pio V, viene ceduto ai Malatesta del ramo di Sogliano.
Si deve a Giacomo
Malatesta (1530-1600), nipote di Sigismondo, la costruzione
dell’imponente Rocca e della porta di accesso al borgo, conosciuta oggi come
Arco degli Spada.
Gli anni del XVI e il XVII secolo sono fra i più importanti
per la storia del paese. Viene costruita la chiesa parrocchiale di Sant’Agata e
pochi anni dopo, agli inizi del 1600, la Chiesa di San Francesco con l’attiguo
Monastero dei frati Minori.
Estinto il ramo dei Malatesta, Montiano passa alla famiglia Spada di Bologna
che lo amministra fino al 1797, quando ritorna nuovamente sotto il dominio della Santa Sede
che lo regge fino
all’Unità di Italia.
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Il cantiere di Montiano
Gli scavi archeologici hanno permesso di
ridisegnare uno spaccato di vita importante di Montiano durante l’età
rinascimentale, fra il 1400 e il 1600. Le aree intorno alla rocca malatestiana,
le piazze e le strade adiacenti dovevano sembrare in quegli anni una grande
fabbrica, con tettoie per proteggere dalla pioggia e dal sole operai e i materiali, impalcature, ponteggi, corde, macchine, ecc.
Tratti dei muri interni del chiostro del XVII secolo, demoliti in parte nel 1935
Lungo le strade o ai bordi dei
cantieri avremmo visto muratori e capomastri, ognuno con compiti e abilità
diverse, spesso provenienti da centri anche molto distanti. A loro si deve la
realizzazione del più antico sistema fognario di Montiano, già in uso nel XVI
secolo e documentato al di sotto di via Cesare Battisti. A differenza delle
fognature di oggi, questi condotti erano costruiti interamente in mattoni e
pietra e utilizzati per la raccolta e lo scolo delle piogge.
Era un
lavoro per nulla semplice, che richiedeva precise conoscenze di ingegneria,
idraulica e fisica.
Le fosse da grano
Gli operai
erano ingaggiati da privati
cittadini ma più spesso da gruppi di famiglie, in modo da poter dividere le spese
di costruzione. Non erano maestranze qualunque, erano specializzati nello scavo di “pozzi” e fosse sotterranee dove
conservare il grano o i legumi raccolti durante l’estate.
Questi singolari
monumenti “a rovescio“ (illustrati qui a fianco dal disegno di Simone Biondi) sono fra le scoperte più importanti riemerse dagli scavi archeologici in
piazza Garibaldi. Dalla fine del 1400 i contadini di Montiano, come era abitudine comune già altrove, per
difendersi dai sempre più frequenti saccheggi, presero la consuetudine di nascondere le provviste
alimentari in fosse scavate nell’arenaria. Si tratta di vere e proprie buche a
forma di campana, profonde fino a 4 metri con diametri compresi fra i 2 e i 3 metri,
con le pareti originariamente rivestite di paglia o canniccio, usate in passato
per immagazzinare e conservare grano, orzo, avena, granturco, fave, mandorle, ceci, semi di
lino, ecc.
Gli scavi archeologici condotti nell’estate del 2014 in piazza Garibaldi hanno
portato al ritrovamento di sette granai “a fossa” di età moderna, databili,
salvo poche eccezioni, fra la fine del 1400 e il corso del 1500. La
maggior parte sono stati trovati nel tratto compreso fra l’arco Spada e
l’inizio di via Roma. A questi se ne devono aggiungere altri tre scoperti nel
2012, di cui due di fronte all’Ufficio Postale e uno lungo via Cesare Battisti.
Come per la loro costruzione, anche per la successiva estrazione
del frumento (almeno dai granai più grandi) era richiesta una vera e propria
organizzazione di operai esperti, i cosiddetti “sfossatori”. Chiuse, tranne
poche eccezioni, già alla fine del 1500, al loro interno sono state ritrovate
diverse ceramiche utilizzate in origine in cucina o sulle tavole, come stoviglie
o vasellame comune (piatti, ciotole, catini ecc).
Fra i materiali recuperati si segnalano alcuni vasetti di piccole dimensioni,
perfettamente conservati, usati perlopiù come porta spezie o per conservare
preparati medicinali come unguenti e polveri. Abbastanza singolare il
ritrovamento di un salvadanaio in terracotta databile alla metà del 1500 circa,
forse un gioco o un regalo per un bambino, viste le sue ridotte dimensioni.
Portaspezie in ceramica (a sinistra) e salvadanaio in terracotta (a destra). XVI
secolo
Ritrovamenti archeologici nell’area “Virginia Battistini”: il chiostro del
Convento del Crocifisso di Montiano
Il Convento dei Frati Minori Osservanti fu costruito nel 1607 da Carlo
Felice Malatesta. Gli scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologia
dell’Emilia Romagna nel 2014 hanno portato al ritrovamento di alcuni tratti
delle fondazioni del chiostro costruite in pietra e mattoni di recupero legati
da calce.
Decorato -come ricordano le fonti d’archivio- con affreschi sulla vita di San
Francesco d’Assisi, il convento fu soppresso nel 1866 e da ultimo ridotto e
trasformato in edificio scolastico dal 1935.
All’interno della sua Chiesa, costruita nel 1613 per ospitare la Sacra Immagine
del Santissimo Crocifisso di Montiano, furono sepolti Margherita di Thiene e
Leonida Malatesta, moglie e figlio del Marchese Carlo Felice.
Nel 1980 la chiesa del SS. Crocifisso fu sconsacrata e ora l’edificio, di
proprietà comunale e usato come Centro Culturale San Francesco, ospita gran
parte delle opere d’arte comunali di Montiano.
I ritrovamenti archeologici lungo la via Cesare Battisti: i condotti
fognari e l'ipogeo
Gli scavi condotti nell’estate del 2012 e nell'autunno del 2014 lungo via Cesare
Battisti hanno portato in luce al di sotto dell’attuale manto stradale una serie
di strutture di interesse storico. Fra queste, alcuni tratti dei due condotti
fognari costruiti a cavallo fra il XVI e il XVII secolo e usati per la raccolta
delle acque bianche e un ipogeo a “struttura complessa”.
I condotti fognari
Il primo e più antico condotto fognario, databile al
XVI secolo, era costituito da una struttura in pietra e mattoni con copertura a
botte, alla quale se ne collega una più recente del XVII-XVIII sec.,
caratterizzata da un corpo a sezione quadrangolare rinforzato sui lati da grossi
ciottoli e chiuso sulla testa da una copertura in mattoni a doppio spiovente. Si
tratta di vere e proprie opere di ingegneria idraulica realizzate allo scopo di
smaltire l’acqua piovana.
La fognatura per lo scolo dell’acqua (XVI sec.) scoperta in via Cesare Battisti.
Particolari della copertura esterna in mattoni e dell’interno del condotto
Non si può per altro escludere un loro utilizzo come fognature di spurgo, anche se di norma per le acque nere valeva la regola dell’accumulo nei pozzi neri, prossimi alle case e svuotati periodicamente da operai specializzati che poi smaltivano i liquami nei terreni di campagna.
Schema per la costruzione della volta in mattoni
L’ ipogeo
Sotto la strada attuale è stato trovato un ambiente interrato (scavato interamente
nell’arenaria) che si sviluppa su una superficie di 88 mq.
L’ingresso porta a un ambiente principale al centro del
quale si sviluppa un pilastro a sezione rettangolare che sorregge l’intera
copertura voltata. Da questo ambiente principale si snodavano una serie di
corridoi chiusi da nicchie absidate, nelle quali si distinguevano appoggi per
lumi, piccole mensole, ganci e fori per l’alloggio di travi.
Non abbiamo elementi per definirne funzione e
datazione, ma sappiamo per certo che l'ipogeo è stato usato come rifugio durante la
seconda guerra mondiale.
L'ingresso e pianta dell'ipogeo
Qualche curiosità …
Fra i personaggi illustri nati a Montiano, ricordiamo Biagio Baroni, detto
Martinelli da Montiano, nato nel 1463 e morto a Roma nel 1544. Primo cerimoniere
dei papi Leone X, Adriano VI, Clemente VII e Paolo III, venne raffigurato da
Michelangelo, dopo un acceso litigio fra i due, nei panni di Minosse, giudice
degli inferi, nel Giudizio Universale nella Cappella Sistina a Roma.
Progetto di recupero e di valorizzazione dell'antico borgo di Montiano (FC)
Committente: Comune di Montiano
Architetto progettista: Pino Montalti
Valutazione architettonica e paesaggistica:
Marzia Iacobellis,
Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e
Rimini, Tel. 0544 543711
Responsabili scavo: Susi D'Amato e Simone Biondi,
archeologi Tecne
Direzione scientifica dello scavo:
Annalisa Pozzi, Soprintendenza
Archeologia dell’Emilia
Romagna, Tel. 051 224402 interno 134
Gli scavi archeologici sono stati effettuati nell'estate 2012 e da giugno a ottobre 2014