Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
2200 anni e non li dimostra: torna alla luce a Reggio Emilia un tratto della via Aemilia
L’avevamo festeggiata nel 2013 in occasione dei suoi 2200 anni, ora un
segmento della via Emilia è emerso dagli scavi in Piazza Gioberti a Reggio
Emilia, un tratto di circa 3 metri costituito da un piano in ciottoli fluviali
squadrati, disposti in modo da consentire il deflusso laterale dell’acqua
piovana.
Il rinvenimento, peraltro già ipotizzato dalla Soprintendenza Archeologia, belle
arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena,
Reggio Emilia e Ferrara, è stato documentato dagli archeologi e sarà oggetto di
studio e pubblicazione da parte della soprintendenza cui spetta la direzione
scientifica dei lavori.
Il tratto di Via Aemilia rinvenuto in Piazza Gioberti (foto Roberto Macrì)
Una porzione del limite meridionale della via Emilia di epoca romana è venuta
in luce nei giorni scorsi durante i lavori di riqualificazione in Piazza Gioberti legati al progetto “Ducato Estense” finanziato dal Ministero per i Beni
e le Attività culturali. A poco più di un anno dalla mostra On the road. Via
Emilia 187 a.C.-2017 (allestita a Reggio Emilia fino a giugno 2018), è
ricomparso un altro segmento della via consolare voluta da Marco Emilio Lepido
nel 187 a.C. che toccava, oggi come allora, i centri nevralgici della Regio VIII
coincidente con l’attuale Emilia-Romagna.
Il tracciato, documentato per una lunghezza di più di 3 metri e una larghezza di
2, è costituito da
un piano in ciottoli fluviali squadrati disposti a una quota maggiore verso il
centro della strada in modo da consentire l’istantaneo deflusso laterale delle
acque piovane e degli scarichi. La via è delimitata da una crepidine
(marciapiede) realizzata con ciottoli posti di taglio che creano una sorta di
gradino continuo rialzato rispetto alla parte restante del battuto stradale;
parte di questa crepidine era stata asportata già in età antica.
Rimasta probabilmente in superficie fino al termine dell'Impero romano, la
strada sembra però ridursi nel tempo come via carrabile per essere in parte
occupata da strutture, in parte affiancata da attività artigianali come quelle
metallurgiche.
Dopo tale periodo la strada venne sepolta da successivi sedimenti fluviali tanto
da trovarsi oggi a circa 3,20 metri di profondità dal piano di calpestio.
“Questo rinvenimento -spiega la Soprintendente Cristina Ambrosini- aggiunge un nuovo tassello alla conoscenza del tracciato della via Aemilia, già rinvenuto in più punti nel corso del ventesimo secolo, e porta dati nuovi e fondamentali riguardo all'annosa questione della posizione del torrente Crostolo all'interno della città antica tra epoca romana e XIII secolo. Studiando i dati pregressi e quelli emersi dal controllo archeologico in corso in piazza Roversi, sempre nell'ambito del progetto Ducato Estense, potremo definire con maggior precisione la posizione dell'alveo del torrente e la conformazione di questo nevralgico settore urbano.”
I lavori archeologici si svolgono sotto la direzione scientifica dell’archeologa della Soprintendenza Annalisa Capurso e sono eseguiti in piazza Gioberti dalla ditta GEA (dottori Cecilia Pedrelli, Nicola Cassone, Gloria Saccò) e in piazza Roversi dalla ditta Archeosistemi (dott.sa Anna Losi), con la consulenza del geoarcheologo, prof. Mauro Cremaschi.
Il tratto di via Emilia rinvenuto, protetto dagli opportuni strati di copertura, sarà mantenuto in situ e verrà sovrapposto dal manufatto previsto in progetto
Informazioni scientifiche di Annalisa Capurso, archeologa della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara