Ravenna. Nuovo rinvenimento archeologico in Viale Farini
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Gruppo Hera e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
6 settembre 2012

Nuovo rinvenimento archeologico in Viale Farini a Ravenna
Dal 7 al 9 settembre, grazie al contributo economico di Hera, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna svolgerà indagini all’interno del pozzo di età romana, rinvenuto nel cantiere della multiservizi in centro a Ravenna

Durante l’intervento che Hera sta effettuando in Viale Farini, relativo al rifacimento e potenziamento della rete gas a servizio del centro storico, sono emersi reperti risalenti a diverse epoche del passato.

Il rinvenimento
A seguito dei rinvenimenti, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna ha richiesto un controllo archeologico che è stato eseguito da Phoenix Archeologia s.r.l., lungo tutto il Viale Farini.
Il pozzo di età romana sarà ispezionato dal 7 al 9 settembre dal Gruppo Ravennate ArcheologicoLe indagini hanno messo in luce la presenza di un pozzo costituito in laterizi puteali integri probabilmente di età romana (cm 32x14x6,5) presumibilmente riutilizzati in epoche successive.
La struttura presenta un diametro esterno di circa 1,24 m ed uno interno di circa 0,96 m.  Si trova a una quota di circa 0,30 m sotto l’asfalto. E’ stata fatta una deviazione della conduttura del gas, rispetto al progetto originario, che ha permesso di lasciare agibile l’imboccatura del pozzo per consentire le indagini archeologiche.
Negli strati di riempimento più alti, costituiti per la maggior parte da limo sabbioso ricco di cenere e carboni, sono stati recuperati alcuni frammenti ceramici che daterebbero alla metà del XVI secolo il tombamento e il conseguente abbandono del pozzo.
La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna ha affidato i lavori di scavo all’interno della struttura al GRA (Gruppo Ravennate Archeologico) che, grazie al contributo economico del Gruppo Hera, dal 7 al 9 settembre ispezionerà il pozzo con sommozzatori professionisti e macchinari specializzati.

Il cantiere di Hera
Buona parte del centro storico di Ravenna è da sempre stato alimentato dalla cabina gas collocata in piazza Anita Garibaldi. Il progressivo incremento urbanistico del centro città ha portato il gruppo di decompressione presente nella cabina a lavorare ai valori massimi di portata erogabile. Si è reso pertanto necessario attuare un progetto che prevede la sostituzione della cabina con una nuova (avente maggior portata) e l’adeguamento sia della tubazione di alimentazione del gruppo di decompressione, che della tubazione in uscita di distribuzione in bassa pressione.
Grazie a un investimento di 315.000 euro Hera ha dato il via al potenziamento della rete di distribuzione gas del centro città. E’ già stata installata in viale Pallavicini una nuova cabina gas che sostituisce quella di piazza Anita Garibaldi e si sta realizzando, in viale Farini, una nuova tubazione gas. Complessivamente l’azienda poserà circa 530 metri di tubature.
I lavori sono partiti il 6 agosto e si prevede si possano concludere entro l’inizio di ottobre.

Per il Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, “il rinvenimento archeologico di Viale Farini (il pozzo che sarà indagato dal GRA) aggiunge un altro significativo tassello alla conoscenza della storia e della topografia di Ravenna in epoca antica e post-antica. Esso testimonia, ancora una volta, come la costante e proficua collaborazione tra questa Soprintendenza ed Hera permetta di conciliare le esigenze della città moderna con le necessità di conservazione dell’antico, trasformando lavori di adeguamento infrastrutturale in nuove opportunità di conoscenza. Il ruolo di Hera come Società di Servizi profondamente radicata al territorio in cui opera viene ancora una volta valorizzato, nella sinergica collaborazione con la nostra Soprintendenza, per la difesa di un patrimonio archeologico che rappresenta un importante elemento identitario per i cittadini e per gli ospiti di una città unica e straordinaria come Ravenna”.

“Il nostro cantiere ha portato alla luce reperti che diversamente non sarebbero mai stati trovati –commenta Tiziano Mazzoni, Direttore della Struttura Operativa territoriale Hera di Ravenna– Abbiamo posato le tubature in modo da non interferire con la zona in cui si trova il pozzo e lasciare così lo spazio necessario agli archeologi per svolgere le indagini che siamo lieti di poter finanziare”.

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