Formigine (MO), località Colombaro. Le indagini archeologiche in via Sant’Antonio nei pressi della Pieve romanica
Precisazioni di Luigi Malnati, Soprintendente Archeologo dell’Emilia-Romagna
Con riferimento a quanto apparso nei giorni scorsi sulla stampa locale sui
rinvenimenti in località Colombaro di Formigine, la Soprintendenza Archeologia
dell’Emilia-Romagna precisa quanto segue.
Il rinvenimento non è avvenuto durante i lavori per la realizzazione del
centro giovani ma prima del loro inizio, nel corso delle indagini
archeologiche preliminari prescritte ai primi di marzo dalla Soprintendenza,
nell’ambito delle normali attività di archeologia preventiva. Si è trattato
quindi di un’azione programmata, fondata anche sull’attenzione che il
Comune di Formigine rivolge alla tutela dei resti archeologici del territorio,
recepita nel PSC, mediante la Carta delle Potenzialità Archeologiche.
Le attività di scavo sono condotte sul campo dalla ditta ArcheoModena sotto la
direzione scientifica della Soprintendenza.
L’area d’indagine si trova nelle immediate adiacenze della Chiesa di S. Giacomo
Maggiore, pieve risalente al XII secolo.
Sono state rinvenute strutture murarie in ciottoli fluviali di epoca
basso-medievale, pertinenti alle fondamenta di un ampio complesso
architettonico, forse monastico, collegato alla chiesa, e una fornace per
laterizi, presumibilmente di epoca rinascimentale.
La massiccia opera di demolizione subita in antico dalle strutture murarie
consente solo la ricostruzione ipotetica dell’originario perimetro
architettonico del complesso, all’interno del quale è inserita anche la fornace.
Si tratta di una fornace per laterizi, con camera di cottura
rettangolare, provvista di sei bocche per l’inserimento del combustibile.
Al termine delle indagini archeologiche, tuttora in corso, alla
Soprintendenza spetterà innanzitutto il compito di valutare le esigenze
di tutela delle strutture -peraltro in condizioni di possibile rapido
degrado- e la loro eventuale compatibilità con possibili forme di
valorizzazione.
Gli enti che vorranno accollarsi tale onere, dovranno mettere in atto
oculate scelte progettuali e valutare attentamente le loro
implicazioni economiche a lungo termine, per evitare che nel giro di pochi
anni venga distrutto proprio ciò che si voleva tutelare.
Il Soprintendente Archeologo dell'Emilia-Romagna
Luigi Malnati
Panoramica degli scavi in corso sulle strutture murarie bassomedievali