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Le prime esplorazioni archeologiche sul colle Garampo iniziarono nel
1993 con una campagna di scavo tesa ad analizzare la potenzialità
archeologica dell’area 1. Si cominciò realizzando un grande saggio
centrale, di circa m 10 x 11, all'interno dell'ampio pendio libero da
edifici che si apre ad est di Via Malatesta Novello e a sud di via
Fattiboni; in seguito, a valle ed a monte del primo saggio, furono
aperti due transetti, secondo la massima pendenza.
La sedimentazione archeologica generale evidenziò, sotto l’arativo, un
potente strato a componente sabbiosa ricco di macerie e granuli di
malta, per uno spessore medio di circa un metro. Si trattava di
materiali originati dalla distruzione di edifici e dunque, come si
scoprì in seguito, di macerie derivate dallo spianamento di un intero
quartiere della città medievale.
Mediante questo grande saggio si riuscì ad individuare parte di un
edificio tardomedievale, di carattere probabilmente abitativo, disposto
entro un lotto dotato di area ortiva e ambienti coperti e provvisto di
cisterna di scarico. L'edificio, forse porticato verso nord, si
disponeva certamente su un sistema "a terrazze" che riguardava tutto
l’impianto urbanistico generale di questo settore della città. Le strade
erano distribuite parallelamente al pendio, delimitando lotti edificati
disposti ‘a pettine’ su terrazzamenti in progressiva elevazione verso
sud, cioè verso la sommità del pendio.
Il transetto collocato a monte del saggio centrale mostrò la presenza di
altre strutture abitative affacciate su una strada corrente lungo il
fianco del colle; tale strada era pavimentata con mattoni posti di
coltello, secondo una prassi tipica dell’epoca e riscontrabile anche in
altre città della nostra regione.
Nel transetto a valle del saggio invece, oltre ad ulteriori resti di
case, fu individuato un grande muro difensivo, ancora conservato per una
parte dell’alzato e largo più di un metro. La struttura di
fortificazione, con andamento nord-ovest/sud-est, fu subito interpretata
come pertinente all’organizzazione tardomedievale interna alla Murata,
ovvero quel settore della città (comprendente anche il Garampo) che il
Cardinal Legato Anglic de Grimoard descrisse nel 1371.
Le esplorazioni archeologiche del 1993 evidenziarono dunque per la prima
volta la grandissima importanza di questo settore urbano per l’epoca
tardomedievale, individuando un intero quartiere della città alta
sepolto dallo spianamento che lo coprì nel XV secolo. Le strutture
murarie, le strade ed i vari annessi conservavano ancora, qua e là, una
parte degli alzati, mentre tutte le tracce archeologiche dell’epoca
giacevano senza essere ‘disturbate’ da interventi successivi.
Era chiaro tuttavia che le potenzialità archeologiche della zona non si
esaurivano qui. Un saggio limitato (realizzato entro il saggio
principale) evidenziò una sedimentazione di grande complessità: fino a
più di due metri di profondità dal piano di frequentazione di età
medievale si sovrapponevano gli uni agli altri gli strati della città
altomedievale, fino alle origini del centro urbano.
Articolo di
Carla Conti,
informazioni scientifiche di
Maria Grazia Maioli e
Luca Tagliani
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