Parma, parcheggio in Piazza Ghiaia
Il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria
Gambari, firma l’autorizzazione alla rimozione delle porzioni murarie del ponte
romano individuate nel corso degli
scavi
Il
Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, dopo aver acquisito
attraverso la competente Direzione Generale romana il parere del Comitato
Tecnico Scientifico per i Beni Archeologici (supremo organo consultivo del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che allo scopo ha effettuato un
sopralluogo congiunto in cantiere il 18 luglio u..s.), ha emesso
l’autorizzazione di competenza per la rimozione dei resti del ponte romano
rinvenuto al piano interrato -2 del parcheggio di Piazza Ghiaia.
Del ponte, cronologicamente anteriore a quello rinvenuto negli anni Sessanta del
secolo scorso (di cui si conservano due arcate in posto nel sottopasso di Via
Mazzini), erano stati individuati negli scavi condotti dal funzionario Manuela
Catarsi i resti di un pilone, in conglomerato e paramento in mattoni,
frammentati, rovesciati e dislocati su un’areale di circa mq. 200 a seguito di
uno o più episodi alluvionali verificatisi con ogni probabilità intorno al 160
d.C.
La decisione di procedere alla rimozione anche dei lacerti più consistenti,
presa dopo attente valutazioni, risulta necessaria per garantire la stabilità al
parcheggio in costruzione ed agli edifici circostanti ed è finalizzata alla
prosecuzione dello scavo archeologico, per meglio chiarire le vicende storiche e
la tecnica strutturale del manufatto oltre che per la conoscenza del deposito e
delle porzioni eventualmente sottostanti.
L’ipotesi - profilatasi al primo affioramento dei resti - di tagliare il
conglomerato cementizio a grossi ciottoli e mattoni per rimontarlo altrove è
risultata impraticabile non appena si è potuto valutare la massa dei blocchi
portati alla luce, anche per l’impossibilità tecnica di evitare estesi
sbriciolamenti della struttura nei ristretti spazi operativi disponibili.
E’ comunque prevista la valorizzazione e fruizione pubblica di quanto emerso
dagli scavi, sia con la traslazione dei pezzi che non presentano insormontabili
problemi di trasloco e conservazione, sia con l’affiancamento a questi di calchi
e ricostruzioni tridimensionali basate sul millimetrico rilievo e rimontaggio
virtuale delle porzioni di muratura.
Infatti, di concerto con l’Amministrazione Comunale, la Soprintendenza ha
comunque in corso un progetto per l’esposizione di parti scelte, calchi e
apparati multimediali, che potrebbero trovare una degna collocazione proprio nel
sottopasso di Via Mazzini, a lato dei resti conservati del ponte successivo,
contribuendo a eliminare quella situazione di incuria e degrado in cui
quest’ultimo versa attualmente e restituendo così a Parma un’adeguata e
rinnovata consapevolezza sulle caratteristiche e l’evoluzione di questa
infrastruttura fondamentale per la città e la viabilità antica lungo la Via
Emilia nell’arco di diversi secoli.
Il sopralluogo del 18 luglio 2011 con i rappresentanti del Comitato Tecnico
Scientifico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, del Comune di Parma,
di Progetto Ghiaia Srl e della ditta GEA Srl di Parma