Il restauro del Giardino di Palazzo Costabili, detto "di Ludovico il Moro", a Ferrara
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PanGEA Studio Associato Architettura del Paesaggio

Il restauro del giardino di Palazzo Costabili, detto “di Ludovico il Moro”

Matteo Pernigo, Direttore dei Lavori

Inquadramento
Il progetto è stato elaborato dall’architetto Maria Luisa Mutschlechner (Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Roma) in collaborazione con molti specialisti e con il contributo dello Studio Associato Pangea di Padova.
Il Comune di Ferrara ha partecipato alla fase preliminare di valutazioni e rilevi agronomici, nominando l’agronomo Giovanni Morelli – Studio Associato PROGETTO VERDE .
Sono state effettuate approfondite ricerche storiche e d’archivio in collaborazione con l’Architetto Caterina Tantillo mentre i sondaggi e le indagini archeologiche nel giardino sono stati realizzati dalla Cooperativa La Fenice Archeologia e Restauro.
Al fine di comprendere l’uso dei terreni nei secoli scorsi e risalire alle piante un tempo a dimora nel giardino sono state effettuate delle analisi palinologiche riferite al periodo tra il XV ed il XVI secolo coordinate dalla Dott.sa Silvia Marvelli .
Il notevole lavoro di studio, ricerca, indagine ed analisi, indispensabile all’intervento di restauro, ha restituito un quadro esaustivo della storia e dello sviluppo del giardino.
Il giardino rinascimentale è andato completamente perso e non ne abbiamo documentazione. Sappiamo che si estendeva ad est del Palazzo, con giardini, una stalla ed alcune fabbriche. Di esso non rimane che un piccolo brandello: i terreni sono stati frazionati e venduti, modificandone poi la destinazione d’uso.
Il Palazzo è stato per lunghi periodi abbandonato, causando ulteriori perdite e mutilazioni.
Dalle indagini archeologiche è emerso che nell’attuale giardino a sud c’era un muro di cinta che tagliava trasversalmente il giardino, con una porta di accesso all’area esterna che era coltivata ad orto - frutteto. Il muro è stato demolito verso la metà del 1800 mentre la destinazione d’uso ad orto è rimasta invariata fino all’inizio del ‘900.
Verso gli anni ’30, in occasione del restauro del Museo, si procedette al ridisegno del giardino dove ora si trova, a sud e ad est del Palazzo, una ricostruzione immaginata di un giardino rinascimentale. Il disegno non si basava sulle preesistenze ma era frutto di un’invenzione. Il progetto fu redatto da un disegnatore tecnico, lo Stanzani, che, applicando con buona volontà le direttive sulla ricreazione del giardino rinascimentale ferrarese che provenivano dai dettami ministeriali, presentò molte soluzioni alternative.
Nel 1939 il giardino si presentava come una semplice compartimentazione a riquadri che delineava le aiole contornate da bosso e ligustro, mantenendo le direttrici dei percorsi ancora oggi esistenti, sia ad est che a sud.
A chiudere la prospettiva dell’entrata, i percorsi e i riquadri si concludevano con esedre curve di ligustro, più alte per occludere la vista.
Il giardino che abbiamo oggi è il risultato di quell’intervento degli anni ’30 e di una serie di successive integrazioni e casualità inclusa, a partire dagli anni ’50, una manutenzione non coordinata che ha dato ampio spazio ad iniziative spontanee motivate da questioni di urgenza e dalla disponibilità fortuita di piante.
Il labirinto (e i giochi interni ai riquadri con le siepi in bosso) è stato aggiunto all’interno dei riquadri inizialmente vuoti dopo gli anni ’50; successivamente sono stati aggiunti i Cupressus Arizonica, i Tassi, le Thuie, i Cercis e le Robinie ed è stata realizzata la galleria delle rose.
Si è così via via perso il disegno del giardino formale e si è creato un sovraffollamento disordinato di arbusti ed alberature che ha provocato la necessità di una manutenzione sempre maggiore proprio mentre veniva progressivamente ridotta per questioni economiche. Risultato, una manutenzione inadeguata in termini quantitativi. Il tutto aggravato dall’istallazione, in una porzione del giardino sud, verso via Porta d’Amore, di imponenti impianti per il condizionamento e dalla formazione di un accesso e di una rampa. Un nuovo accesso ed una rampa venivano creati anche nel giardino ad est, da via XX Settembre.
Anche i pozzi, risalenti ai primi dell’800, non sono originali e non appartengono al luogo. Provengono entrambi da smembramenti di altre proprietà, uno è originario di una casa Ferrarese e l’altro di una casa Veneziana, e sono stati riposizionati dove si trovano tuttora. La loro posizione nel sito non corrisponde a tracce antiche né si relaziona con il sistema di raccolta e distribuzione dell’acqua.

Il progetto
Il risultato di questa evoluzione del giardino non programmata e coordinata, è l’estrema necessità di un articolato intervento di riordino, riconducibile non solo a questioni di tipo formale ed estetico ma anche a ragioni di sicurezza e pubblica incolumità.
La sempre più scarsa manutenzione del giardino ha definitivamente messo in crisi il sistema, innescando un meccanismo di autodistruzione.
Il restauro non può occuparsi di ricreare qualcosa che non è mai esistito. La teoria e la pratica della conservazione hanno lo scopo di tramandare le cose, così come ce le consegna l’accidentalità della concatenazione dei fatti: in caso contrario si andrebbe a falsificare ciò che è realmente accaduto.
L’intervento proposto si configura in realtà come una manutenzione conservativa che tiene conto sia dei materiali archeologici sottostanti la superficie, che delle conseguenze dei restauri congetturali degli anni Trenta e di alcune modifiche ed integrazioni apportate negli anni seguenti.
Sarà mantenuta la struttura ed il disegno attuale delle siepi e dei percorsi, e saranno mantenuti anche alcuni elementi aggiunti come il labirinto e la galleria di rose, considerati ormai elementi caratterizzanti questo giardino.
Saranno mantenuti anche i Cedri Deodara e del Libano che si trovano verso il confine sud, al momento oggetto solo di un intervento di rimonda del secco ed innalzamento della chioma.
Il progetto mira a riordinare e ripulire il giardino a partire dalle molte piante infestanti, arbusti ed alberi che sono assolutamente ad di fuori di un ordine formale.
Saranno abbattuti anche quegli alberi, come gli abeti, che rappresentano un alto rischio di crollo o di cedimento di rami, come già avvenuto lo scorso inverno.
Il giardino sarà ripulito anche da altri elementi di disturbo e dai vari materiali depositati negli anni.
Il labirinto e in generale tutte le siepi in bosso saranno conservati con interventi puntuali di ricucitura, mediante integrazione e sostituzione delle fallanze con gli esemplari degli anni ’30 clonati dall'Istituto Navarra.
La galleria di rose sarà mantenuta ma si procederà alla sostituzione della struttura in ferro -realizzata in economia, con materiali di recupero- con una nuova struttura che avrà un disegno semplice e una forma analoga all’esistente. Ove possibile si manterranno le attuali rose, integrandole se necessario con nuove varietà.
Gli attuali quattro tassi saranno riposizionati al centro dei riquadri oltre il pozzo, per migliorare la vista prospettica dal portico d’entrata e la lettura del disegno delle siepi.
Lo spostamento dei Tassi è dovuto anche a problemi archeologici. L'intervento mira a tutelare una struttura muraria rinvenuta nel giardino sud, a circa 1 metro di profondità, evitando ulteriori danni alla costruzione di cui rimane, oltre al fondamento, anche piccole porzioni di alzato (decorato a cortina dipinta)
Al centro dei riquadri delle siepi laterali, dove si trovano una Thuia ed una Magnolia, si prevede la piantumazione di due alberi di Melograno, pianta già presente nel giardino e tipica dei giardini rinascimentali.
Le aiole saranno migliorate nel modellamento; per potenziare gli scoli, all'interno dei riquadri saranno piantate specie erbacee, tappezzanti e bulbose fiorite per creare una copertura stabile e non invasiva del piano sottostante, utilizzando specie con radici superficiali. L’intenzione è creare superfici cromaticamente uniformi e fiorite, che sottolineino con la loro diversità il disegno delle siepi.
I livelli del terreno sono stati modificati in più riprese nel tempo. Il progetto prevede di intervenire con una sistemazione superficiale del suolo, apportando dei correttivi di minima alle attuali pendenze per migliorare gli scoli. A tal fine saranno creati drenaggi e nuovi punti di raccolta e deflusso delle acque meteoriche
I percorsi nel giardino, che oggi presentano avvallamenti e profili irregolari, saranno regolarizzati e rifiniti in stabilizzato pressato e rullato, in modo da essere percorribili anche da persone anziane e/o disabili.
Il muro di cinta, modificato e ricostruito nella parte superiore nel corso del tempo, sarà rivestito con piante rampicanti fiorite -quali Rose, Hydrangee, Clematis armandii e viti americane- che cresceranno su idonei grigliati in ferro. Tali strutture saranno di fattura analoga a quella della galleria delle rose. Il sistema dei grigliati avrà anche una funzione schermante e servirà a mascherare gli impianti di condizionamento e a creare delle compartimentazioni fra il giardino sud, l’area di carico e scarico del museo ed il giardino est.
Per quanto concerne l’aspetto degli impianti, allo stato attuale esiste un sistema di irrigazione non funzionate ed un pozzo artesiano che risulta non essere mai stato messo in funzione. L’intervento prevede la messa in funzione di questo pozzo e la realizzazione di un nuovo impianto automatico di irrigazione a goccia e con irrigatori statici.
Si prevede infine di realizzare le opere necessarie per la predisposizione di un impianto di illuminazione notturna del giardino.

FONDI LOTTO 2004-2006
PERIZIA N. 77/2009 del 30/04/2009
IMPORTO LAVORI A BASE D'ASTA € 267.000,00
IMPORTO ONERI DI SICUREZZA € 8.751,68
INIZIO DEL LAVORI 29/07/2009
DURATA LAVORI GG. 150
   
DIRETTORE REGIONALE Arch. CARLA DI FRANCESCO
RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO Arch. ANDREA SARDO
PROGETTISTA Arch. MARIA LUISA MUTSCHLECHNER
CONSULENZE AGRONOMICHE a cura del COMUNE DI FERRARA
DIREZIONE LAVORI Arch. MATTEO PERNIGO
PanGEA Studio Associato - PADOVA
DIRETTORE OPERATIVO D.L. SILVA CECUTTA
COORD. SICUREZZA PROGET. Arch. CORRADO AZZOLLINI
COORD. SICUREZZA ESECUZIONE  Arch. MATTEO PERNIGO
IMPRESA APPALTATRICE GARDEN IMPIANTI S.R.L.
Via Caruso, 841 - CEREGNAGO (RO)
DIRETTORE TECNICO CANTIERE P.A. ROBERTO PAPARELLA