I testimonial della tavola ittica di 2500 anni fa sono venti bellissimi piatti da pesce. Raffigurano scorfani, cefali, orate, rane pescatrici, razze, seppie, calamari e la dicono lunga su quanto amasse il pesce la piccola comunità etrusco-greca che abitò Spina tra il V e il IV sec. a.C. Il filo rosso che legava Atene e Spina correva sul mare ed è al mare, alla pesca e al pescato che il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara dedica la mostra “Una Spina nel piatto”, al via dal 18 febbraio. Giocando tra la peculiarità del pesce e il nome dell’antico abitato, il titolo introduce il tema principale di questa piccola ma curiosa esposizione, il pesce appunto, a cominciare dall’anguilla, la grande assente di questa mostra. Sul vasellame esposto manca solo lei. Eppure i greci impazzivano per la sua carne, delizia assoluta dei loro pasti, e forse se la procuravano anche qui, in quelle valli di Comacchio dove nell’acqua e di pesca si viveva. Lo testimoniano gli ami, i pesi da rete, lo scandaglio rinvenuti nell’abitato; lo confermano gli strepitosi piatti da pesce (nelle foto) trovati nelle tombe, caratterizzati da una cavità centrale in cui veniva posto il condimento o salsa che avrebbe insaporito il pesce posato sulla tesa. Per illustrare nel dettaglio la mostra la Direttrice del museo, dott.ssa Fede Berti, incontrerà i rappresentanti della stampa giovedì 17 febbraio alle ore 11 nel Museo Archeologico Nazionale in Via XX settembre 122 a Ferrara
Si prega di considerare la presente come invito