Nel
1760 il Duca Filippo di Borbone avviò gli scavi che riportarono alla luce Veleia
Romana.
In occasione dei 250 anni dalla riscoperta, la Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna offre al pubblico un percorso di visita
attrezzato e un allestimento museale nuovi, aggiornati dai più recenti dati
scientifici e con suggestivi richiami agli scavi settecenteschi.
Il percorso è interamente accessibile ai disabili motori e visivi, con testi in
braille e mappe tattili
Sabato 27 marzo 2010, ore 11
inaugurazione del nuovo allestimento
dell’Antiquarium e del percorso di visita agli scavi
Intervengono
Carla Di Francesco, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
dell’Emilia Romagna
Luigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna
Monica Miari, Direttore Area Archeologica di Veleia
Saranno presenti i progettisti del nuovo allestimento e
percorso di visita Roberta Conversi e Roberto Leoni (Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Emilia Romagna)
Seguirà visita guidata al nuovo allestimento dell’Area Archeologica e dell’Antiquarium
ingresso gratuito
info 0523.807113
Segnalazioni e cartelli esplicativi, percorso di visita più agevole con
descrizioni dettagliate, aree di sosta e comode passerelle per l’area
archeologica; spazi per attività didattiche all’aperto, ampliamento e nuovo
allestimento delle vetrine, con esposizione di reperti precedentemente esposti a
Parma, digitalizzazione di antichi disegni e mappe degli scavi di Veleia,
didascalie e schede mobili per l’Antiquarium. Il tutto con una nuova
pannellistica bilingue e in Braille, mappe tattili, percorsi per disabili motori
e un apparato grafico suggestivo e accattivante.
Cambiano volto il secolare municipium romano di Veleia e l’ottocentesca
palazzina che dal 1975 ospita il piccolo Antiquarium: il nuovo allestimento sarà
inaugurato sabato 27 marzo 2010, alle ore 11, dal Direttore Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, Carla Di Francesco, dal
Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Luigi Malnati, e
dalla Direttrice dell’area archeologica di Veleia, Monica Miari.
Il progetto di riordino, valorizzazione ed accessibilità ai disabili del sito
romano di Veleia (costato circa 200mila euro) è stato interamente sostenuto dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali con i fondi del Piano Nazionale per
l’Archeologia 2006.
L’obiettivo è rendere Veleia a misura di tutti, dagli studenti, famiglie e
anziani che potranno godere di comodi punti di sosta, ai non vedenti, che
potranno conoscere Veleia anche toccando alcuni reperti esposti nell’Antiquarium.
Nonostante l’ubicazione poco servita dai mezzi pubblici, l’area archeologica di
Veleia si è imposta negli anni come una delle più interessanti dell’Italia
settentrionale, vantando presenze che si aggirano sui 13mila visitatori
all’anno: la speranza è che il nuovo allestimento possa attrarre nuovo pubblico,
inducendo a tornare chi già la conosce.
Nota alle fonti antiche fin dai tempi di Plinio (“sulle colline di qua da
Piacenza vi è la città dei veleiati”, scrive nella sua Naturalis Historia), nei
secoli si era persa traccia della città romana di Velia e del luogo dove
sorgeva. Solo il caso volle che, nel 1747, si trovassero i frammenti della
grande tavola di bronzo iscritta oggi nota come Tabula Alimentaria traianea.
L’interesse per l’eccezionale ritrovamento fu tale che, nel 1760, il duca di
Parma don Filippo I di Borbone avviò gli scavi ufficiali fondando, pochi mesi
dopo, il Ducale Museo di Antichità, oggi Museo Archeologico Nazionale di Parma,
per accogliere gli straordinari reperti.
Situata a circa 460 metri di altitudine, Veleia ha il tipico aspetto di centro
romano di montagna, con edifici articolati su terrazzamenti in parte naturali e
in parte artificiali, e un Foro attorno al quale sono raggruppati gli edifici
essenziali alla vita civile e le dimore delle famiglie più potenti. La città che
oggi vediamo conserva l’aspetto assunto in età imperiale: tracce delle più
antiche fasi di età repubblicana sono venute in luce nei quartieri
settentrionali e occidentali, mentre del primitivo impianto urbano rimane
testimonianza solo in una serie di edifici, visibili in pianta, in posizione
obliqua rispetto all’orientamento del foro.
Il nuovo allestimento consente di apprezzare appieno la perfetta topografia del
municipium, descrivendo con precisione strade, terme, botteghe, edifici pubblici
e privati.
Completamente rivoluzionato anche il piccolo Antiquarium, ora arricchito da una
trentina di reperti rinvenuti negli scavi ma finora conservati al Museo di
Parma. Una serie di quinte riproducono a scala naturale le statue in marmo
lunense raffiguranti i membri della famiglia imperiale giulio-claudia, ricreando
l’impressione di camminare lungo il fondo della Basilica. L’esposizione per aree
tematiche dei numerosi reperti monumentali rende più facilmente leggibile il
loro significato correlato ai culti, alla vita pubblica e a quella privata
mentre il recente restauro della statua cosiddetta di Giove Ligure ha
evidenziato alcuni particolari che avvalorano l’identificazione del manufatto
con la divinità preromana. Oltre alla testa particolarmente sproporzionata,
forse pensata per una visione dal basso del personaggio presumibilmente seduto
su un trono, e alle mani che impugnano due strumenti non più conservati,
probabilmente in legno o metallo, la capigliatura ha rivelato due piccoli fori
che forse servivano per posizionare un diadema, legato con un nastro a V
rovesciata ancora visibile sul retro. Una raffigurazione che sembra proprio
rimandare a Giove con scettro e fulmine, divinità in cui i Veleiati avrebbero
identificato il dio delle vette dei Liguri.
Veduta aerea della zona archeologica di Veleia (Foto Roberto Macrì, SBAER)