Formigine (MO) - I lavori nella Parrocchia della Natività di Maria Santissima riportano in luce i resti dell’antica chiesa di Magreta
Un millennio sotto i piedi.
Gli scavi archeologici individuano le precedenti fasi costruttive, una necropoli
altomedievale e un sepolcreto del XVI-XVII secolo con la tomba del Rettore
Bartolamasi
Domenica 30 gennaio occasione unica per vedere gli scavi, con visite guidate gratuite condotte dagli archeologi Donato Labate e Francesco Benassi
Formigine, frazione Magreta
via Don Franchini n. 26
visite guidate dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17 (ogni 30 min. per max
30 persone)
info e prenotazioni 059.554112
Sorprese e conferme dagli scavi nella Chiesa della Natività di Maria
Santissima a Magreta di Formigine. Le indagini archeologiche danno corpo a ciò
che i documenti dicono da sempre: l’attuale edificio ottocentesco è stato in
parte costruito su una precedente chiesa che ha avuto almeno due fasi
costruttive, la prima tra il X e l’XI secolo e la seconda nel Settecento. Meno
scontato il ritrovamento di due serie di tombe, alcune più antiche, ascrivibili
alla fine dell’alto Medioevo, altre più recenti, pertinenti a personaggi e
famiglie eminenti di Magreta, tra cui quella di Ludovico Antonio Bartolamasi,
Rettore della chiesa, morto nel 1721.
Per illustrare gli scavi prima che chiuda il cantiere, la Parrocchia di Magreta
e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, in
collaborazione con il Comune di Formigine, organizzano per domenica 30 gennaio
un evento unico: una serie di visite guidate alla chiesa e all’oratorio con due
archeologi che spiegheranno al pubblico i resti delle antiche strutture e quelli
del vicino Castello medievale di Magreta, venuti in luce negli scavi del 2001.
Le visite sono curate da Donato Labate (Soprintendenza Archeologica) e da
Francesco Benassi, archeologo della ditta “ArcheoModena” che ha condotto le
indagini sul campo. L’appuntamento è dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17
presso la Parrocchia della Natività di Maria SS. di Magreta, in Via Don
Franchini 26 (visite ogni 30 minuti per un massimo di 30 persone, prenotazioni e
info 059.554112)
Pianta prospettica del XVIII secolo raffigurante la chiesa e il castello di
Magreta
“Due chiese erano già in Magreda ... Quella di S. Maria è la sola che ora
sussiste nella Pieve e nella Congregazione di Formigine”. Così, nel XVIII
secolo, Girolamo Tiraboschi riassume i documenti che indicano alla fine del
Duecento la presenza di una chiesa nei pressi del castello di Magreta, proprio
dove è oggi la Parrocchia della Natività di Maria Santissima (“Dizionario
topografico-storico degli Stati Estensi”).
Scontato
dunque che la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
disponesse il controllo archeologico in corso d’opera in occasione dei lavori di
restauro e consolidamento strutturale dell’edificio, interessato da problemi
statici delle strutture di fondazione.
Dopo il rinvenimento nel 2001 dei resti del castello medievale di Magreta, sono
così riemersi anche quelli della più antica chiesa, con alcune sepolture
medievali.
L’attuale chiesa, in stile neoclassico con impianto a croce latina a navata
unica, fu realizzata tra 1821 e 1823. L’edificio occupa parte dell’area su cui
sorgeva la precedente chiesa, di cui conserva ancora l’antica facciata. È
soprattutto il transetto della chiesa ottocentesca a poggiare su strutture di
fondazione relative a diverse fasi costruttive della chiesa antica, riferibili
ad un periodo compreso tra il X-XI ed il XVII secolo.
L’indagine archeologica, iniziata nel Novembre 2010 e ancora in corso, è
condotta sul campo da Francesco Benassi della ditta ArcheoModena, sotto la
direzione scientifica di Luca Mercuri e Donato Labate della Soprintendenza per i
Beni Archeologici.
Gli scavi hanno messo in luce una parte dell’impianto della più antica chiesa di
Magreta, con strutture di fondazione realizzate in ciottoli fluviali legati con
malta tenace. A questa fase appartengono anche alcune tombe, due a inumazione,
una a cassa ed una a cappuccina, che reimpiegano mattoni manubriati di età
romana. Il ritrovamento di due fibbie in ferro ascrivibili al periodo compreso
tra la fine dell’alto e l’inizio del basso medioevo, ha consentito di fissare
all’XI-XII secolo la datazione della chiesa primigenia.
È riconducibile a una seconda fase della chiesa, databile tra il XII e l’inizio
del XIII secolo, l’ampliamento dell’abside verso est: appartengono a questo
periodo un lacerto pavimentale realizzato con il reimpiego di mattoni romani e
la base dell’antico altare rinvenuta al centro dell’abside.
Le indagini archeologiche dietro l’altare maggiore dell’attuale chiesa hanno
intercettato le tracce di una cappella laterale aperta nel corso del XVI secolo
sul muro perimetrale sud dell’edificio, già indicata in una planimetria
settecentesca come “Cappella del Rosario”. Sotto l’attuale pavimento sono venute
in luce anche alcune strutture sepolcrali a camera laterizia con volta a botte,
databili tra il XVI e il XVII secolo, pertinenti a personaggi e famiglie
eminenti di Magreta. Tra queste è stato identificato il sepolcro di Ludovico
Antonio Bartolamasi, Rettore della chiesa di Magreta, morto nel 1721; proviene
dalla sua tomba una scarpa in cuoio, con zoccolo in legno, perfettamente
conservata.
I recenti ritrovamenti archeologici si sommano ai resti del primigenio castello
di Magreta messi in luce negli scavi del 2001. Del castello medievale, collocato
di fronte all’antico accesso della chiesa, sono visibili le fondazioni in
ciottoli e alcune strutture murarie di età bassomedievale.
Gli interventi di consolidamento e restauro della Parrocchiale sono finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. I lavori, seguiti dall'architetto Stefano Benedetti, sono realizzati sotto il controllo della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Bologna, Modena e Reggio Emilia e della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Tomba 4: Calzatura in cuoio con tacco in legno (piede destro).
Secondo l’inventario del 1792 stilato da don Giulio Cesare Gibertini e
conservato presso l’Archivio della Curia Arcivescovile di Modena, questa tomba,
posta nella parte centrale dell’aula della chiesa, sul lato sud, davanti
all’altare del Rosario, potrebbe essere relativa al Rettore Ludovico Antonio
Bartolamasi (o Bartholamasi), morto nel 1721, che resse la chiesa di Magreta dal
1671 al momento del decesso. La posizione di questo sepolcro risulta documentata
dalle due planimetrie del XVIII secolo.