Segui gli aggiornamenti sullo scavo:
2015 (26 ottobre -
5 novembre - 11 novembre - 19 novembre -
24 novembre - 4
dicembre - 11 dicembre - 17 dicembre)
2016 (14 gennaio -
25 gennaio - 12 febbraio
- 26 febbraio -
11 marzo - 29
marzo - 22 aprile -
7 giugno)
Tre visite guidate agli scavi archeologici in piazza della Libertà di Cesena nelle giornate di venerdì 1, 8 e 15 luglio 2016, con inizio alle ore 20.30
Venerdì 1 luglio a cura di Cinzia Cavallari
(Soprintendenza Archeologia) e Simone Biondi (ADArte)
Venerdì 8 luglio a cura di Denis Capellini (Ispettore onorario della
Soprintendenza Archeologia)
Venerdì 15 luglio a cura di Dimitri Degli Angeli (Gruppo Archeologico Cesenate
"Giorgio Albano")
VI ASPETTIAMO NUMEROSI PER SCOPRIRE TUTTI I RISVOLTI E LE CURIOSITÀ DI QUESTA PRIMA FASE DI INDAGINI ARCHEOLOGICHE
Per tutelarne la sicurezza, il pubblico rimarrà all’esterno dell’area di scavo, usufruendo di un’adeguata strumentazione di amplificazione. La visite guidate sono libere e gratuite; è comunque gradita la prenotazione all'Ufficio Turistico 0547 356327
Primi affioramenti in Piazza della Libertà: resti di età medievale e
post-medievale
Che cosa c'è sotto l'attuale Piazza della Libertà a Cesena? In
città se lo chiedono un po' tutti dopo che il 12 ottobre 2015 sono iniziate le
indagini archeologiche preventive ai lavori di riqualificazione della piazza
voluti dall'amministrazione comunale di Cesena e che dovrebbero concludersi
nell'agosto 2017.
Gli scavi sono eseguiti dalla ditta adArte di Luca Mandolesi Snc di Rimini sotto la direzione
scientifica di Cinzia Cavallari, archeologa della Soprintendenza Archeologia
dell'Emilia-Romagna.
Per attenuare l'impatto del cantiere, la recinzione a pannelli è stata dotata di
grandi oblò che consentiranno a cittadini e curiosi di seguire in diretta
l'avanzamento dei lavori.
Sono anche previste visite guidate agli scavi per
informare il pubblico sulle scoperte che andranno via via emergendo; allo stesso
modo cercheremo di tenervi aggiornati pubblicando le novità su questa pagina.
Nel 1993, quando si ipotizzava la realizzazione di un parcheggio sotterraneo, la
Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna aveva disposto in Piazza della
Libertà una serie di indagini preventive che avevano attestato una potenza antropica di almeno
430 cm. Si erano rinvenute prevalentemente tracce di strutture di età romana
ascrivibili a una domus imperiale pavimentata a mosaico (posto a 2 metri
di profondità dal livello della piazza) che insisteva su oltre un metro di
livelli di età repubblicana, contraddistinti da una bassa concentrazione di
materiali fittili.
Al di sopra della domus erano state osservate stratificazioni di età
medievale e moderna, le prime che ci si aspetta di ritrovare con gli scavi
archeologici di quest'anno.
26 ottobre 2015
Le opere, avviate a partire dalla zona absidale della nuova Cattedrale in
direzione di C.so G. Garibaldi, prevedono lo sbancamento e lo scavo archeologico
estensivo di tutta la piazza fino a una profondità di 40 centimetri.
Appena iniziati, i lavori hanno già riportato alla luce resti di età medievale e
post-medievale: fondazioni murarie afferenti a diverse fasi del complesso
ecclesiastico, una cisterna in laterizi (probabilmente utilizzata in origine per
la conservazione di grano o derrate alimentari) e un piano stradale
caratterizzato da un rivestimento in lapidei squadrati e ciottoli.
Stato d'avanzamento delle indagini archeologiche al 26 ottobre 2015
5 novembre 2015
Proseguono senza intoppi i lavori in Piazza della Libertà. Attualmente è stata
riportata in luce circa la metà dell’intera superficie da indagare.
Sono in corso le operazioni di documentazione grafica e fotografica delle
cortine murarie finora evidenziate (perimetrale e vani riconducibili
presumibilmente a diverse fasi edilizie dell’Ospedale di S. Tobia, documentato
fin dal 1348 e destinato prevalentemente alla cura dei pellegrini). Dell’antica
struttura assistenziale si conserva attualmente in elevato solo la cappella
legata all’abside della nuova Cattedrale.
Particolare di alcuni ambienti a nord, interpretabili come ampliamenti
dell’Ospedale di S. Tobia, e frammento di lapide commemorativa recuperata negli
scavi
Di grande interesse appare un tracciato stradale in lapidei squadrati e ciottoli, orientato grosso modo Nord/Sud, interpretabile ipoteticamente come “strada del Carmine”, in uso fino agli inizi del XX secolo
Panoramica del settore in corso di scavo (a est del Duomo)
11 novembre 2015
A un mese di distanza dall’inizio lavori è stata ultimata gran parte della
documentazione grafica e fotografica delle strutture evidenziate nel settore a
est del Duomo, pari a circa la metà dell’area d’intervento.
Di seguito le immagini più significative di quanto finora trovato e dell'ipotesi
ricostruttiva.
Ipotesi ricostruttiva degli alzati di una porzione dell’Ospedale di S. Tobia con
dettaglio dei piani di calpestio individuati
Particolare di pavimentazione in laterizi di uno degli ambienti in uso nel XIX
secolo
19 novembre
Dopo aver pulito e rilevato le strutture murarie del complesso edilizio
individuato a est del Duomo, è stato possibile riconoscere due ambienti
interrati con copertura a volta.
Alla sommità di questi vani sono presenti i resti di piani di calpestio in
ciottoli e laterizi databili all'età post-medievale
Gli ambienti sotterranei in mattone con copertura a volta scoperti sotto i piani
d'uso rinascimentali
24 novembre 2015
Durante lo splateamento dell'area di cantiere sono stati recuperati alcuni
frammenti di vasellame in ceramica; tra i materiali più antichi vi segnaliamo un
boccale lacunoso in Maiolica Arcaica (età bassomedievale).
Le murature riconducibili all'antico Ospedale di S. Tobia delineano una serie di vani dotati di sistemi per il deflusso e la captazione delle acque.
Al centro gli ambienti riferibili all'antico Ospedale di San Tobia; in alto il
pozzo per l'acqua e sotto particolare della canalina in mattoni per il deflusso
dell'acqua piovana
4 dicembre 2015
Quasi 150 persone (tra cui il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi e un'intera classe
del locale Liceo Scientifico) hanno partecipato alla visita guidata al cantiere
di scavo promossa da Comune e Soprintendenza.
L'archeologa della Soprintendenza Cinzia Cavallari ha illustrato
l'urbanizzazione dell'area in età medievale e moderna, raccontando la storia
dell'Ospedale di San Tobia (XIV secolo), della nuova Cattedrale e della Chiesa
del Carmine.
Ha anche accennato alle indagini preventive svolte in Piazza della Libertà nel
1993 quando si ipotizzava la realizzazione di un parcheggio sotterraneo. I
sondaggi hanno individuato un deposito archeologico pluristratificato, dovuto a
un'occupazione continuativa della zona, che va dall'età romana repubblicana alle
fosse da grano di età moderna, di cui una perfettamente visibile nello scavo.
Simone Biondi, archeologo di adArte, ha illustrato nel dettaglio le varie fasi
degli scavi finora eseguiti, descrivendo le caratteristiche strutturali degli
ambienti dell'Ospedale di San Tobia e la strada in uso fino agli inizi del '900
(ora rimessa in luce e perfettamente visibile) che separava l'ospedale dalla
Chiesa del Carmine
Cittadini e curiosi hanno partecipato alla visita guidata del 3 dicembre
promossa da Comune e Soprintendenza
11 dicembre 2015
A due mesi di distanza dall’inizio lavori è stata ultimata la documentazione
grafica e fotografica delle strutture evidenziate nel settore a est del Duomo,
pari alla metà dell’area d’intervento.
Le indagini sono attualmente in corso nella restante porzione a est, in
direzione di via Braschi.
Panoramica da nord dell’area di cantiere scavata e documentata
Ambiente a est dell’abside della cattedrale e della cappella di San Tobia
Particolare di una fossa granaria di età post-medievale (struttura muraria
sotterranea a forma di campana per la conservazione dei cereali). Il disegno
ricostruttivo è di Simone Biondi
17 dicembre 2015
Le indagini stanno proseguendo nel settore orientale del cantiere, in direzione di via Braschi; a tutt'oggi è già stato effettuato lo splateamento di una superficie
pari a circa i 2/3 dell’intera area.
Panoramica dell'area di cantiere in corso di scavo
Nelle prossime settimane i lavori non saranno
interrotti anche se gli archeologi si dedicheranno soprattutto all’aggiornamento
della documentazione scientifica.
Nell’augurarvi Buon Natale e Feste Serene, vi diamo appuntamento alla metà di
gennaio per i futuri aggiornamenti
Frammenti di ceramiche del XV secolo rinvenute negli scavi
14 gennaio 2016
Dal 21 dicembre 2015 a oggi è stato completato lo splateamento di un’area pari a
circa ¾ del cantiere e adesso le indagini sono in corso nel settore a est, in
direzione degli uffici postali di piazza della Libertà.
Panoramica del settore nord-est del cantiere
La zona è occupata dal complesso conventuale dei
Carmelitani, del quale sono riconoscibili il chiostro, i perimetrali della
chiesa del Carmine e i resti dell’abside, orientata a nord.
In un ambiente dell’edificio di culto è stato scavato un ossario
L'ossario/fossa comune rinvenuto all'interno alla chiesa del Carmine
Particolare dell'ossario con deposizioni plurime
di adulti di sesso sia femminile sia maschile
25 gennaio 2016
In anticipo rispetto al cronoprogramma (febbraio 2016), il 25 gennaio è stato
completato lo splateamento dell’intera area di cantiere. Resta escluso soltanto
l’abbassamento nel settore di accesso al sito dove si trovano l’ufficio e
l’entrata per i mezzi meccanici (in uso fino alla conclusione, nel 2017, di
tutti i lavori comprensivi della posa dei nuovi sottoservizi e della
realizzazione dell’arredo urbano).
Nelle prossime settimane continueranno le attività di pulizia e di
documentazione grafica e fotografica dei resti individuati durante lo scavo
estensivo eseguito fino a una profondità di circa 40 centimetri dal piano
stradale.
12 febbraio 2016
In queste settimane proseguono i lavori di pulizia e di rilievo degli ambienti
relativi alla chiesa e al chiostro dei Carmelitani
Pulizia e documentazione delle strutture della Chiesa del Carmine
Ambienti relativi alla chiesa e al chiostro dei Carmelitani
26 febbraio 2016
Nonostante il maltempo sono in corso di ultimazione le attività di pulizia e di
rilievo degli ambienti relativi alla chiesa del Carmine.
Nelle ultime due settimane è stato attivato un servizio di visite guidate per
gli istituti scolastici di Cesena; il successo dell'iniziativa conferma
l'importanza della condivisione delle ricerche in un sito percepito anche come
portatore di forti valori identitari.
Panoramica degli scavi nella parte del chiostro
Panoramica degli scavi nella parte di San Tobia
Pipa in terracotta rinvenuta negli scavi
11 marzo 2016
La pioggia delle ultime settimane non ha fermato gli scavi, completati alla
quota di progetto nell’intera area di cantiere, compreso il settore di accesso
al sito.
Nelle prossime settimane proseguiranno le attività di documentazione grafica e
fotografica dei resti individuati durante le indagini archeologiche.
Panoramica dell'area di scavo vista da nord
Boccale in Maiolica Arcaica del XIV secolo
29 marzo 2016
Dopo lo scavo estensivo eseguito fino a una profondità di circa 40 centimetri
dal piano stradale, le indagini archeologiche sono entrate nella seconda fase
operativa che prevede l’esecuzione di trincee finalizzate alla posa delle
alberature ai margini della piazza.
Parallelamente è in corso la catalogazione dei reperti, tra i quali si segnalano
tre epigrafi databili all’età post-medievale.
Epigrafe 1: Epigrafe frammentaria (8 dicembre dell’anno giubilare 1725) originariamente collocata su un fianco dell’altare maggiore della cattedrale
[ARA]M HANC MAXIMAM
[ERECTAM] PRIMVM, ET CONSECRATA(M)
[AB ECCLESIE] HVIVS IAM TUM PONTIFICE
[C]ARDINALI VRSINO
ECCLESIARVM NVNC OMNIVM PONTIFICE SVM(M)O
FAVSTISSIME REGNANTE
ABSTVLIT POSTERITAS ET ABDVXIT
QVAM EXINDE PRISTINO LOCO ET SPLENDORI
REDDITAM ET ERECTAM
CVM SOLIO AMPLISSIMO
IOANNES BAPTISTA EX COMITIBVS ORSI
MAGNIFICA IMPRIMIS SS. PATRIS SE[C]VTVS EXEMPL[A]
VOTIS OMNIV(M) SUFFRAGANTIBVS [ITERVM CO]N[SECRAVIT]
DIE VIII X(DECE)MBRIS ANNO IV[BILAEI MDC]CX[XV]
Questo altare maggiore,
già eretto e consacrato
dall’allora vescovo di questa Chiesa
cardinale Orsini,
ora Sommo Pontefice di tutte le Chiese
felicemente regnante,
in seguito smontato e spostato,
poi ricollocato nella sede precedente
e con l’antico splendore,
Giovanni Battista dei conti Orsi
seguendo principalmente il magnifico esempio del Santo Padre,
con l’auspicio generale, nuovamente consacrò
l’8 dicembre dell’anno giubilare 1725.
L’epigrafe era collocata originariamente su un fianco dell’altare maggiore.
Vincenzo Maria Orsini fu cardinale vescovo di Cesena dal 22 gennaio 1680 al 18
marzo 1686, quando venne trasferito nella sede metropolitana di Benevento; sarà
poi eletto papa, col nome di Benedetto XIII, il 29 maggio 1724 (morì il 23
febbraio 1730).
Giovanni Battista Orsi fu vescovo di Cesena dal 21 marzo 1725 al 15 novembre
1734 (dimesso): nato a Forlì il 17 giugno 1668, il 26 dicembre 1711 fu
consacrato nell’Ordine degli Oratoriani di San Filippo Neri.
Epigrafe 2: Epigrafe lacunosa databile al 1918 in cui è citato un sacerdote (di cui allo stato attuale degli studi non è noto il nome) ucciso sul Carso nel corso della Prima Guerra Mondiale
AD HOC SACR[ARIVM?]
REFICIENDVM ORN[ANDVMQUE?]
PLVRES ST[…]I CON[…]
POTISSIMVM
LAZARVS RIDOLFI […]
ET HOC IDEM NOVO SIM[VLACRO?]
CHARSICI HIEROMARTYRIS IN[…]
SVB ARA CONDITO
IO(ANNIS) RAVAGLIA CAN(ONICVS) CV(RATVS?)
SANCTIVS FECIT
A(NNO) D(OMINI) MCMXVIII
In questa epigrafe lacunosa sono citati: Don Lazzaro Ridolfi (22 febbraio
1837-25 maggio 1919), cappellano corale della cattedrale di Cesena e Don
Giovanni Ravaglia (29 marzo 1864-17 marzo 1949), canonico e curato della
cattedrale di Cesena.
L’espressione-chiave (CHARSICI HIEROMARTYRIS) dovrebbe riferirsi a un sacerdote
(hieromartyr va inteso nel senso di persona consacrata sacrificatasi) ucciso sul
Carso. Poiché i due citati sacerdoti non persero la vita nella Grande Guerra, al
momento, a causa della lacunosità dell’epigrafe e in attesa di ulteriori
ricerche d’archivio, non è possibile formulare ipotesi in relazione all’identità
di questo sacerdote-martire.
Epigrafe 3: Porzione di elemento di copertura di cavità non meglio identificabile (ossario, cisterna ecc.) appartenente all’ospedale del SS. Crocifisso
Reperto con trigramma SSC inquartato su croce:
[EST] SS(ANCTISSIMI) CRUCIFIXI
Si tratta probabilmente di un coperchio-chiusino di una struttura di proprietà del vicino ospedale del SS. Crocifisso.
Lo scioglimento dei testi epigrafici e lo studio preliminare dei reperti sono stati condotti dal Prof. Marino Mengozzi (Direttore dell’Ufficio Diocesano per l’Arte Sacra e i Beni Culturali della Diocesi di Cesena-Sarsina)
22 aprile 2016
Nei giorni scorsi (il 18 aprile), ultimate le tre trincee finalizzate alla posa
delle alberature, sono terminati gli scavi archeologici nell’area cantierizzata
di piazza della Libertà.
Durante i lavori è stata intercettata e indagata un’area funeraria con tombe e
ossari.
L'ossario
All’interno della fossa n. 2 sono stati contati almeno 21 individui fra adulti e
bambini, sia uomini che donne, molti in pessimo stato di conservazione a causa
dell’acidità del terreno, dell’umidità di risalita e della pressione dei
depositi superiori, tutti fattori che hanno reso in diversi casi impossibile il
recupero anche di singoli frammenti completi dello scheletro.
L'ossario in corso di scavo
Nelle foto centrali è evidenziato il particolare di una della deposizioni
singole identificate. Gli arti inferiori, appoggiati in verticale contro la
parete della fossa, con esclusione dei femori e del distretto superiore dello
scheletro, frammentario e incompleto, erano ancora articolati e in connessione
anatomica. Questo particolare indica un riempimento progressivo della fossa,
documentato dagli scarichi di terreno e dai resti ossei umani scavati
all’interno della tomba stessa, molto probabilmente provenienti dalla pulizia di
altri ossari e da deposizioni singole, un tempo collocate all’interno della
Chiesa del Carmine.
La Tomba 3
Questa tomba in fossa terragna era la sepoltura primaria, non completa, di
un bambino.
Lo scheletro era deposto sul fianco, con gli arti inferiori flessi in posizione
fetale. Il riquadro mette in evidenza le diafisi e le epifisi delle ossa lunghe
non ancora saldate.
Sepoltura di bambino in fossa terragna
7 giugno 2016
Ultimata ormai da otto settimane l’indagine archeologica nell’area 1a di Piazza
della Libertà, dal 23 maggio i lavori si sono spostati nel settore 1b
(immediatamente a est della cattedrale), coerentemente con quanto previsto nel
progetto del Comune di Cesena.
Gli scavi proseguiranno nei prossimi giorni nella fascia settentrionale della
zona 1b.
Planimetria delle aree interessate dal progetto di riqualificazione: settorie1a)
indagini concluse; 1b) lavori in corso; 2-3-4) interventi futuri
Allo stato attuale delle ricerche sono state evidenziate ulteriori strutture riconducibili all’Ospedale di San Tobia.
Piani pavimentali in cotto del complesso edilizio di San Tobia
7 giugno 2016 - Terminate le visite guidate per le scuole cesenati agli scavi in Piazza della Libertà
Con la fine dell'anno scolastico, sono state sospese le visite guidate agli
scavi archeologici di piazza della Libertà iniziate nel febbraio 2016 e
destinate agli studenti delle scuole cesenati.
Ricordiamo che le visite guidate, condotte dal prof. Denis Capellini e dai
volontari del Gruppo Archeologico Cesenate, rispondevano alle richieste informali
indirizzate al Comune di Cesena da alcuni docenti, istanze che avevano indotto
l’amministrazione, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia
dell’Emilia-Romagna e la ditta AdArte, a organizzare
una serie di visite guidate per le scuole del territorio.
Per organizzare la visita era necessario concordare la data con l’Ufficio
Turistico (0547 356327) che avrebbe poi verificato la disponibilità del prof. Capellini
e dei volontari del Gruppo Archeologico Cesenate e la compatibilità con
l'attività di cantiere. Ai fini della sicurezza, i visitatori
sono stati mantenuti all’esterno dell’area di scavo, usufruendo di un’adeguata
strumentazione di amplificazione.
Indagini archeologiche in Piazza della Libertà
Direzione scientifica dello scavo: Cinzia Cavallari, archeologa Soprintendenza Archeologia
dell'Emilia-Romagna
Ditta di scavo archeologico: adArte di Luca Mandolesi Snc, Rimini
Direttore tecnico del cantiere: Chiara Cesaretti (archeologa)
Referenti sul cantiere: Simone Biondi (archeologo), Marcello Cartoceti
(archeologo/responsabile sicurezza), Fabio Alboni, Michele Fait, Giulia
Bartolucci e Valeria Casicci (archeologi)
Responsabile rilievi: Luca Mandolesi
Un po' di storia
La Cattedrale di San Giovanni Battista
L’antica cattedrale di San Giovanni Battista in Superclo, forse già
esistente dal VI secolo, era una pieve urbana con residenza vescovile ubicata
sul colle Garampo. Danneggiata dagli eventi bellici susseguitesi a più riprese
nella seconda metà del XIV secolo, venne poi sostituita dall’attuale cattedrale
pur continuando a essere officiata (anche per evitarne un uso profano).
Con lettera apostolica del 2 agosto 1378, il pontefice Urbano VI (Bartolomeo
Prignano, eletto papa il 18 aprile di quell’anno) autorizza la costruzione del
nuovo edificio in contrada Croce di Marmo, sul luogo già occupato dall’antica
chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate, detta anche Croce di Marmo. Un luogo
evidentemente strategico nel quadro urbano, se è vero che quasi due secoli dopo
Nicolò II Masini (medico e filosofo cesenate vissuto nella seconda metà del XVI
secolo) definisce l’area di edificazione della nuova fabbrica come ubicata “quasi
nello ombilico della cittade”.
La nuova cattedrale, sempre dedicata a San Giovanni Battista, viene eretta su
progetto dell’architetto Undervaldo (citato dalle cronache anche con il nome di
Andrevaldo, Undeswaldo o Andrea Valdo); i lavori iniziano intorno al 1385 e si
concludono presumibilmente nel 1405.
La fabbrica sarà poi completata dall’episcopio, realizzato nella seconda metà
del Quattrocento. I resti di questo antico palazzo vescovile sono visibili nelle
strutture porticate a nord dell’abside.
Ampliata ulteriormente nel corso del Seicento, la sede episcopale deve l’attuale
configurazione ai radicali lavori compiuti dal 1960 al 1970.
La Cappella di San Tobia
Addossata all’abside sul lato opposto al campanile, la cappella di San
Tobia (oggi sede del Museo della Cattedrale) sporge sull’attuale Corso Garibaldi
rispetto alla parete esterna della chiesa.
Edificata
nel 1528, ha impianto e fattura tipicamente rinascimentali, e conserva nel
titolo la memoria dell’antico omonimo ospedale, nota istituzione assistenziale e
caritativa della città.
Documentato fin dalla metà del XIV secolo, l’ospedale di San Tobia forniva
prevalentemente assistenza ai pellegrini, probabilmente grazie all’opera della
confraternita di “disciplinati” di San Tobia, nota anche con il nome di Società
degli Scorreggiati Vecchi.
Vari lasciti e donazioni (tra cui quello di Grillo Macagnini di Casilese del
1348), inducono a ritenere che la fabricha (cioè la costruzione della
chiesa di San Tobia) risalga proprio a questo periodo.
La Società degli Scorreggiati Vecchi praticava l’ospitalità nei confronti dei
pellegrini e dei sacerdoti di passaggio e la carità verso poveri e carcerati. Il
termine “correggiati” fa riferimento alla frusta - in latino corrigia -
con cui gli aderenti si flagellavano pubblicamente, mentre l’aggettivo “vecchi”
rimanda all’antica origine di questa associazione, forse la prima del genere
sorta a Cesena, anche se non è noto con precisione l’anno di fondazione.
Nel 1368 la Societas scorizatorum veterum de Cesena ottiene dal pontefice
Urbano V (Guillaume de Grimoard, papa dal 1362 al 1370) la completa esenzione da
tutte le imposte e dagli obblighi militari per tutti i membri della
confraternita in considerazione del servizio pubblico che essi continuamente
rendevano “nell’elargire elemosine ai poveri carcerati e ad altre miserevoli
persone, nel seppellire i defunti poveri e in altri atti di pietà”. E poiché
l’esenzione fa riferimento a una tradizione ormai consolidata è lecito supporre
che fin dall’inizio la confraternita di San Tobia si sia dedicata con impegno e
carità a soccorrere poveri e bisognosi, salendo ben presto nella considerazione
non solo del popolo ma anche delle autorità pubbliche.
In un documento del 1379 troviamo per la prima volta distintamente nominato il
locum (cioè la sede della confraternita) e l’Hospitale Scorizatorum
veterum. L’importanza di questo ospedale è attestata, oltre che dalle sempre
più numerose donazioni, dall’indulgenza che il vescovo concede nel 1389 a quanti
avessero aiutato la struttura, vista la difficoltà a far fronte alle ingenti
spese causate dalla gran quantità di poveri, pellegrini e ammalati che vi
confluiva.
Nel corso del Settecento si assiste al costante intervento dei vescovi nella
razionalizzazione delle spese di amministrazione degli ospedali cittadini. Il 15
agosto 1726, papa Benedetto XIII attribuisce al clero la metà delle cariche
negli organi di gestione degli Ospedali di S. Tobia, del SS. Crocefisso e del
Monte di Pietà, sotto la presidenza del vescovo o di un suo delegato, anche con
l’intento di eliminare spese superflue e ingiustificate.
Il nuovo Governo cittadino, imposto a seguito della conquista napoleonica il 9
febbraio 1797, abolisce i monasteri cesenati, con la momentanea esclusione dei
Carmelitani, dei Francescani, dei Filippini e degli Zoccolanti. Le confraternite
ospedaliere vengono concentrate nell’ospedale maggiore del SS. Crocefisso. Gli
Statuti di fine secolo condurranno progressivamente a una prevalente gestione
laica degli enti assistenziali.
La cappella di San Tobia è l’unica testimonianza rimasta dell’antica sede
ospitaliera.
I Carmelitani e la chiesa e il convento del Carmine
I Carmelitani giungono a Cesena nel 1403 costruendo il monastero della
Madonna della Neve vicino al molino di Serravalle.
Dopo l’inondazione del Savio del 7 agosto 1460, Malatesta Novello li trasferisce
all’interno della città, nella chiesa di Santa Marta che sorgeva davanti
all’ospedale del Crocefisso.
Nel XVII secolo, avendo raggiunto il ragguardevole numero di 14 (relazione del
cardinale Orsini), i Carmelitani ampliano il convento ormai diventato troppo
piccolo, acquistando nel 1689 terreni e case vicino al seminario.
I lavori durano sei anni, al termine dei quali i frati risultano ridotti a 10;
il convento viene dotato di un’ottima libreria.
Il governo napoleonico prima alloggia i soldati nel convento e poi, il 23
novembre 1797, espelle tutti i religiosi per trasformare chiesa e convento in
ospedale prima, e in caserma e magazzino poi.
Nel 1811 l’intero edificio è messo all’asta e acquistato dal Comune con
l’intento, poi fallito, di farvi un convitto per la gioventù.
Nel 1954-55 l’edificio viene demolito per realizzare la nuova piazza della
Libertà.
riferimenti bibliografici
S. Gelichi, A. Alberti, M. Librenti, Cesena: la memoria del passato.
Archeologia urbana e valutazione dei depositi, Firenze 1999.
P. Burchi, Il Duomo, “Studi Romagnoli”, V, 1954, pp. 255-278.
P. Burchi, Storia delle parrocchie di Cesena, II, Cesena 1962.
P. Burchi, Le antiche pievi e le chiese di Cesena nella storia, Forlì 1970.
L. Bagnoli, La Cattedrale di Cesena. Notizie storico-artistiche, “Bollettino
mensile della Camera di Commercio di Forlì”, XV, n. 5, 1961, pp. 38-48.
A. Altieri, Note per una storia della Cattedrale di Cesena, “Ravennatensia”, VI,
1974, pp. 145-154.
G. Mosconi, Confraternite laicali, in Storia della Chiesa di Cesena, I/1, Cesena
1998, pp. 483-561.
M.G. Maioli, Cesena, piazza della Libertà, “Studi e documenti di Archeologia”,
VIII 1993, pp. 352-353.
Giovedì 3 dicembre visita guidata gratuita agli scavi con gli archeologi della Soprintendenza
Sabato 2 aprile 2016 ore 16.00 "VISITA GUIDATA AGLI
SCAVI DI PIAZZA LIBERTA'" a cura del Gruppo Archeologico Cesenate "Giorgio Albano".
Ritrovo presso la Galleria Comunale d'Arte, Palazzo del Ridotto
Info: I.A.T. Comune di Cesena, Piazza del Popolo 15, tel. 0547356327 - Email:
iat@comune.cesena.fc.it