A teatro nel foro romano di Veleia, come 2mila anni fa
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Ufficio stampa SBAER
2 luglio 2007

Area archeologica di Veleia a Lugagnano Val d’Arda, località Rustigazzo (PC)

Sabato 21 e domenica 22 luglio 2007, ore 21,30
“Elena” di Ghiannis Ritsos
regia di Francesco Tavassi
con Mariangela D’Abbraccio

Venerdì 27 e sabato 28 luglio 2007, ore 21,30
“La Festa delle Donne” di Aristofane
regia di Giuseppe Arena
con Paola Quattrini

Venerdì 3 e sabato 4 agosto 2007, ore 21,30
“Mostellaria” di Tito Maccio Plauto
regia di Giuseppe Arena
con gli attori del Laboratorio Teatrale del Plautus Festival di Sarsina

biglietto: prima fila € 20, seconda fila € 15, altre file € 8 - riduzioni per under 18 e over 65

Informazioni e prevendita 0523.305254
Piacenza Turismi
Via San Siro, 27 - 29100 Piacenza
Tel. 0523/305254 Fax 0523/309298
e-mail infotur@piacenzaturismi.net

Sei serate di teatro nella suggestiva cornice del foro romano di Veleia. Si rinnova per il nono anno l’appuntamento con “Teatro e Archeologia”, la rassegna di teatro classico che si tiene ogni estate a Veleia, sito archeologico dell’Appennino piacentino tra i più importanti dell’Italia settentrionale. Gli spettacoli hanno luogo nella stessa piazza dove si svolgevano 2mila anni fa, quel foro pavimentato in lastre d'arenaria ai tempi d'Augusto che con i suoi monumenti onorari e i resti di vetuste architetture è un’incomparabile scenografia naturale.
Si comincia sabato 21 e domenica 22 luglio con “Elena” di Ghiannis Ritsos, protagonista Mariangela D’Abbraccio per la regia di Francesco Tavassi. Ritsos utilizza l’eroina troiana per raccontarci una donna vecchia e vicina alla morte, assediata dal fantasma maledetto della propria antica bellezza. Sola nel palazzo che fu teatro del suo rapimento da parte di Paride, Elena affronta i propri ricordi e l'arrivo della fine tra i pochi resti impolverati di gioielli e vestiti, trofei di un passato fiero, sottratti al saccheggio di giovani e sprezzanti ancelle. Intorno a lei la proiezione immaginaria di coloro che le dedicarono la vita fino alle estreme conseguenze.
Venerdì 27 e sabato 28 luglio è la volta di “La Festa delle Donne” di Aristofane, nella traduzione di Edoardo Sanguineti per la regia di Beppe Arena. Paola Quattrini è la protagonista di questa commedia ambientata nel secondo giorno delle Tesmoforie, le feste in onore di Demetra e Persefone. delle Donne. Qui il maestro della commedia Aristofane si beffa di Euripide e mette in scena un’emancipazione femminile ante litteram.
La rassegna si chiude venerdì 3 e sabato 4 agosto con “Mostellaria” di Tito Maccio Plauto, commedia d'amore e denaro, realtà e fantasia, in cui l’arguto servo Tranione utilizza le forze "invisibili" e ridanciane della sua intelligente intraprendenza per tirare fuori dai guai il padroncino Filolachete. Protagonisti gli attori del Laboratorio Teatrale del Plautus Festival di Sarsina diretti da Beppe Arena cui è affidata la direzione artistica della rassegna, come già nelle edizioni precedenti.
Gli spettacoli hanno inizio alle 21,30. Il costo del biglietto è di 20 euro per la prima fila, 15 euro per la seconda e 8 euro per le altre file; riduzioni per gli under 18 e gli over 65
La rassegna è organizzata da Piacenza Turismi, Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Piacenza, Comune di Lugagnano, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune di Sarsina e CCIAA di Piacenza con la sponsorizzazione di Buzzi Unicem, Siram, Danesi, Vanessa e Giochi di Luce.
Informazioni su spettacoli e acquisto biglietti si possono richiedere a Piacenza Turismi, via S. Siro 27, a Piacenza, tel. 0523 305254, fax 0523.309298 e-mail infotur@piacenzaturismi.net

Il municipium di Veleia fu fondato in seguito alla conquista romana del II secolo a.C. nel cuore del territorio della tribù ligure dei Veleates o Veliates sul luogo del preesistente centro indigeno di cui sono testimonianza le tombe più antiche scoperte a nord-est del foro. La città si sviluppò su un sistema di terrazze digradanti lungo la collina.
Il foro fu edificato su un ripiano artificiale ottenuto con un massiccio sbancamento. Pavimentato ai tempi di Augusto in lastre di arenaria da Lucio Licinio Prisco, uno dei massimi magistrati locali, è circondato su tre lati dai resti di un portico su cui si aprivano botteghe e ambienti a destinazione pubblica. Un imponente ingresso a duplice prospetto tetrastilo, inserito nel colonnato del foro, ne consentiva l’accesso dalla terrazza più bassa.
A sud il complesso era chiuso dalla basilica, edificio a navata unica, dove addossate alle pareti di fondo si levavano le dodici grandi statue in marmo di Luni raffiguranti i membri della famiglia giulio-claudia, trasferite già nel Settecento nel Ducale Museo di Antichità, oggi Museo Archeologico Nazionale di Parma.
A monte, i resti dei quartieri di abitazione meridionale e di un edificio termale sono sovrastati dalla terrazza su cui si erge -fin dal medioevo- la pieve dedicata a S. Antonino.
Patrimonio culturale della regione fin dal 1760 (quando il Duca di Parma don Filippo di Borbone ne avviò l’esplorazione a seguito del ritrovamento casuale, nel 1747, dell’iscrizione bronzea della Tabula Alimentaria traianea) e da allora oggetto di scavi e ricerche, Veleia è oggi uno dei centri archeologici più importanti dell’Italia settentrionale