Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Morello Jones nelle aree archeologiche di Marzabotto e Veleia
il 28 maggio è andato in onda il servizio registrato nell’area archeologica della città Etrusca di Marzabotto (BO), il 3 giugno quello sul municipium romano di Veleia (Lugagnano Val d’Arda, PC)
guarda i servizi sul sito di "Striscia la notizia" (video non più disponibili)
La
troupe di “Striscia la notizia” ha trascorso l’intera giornata del 16 maggio
nelle aree archeologiche di Veleia (Lugagnano Val d’Arda, PC) e Marzabotto (BO),
dipendenti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna,
accompagnati dalle rispettive direttrici Daniela Locatelli e Paola Desantis
Lunedì 28 maggio e domenica 3 giugno, le due puntate registrare da Moreno Morello, nei
panni di Morello Jones, vanno in onda nell’ambito del programma più seguito
di Canale 5
Il Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” e l’Area archeologica di
Marzabotto
La vita della città etrusca di Marzabotto durò circa due secoli, dalla
fine del VI alla metà del IV secolo a.C. Ciò che fa di Marzabotto un’eccezionale
testimonianza etrusca è l’impianto urbano perfettamente conservato, nel quale la
regolare scansione degli spazi è segno di una ben precisa pianificazione,
ispirata ai modelli urbanistici del mondo greco coloniale, ma orientata
astronomicamente secondo l’etrusca disciplina. Le quattro vie principali, di
singolare ampiezza, scandiscono la pianta della città in isolati regolari, nei
quali le case di abitazione compongono i vani attorno a cortili aperti con pozzo
centrale. Di recente è stato scoperto un imponente tempio di pianta greca,
dedicato al dio Tinia, che occupa un intero isolato prospettante su due delle
principali strade urbane. Sull’altura che domina la città si erge la sacra
acropoli con i resti di tre strutture templari e di due altari mentre al di
fuori del perimetro urbano è ubicato il cosiddetto Santuario fontile, legato al
culto delle acque e a riti di sanatio. Al di fuori degli ingressi settentrionale
e orientale della città si dispongono infine i resti delle due necropoli, con
sepolture a cassone litico caratterizzate da segnacoli lapidei di varia forma.
Il museo conserva i reperti provenienti da oltre un secolo e mezzo di scavi
nella città e nelle sue necropoli. Le prime due sale espongono i materiali dagli
scavi ottocenteschi (necropoli, abitato e acropoli) e da quelli nel santuario
fontile. La terza sala espone le terrecotte architettoniche dall’acropoli e
dalle case di abitazione e i materiali più significativi degli scavi recenti,
fra cui l’eccezionale testa di Kouros in marmo greco. Nella quarta sala sono
collocati testimonianze dal territorio, in particolare due corredi funebri
rinvenuti a Sasso Marconi.
Via Porrettana Sud 13, Marzabotto (BO) info 051.932353
Il
Municipium romano di Veleia
Il municipium di Veleia fu fondato in seguito alla conquista romana del
II secolo a.C. nel cuore del territorio della tribù ligure dei Veleiates o
Eleates sul luogo del preesistente centro indigeno di cui sono testimonianza le
tombe più antiche scoperte a nord-est del foro. La città si sviluppò su un
sistema di terrazze digradanti lungo la collina.
Il foro fu edificato su un ripiano artificiale ottenuto con un massiccio
sbancamento. Pavimentato ai tempi di Augusto in lastre di arenaria da Lucio
Licinio Prisco, uno dei massimi magistrati locali, è circondato su tre lati dai
resti di un portico su cui si aprivano botteghe e ambienti a destinazione
pubblica. Un imponente ingresso a duplice prospetto tetrastilo, inserito nel
colonnato del foro, ne consentiva l’accesso dalla terrazza più bassa.
A sud il complesso era chiuso dalla basilica, edificio a navata unica, dove
addossate alle pareti di fondo si levavano le dodici grandi statue in marmo di
Luni raffiguranti i membri della famiglia giulio-claudia, trasferite già nel
Settecento nel Ducale Museo di Antichità, oggi Museo Archeologico Nazionale di
Parma.
A monte, i resti dei quartieri di abitazione meridionale e di un edificio
termale sono sovrastati dalla terrazza su cui si erge -fin dal medioevo- la
pieve dedicata a S. Antonino.
Patrimonio culturale della regione fin dal 1760, quando il Duca di Parma don
Filippo di Borbone ne avviò l’esplorazione a seguito del ritrovamento casuale
(nel 1747) dell’iscrizione bronzea della Tabula Alimentaria traianea, e da
allora oggetto di scavi e ricerche, Veleia è oggi uno dei centri archeologici
più importanti dell’Italia settentrionale