Si comincia venerdì 21 e sabato 22 luglio con “Curculio” di Tito Maccio Plauto messo in scena dagli attori del Laboratorio Teatrale di Sarsina per la regia di Beppe Arena.
Proporre almeno un’opera del grande commediografo latino è un elemento che caratterizza la manifestazione fin dalla sua prima edizione. La scelta di quest’anno è caduta sul “Curculio”, una commedia che per l’esuberanza e la vitalità dei temi trattati è sicuramente una delle più significative e paradigmatiche del teatro plautino.
Venerdì 28 e sabato 29 luglio andrà in scena “Ifigenia in Aulide” di Euripide, con Edoardo Siravo e Fiorenza Marcheggiani nei due ruoli principali, per la regia di Beppe Arena.
In quest'opera, Euripide riesce a far rivivere lo spirito barbarico del sacrificio umano con modalità nuove mettendo in primo piano uno dei suoi motivi preferiti, l'eroismo giovanile che contrasta un mondo di debolezza e di viltà e che, proprio per questo, diviene poesia vera e profonda.
La rassegna si chiude venerdì 4 e sabato 5 agosto con “Lighea” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, interpretata da Massimo Venturiello per la regia di Beppe Arena. Di questo splendido racconto, pubblicato dopo la sua morte, è rimasta una registrazione su nastro di circa un ora e mezza, incisa dalla voce musicalissima dell'autore stesso. La trama è semplice: il senatore e illustre ellenista La Ciura racconta a un giovane laureato in legge l’episodio che ha segnato in modo indelebile tutta la sua esistenza, l’incontro con una sirena avvenuto cinquant’anni prima nei mari della Sicilia. Una ‘favola moderna’ che coniuga un alto spessore lirico e allegorico a vari elementi che rimandano alla tradizione greca.
La regia delle sei rappresentazioni è di Beppe Arena,
affermato uomo di teatro al quale, come già nelle edizioni precedenti, è
affidata la direzione artistica della rassegna.
Gli spettacoli hanno inizio alle 21,30. Il costo del biglietto è di 20 euro per
la prima fila, 15 euro per la seconda e 8 euro per le altre file.
La rassegna è organizzata da Provincia di Piacenza, Comune di Lugagnano,
Comunità montana Nure Arda, Regione Emilia-Romagna, Soprintendenza per i beni
archeologici dell’Emilia-Romagna e Piacenza Turismi con la sponsorizzazione di
Buzzi Unicem, Danesi Laterizi, Edison di Milano, SIRAM, Società Autostrade
Centropadane.
Informazioni su spettacoli e acquisto biglietti si possono richiedere a Piacenza
Turismi, via S. Siro 27, a Piacenza, tel. 0523 305254, fax 0523.309298 e.mail
infotur@piacenzaturismi.net
Il municipium di Veleia fu fondato in seguito alla
conquista romana del II secolo a.C. nel cuore del territorio della tribù ligure
dei Veleates o Veliates sul luogo del preesistente centro indigeno
di cui sono testimonianza le tombe più antiche scoperte a nord-est del foro. La
città si sviluppò su un sistema di terrazze digradanti lungo la collina.
Il foro fu edificato su un ripiano artificiale ottenuto con un massiccio
sbancamento. Pavimentato ai tempi di Augusto in lastre di arenaria da Lucio
Licinio Prisco, uno dei massimi magistrati locali, è circondato su tre lati dai
resti di un portico su cui si aprivano botteghe e ambienti a destinazione
pubblica. Un imponente ingresso a duplice prospetto tetrastilo, inserito nel
colonnato del foro, ne consentiva l’accesso dalla terrazza più bassa.
A sud il complesso era chiuso dalla basilica, edificio a navata unica, dove
addossate alle pareti di fondo si levavano le dodici grandi statue in marmo di
Luni raffiguranti i membri della famiglia giulio-claudia, trasferite già nel
Settecento nel Ducale Museo di Antichità, oggi Museo Archeologico Nazionale di
Parma.
A monte, i resti dei quartieri di abitazione meridionale e di un edificio
termale sono sovrastati dalla terrazza su cui si erge -fin dal medioevo- la
pieve dedicata a S. Antonino.
Patrimonio culturale della regione fin dal 1760 (quando il Duca di Parma don
Filippo di Borbone ne avviò l’esplorazione a seguito del ritrovamento casuale,
nel 1747, dell’iscrizione bronzea della Tabula Alimentaria traianea) e da
allora oggetto di scavi e ricerche, Veleia è oggi uno dei centri archeologici
più importanti dell’Italia settentrionale