Che cosa c'era sotto gli attuali Giardini Pubblici in Via Verdi, a Cesena? In
città se lo chiedono tutti dopo il recente ritrovamento di scheletri e di alcune
strutture, databili tra la fine del 1200 e l'inizio del 1300, certamente
pertinenti ad una chiesa. Le strutture, che sono emerse in occasione dei lavori
per il rifacimento delle fognature stradali, sono intersecate da una vecchia
conduttura ottocentesca collegata al primo impianto del giardino.
Come sempre in questa fase di studio, la cautela è
d'obbligo. Mentre siamo in procinto di richiudere lo scavo, sono in corso ricerche storiche e
d'archivio per cercare di identificare questa chiesa che in ogni caso non è,
come si era ipotizzato in un primo tempo, quella di S. Martino, la "ricercatissima" chiesa dei Templari.
Che poi invece sia la Domus Dei, quella dei
Cavalieri di San Giovanni, è tutto da verificare, anche se a complicare il tutto
contribuisce anche la tradizione popolare cesenate che farebbe coincidere
i due edifici, la chiesa di S. Martino e la Domus Dei e cioè la chiesa
dei Templari e quella dei Cavalieri di San Giovanni.
Particolare delle strutture rinvenute: in basso a desta si intravedono le
sepolture, a sinistra la pavimentazione della probabile navata della chiesa
trecentesca, coperta dal crollo del muro laterale, e nella parte alta l'inizio
del muro dell’abside
Lo scavo è tagliato da una fognatura ottocentesca del giardino (in primo piano)
I dati di scavo, i soli con diritto di parola, sono questi: la chiesa è
datata alla fine del XIII secolo, una datazione certa, grazie alla
presenza di
ceramiche (in archeologia, formidabili indicatori cronologici) inserite in corso d’opera nella struttura muraria. Tra queste si
distingue, per il particolare interesse, un boccale in maiolica “arcaica”
con stemma con decorazione a
scacchiera e motivi floreali. La chiesa doveva avere tre navate ed un'abside ad
ovest, forse poligonale, sotto la quale era inserita una cripta finemente intonacata in bianco,
cui probabilmente si accedeva da una botola. Delle tre navate, si è potuto
parzialmente indagare solo quella di destra che presenta un
pavimento in sassi, in origine stuccati, coperto dal crollo del muro laterale.
All'esterno di questa navata sono state trovate alcune sepolture anche con corpi
di fanciulli.
La chiesa ha poi probabilmente avuto una seconda fase edilizia, attestata dalla presenza di un pezzo di arco decorato di età rinascimentale.
L'elemento architettonico d'età rinascimentale, riferibile alla seconda fase
edilizia della chiesa
Non sappiamo ancora in che periodo la chiesa sia stata demolita, sappiamo però che dal XVII-XVIII secolo in poi nella zona era localizzata la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, chiamata anche Domus Dei cioè Casa di Dio. La pianta della chiesa di San Michele, conosciuta in virtù dei documenti catastali dell'epoca, non corrisponde in alcun modo a quella dell'edificio rinvenuto; come si è detto, la Domus Dei era la Chiesa dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni.
La pianta evidenzia il posizionamento della struttura appena rinvenuta (a
colori) rispetto alla planimetria ottocentesca (in blu) della Chiesa di S.
Michele Arcangelo e locali annessi
Ciò premesso, ecco alcune brevi informazioni storiche che aiutano a capire
perchè, al momento, è così difficile identificare con certezza la chiesa
rinvenuta.
Le prime notizie sulla Domus Dei si riferiscono al pagamento al Papa
delle decime da parte di Don Pietro, precettore della Domus Dei (Rationes
decimarum: 1290-1291-1292).
Da questi atti, si passa direttamente all'8 agosto del 1312, annus horribilis
per i Templari visto che il 3 aprile di quell'anno il Papa Clemente V aveva
ufficialmente soppresso l’ordine cavalleresco con la bolla Vox in excelso,
stabilendo (il 2 maggio successivo) il trasferimento ai Cavalieri Ospitalieri di
tutti i loro beni.
Si inserisce nell’ambito delle varie dispute sulla confisca dei beni dell’ordine dei
Templari un documento relativo alla presenza di un certo prete Rainerio
di Cesena nella Chiesa di S. Martino, nei pressi di S. Domenico (chiesa che, se
non trattasi di omonimia, è attualmente assai distante dai Giardini di Via
Verdi). Tale Chiesa di S. Martino (con annesso ospedale e ricovero per i
viandanti) era di proprietà, o forse meglio era stata concessa in enfiteusi,
all’ordine cavalleresco dei Templari.
Frate Atto (Fra Atto nei documenti), incaricato dal Papa di procedere alla
confisca dei beni templari, intima -pena scomunica- a prete Rainerio di
presentarsi a don Guglielmo, rettore e precettore della Domus Dei di
proprietà dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme.
L’intimazione non sortisce l’effetto sperato: il fatto che S. Martino non passi
in mano ai Giovanniti parrebbe segno che il complesso non era di
proprietà dei Templari.
Anche se la casa dei Giovanniti di Cesena non potè incamerare direttamente i
beni dei Templari, come le domus di altre città, è indubbio che la
soppressione dell’ordine cavalleresco della croce rossa in campo bianco abbia
favorito, in qualche maniera, l’ordine degli Ospitalieri.
Dal 1437 al 1464 la Domus Dei viene affittata mentre qualche anno dopo
(1470), nell’ambito della riorganizzazione dell’ordine cavalleresco, le Case di
Cesena e Rimini vengono riunite con la creazione delle Commende e dei
Commendatori. E’ in questa occasione che la Domus Dei prende il titolo di
S. Michele Arcangelo, pur mantenendo per un certo periodo entrambe le titolazioni
(anche se per i cesenati questa rimarrà sempre la Casa di Dio).
Da un documento del 1680 sappiamo che la Chiesa era lunga 50 piedi e larga 15
(circa metri 30 x 5,7) e che all'interno della Chiesa vi erano sepolture (ma non
per i Cavalieri di Malta, che venivano deposti in Cattedrale), rigorosamente
suddivise fra uomini, donne e bambini sotto i sette anni.
Gli ultimi documenti finora trovati sulla chiesa di S. Michele Arcangelo/Domus
Dei tracciano la storia del suo ultimo secolo di vita: nel 1755 la chiesa viene ricostruita
più grande e spaziosa (ed evidentemente
con un orientamento diverso), nel 1797 termina l’appartenenza del complesso
all’Ordine dei Giovanniti (ora Cavalieri di Malta) e infine nel 1849, su pressione della cittadinanza che lamentava l’ingombro
della stessa lungo la strada, la Chiesa viene demolita. Lo spazio in precedenza
occupato dalla chiesa e dal suo ospedale cambia completamente destinazione e
diviene il nuovo giardino pubblico, collegato al famoso teatro "Bonci".
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In attesa di un'ulteriore e più approfondita ricerca sui dati d'archivio, che auspichiamo possa chiarire la successione degli edifici, restano le ipotesi sull'identificazione della chiesa appena scavata. I resti intercettati sono quelli della prima Domus Dei, quella di cui parlano i documenti del 1290? È possibile che il primo edificio dei Cavalieri di San Giovanni , comprendente chiesa e ospedale, sia rimasto in funzione mentre veniva costruito il nuovo complesso settecentesco di S. Michele Arcangelo? Ciò spiegherebbe perchè i due edifici, quello demolito nell'800 e quello messo in luce nello scavo, pur rimanendo affiancati, non si sovrappongono.