Da lunedì 15 a domenica 21 settembre 2008, in concomitanza con la “Fira di Sett Dulur” (Fiera della Madonna dei Sette Dolori), il complesso della Villa Romana di Russi (RA) sarà aperto al pubblico dalle 8.30 alle 18.30
Via Fiumazzo
Russi (RA)
info (+39) 0544 581357
Ingresso intero € 2,00 - ridotto € 1,00
La villa rustica di Russi conobbe il massimo splendore tra il I e il II
sec. d.C. quando il complesso venne completamente ristrutturato, anche
scenograficamente, da un proprietario probabilmente arricchitosi vendendo le
eccedenze agricole alla flotta militare romana che, dall'epoca di Augusto, aveva
sede a Ravenna. È in questo periodo che la villa, gestita da un liberto con
mansioni di fattore (procurator) al comando di un gran numero di schiavi, esce
dall’autosufficienza per diventare una macchina da sesterzi.
Le dimensioni della cucina comune testimoniano che vi si potesse cucinare per un
gran numero di persone, quale doveva essere il personale della villa nei momenti
di maggiore impegno come l'aratura, le semina e la mietitura (generalmente di
cereali) e, per quanto riguarda il vino, la potatura delle viti, la raccolta
dell'uva e la pigiatura.
Dei due magazzini presenti nella villa, quello di dimensioni maggiori, collegato
al torcularium, era destinato alla conservazione delle anfore vinarie mentre
l'altro, con un piano interno soprelevato, serviva per conservare i prodotti più
delicati e sensibili all'umidità, come le granaglie.
Il proprietario (dominus) viveva in villa saltuariamente, più che altro per
controllare i momenti clou delle fasi produttive. Il suo alloggio era comunque
lussuoso, con sala da pranzo (triclinium), stanza per ricevere (tablinum),
impianto termale e pavimenti a mosaico.
Lo scavo di tre pozzi ha restituito una buona campionatura di ceramiche da mensa
e un discreto numero di vasi, pentole e tegami esposti nell’Antiquarium comunale
della Rocca. Molto importanti anche i resti vegetali e le ossa di animali
rinvenute che documentano, con buona divisione cronologica, le diverse fasi di
occupazione legate alle vicende della vicina Ravenna. Dopo un periodo di
decadenza coincidente con l’allontanamento della flotta militare, la villa è
parzialmente rioccupata quando la corte imperiale si trasferisce a Ravenna (V e
il VI sec.) per poi essere definitivamente abbandonata in epoca medievale. Già
sul finire del VII secolo d.C., l’area è ampiamente incolta mentre boschi ed
acque si riappropriano del territorio: le ossa di castoro rinvenute testimoniano
un ambiente ricco di acqua corrente ma totalmente privo di presenze umane.