IL MONDO DEGLI ETRUSCHI
al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
ciclo di conferenze dal 24 gennaio al 16 maggio 2013 (inizio alle ore 16)
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
Via XX Settembre 122
info 0532 66299
Sei archeologi e nessun mistero
Dieci conferenze per fare il punto sui mille volti degli Etruschi tra falsi
problemi e questioni irrisolte, dall’enigma della lingua al quesito sulla loro
origine
Info e aggiornamenti sul sito del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, sezione "news"
Riflettere
sul mondo etrusco e i suoi presunti misteri che, grazie agli studi archeologici,
sono ogni giorno sempre meno tali. Questo l'obiettivo delle conferenze promosse
dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna al Museo
Archeologico Nazionale di Ferrara, dal 24 gennaio al 16 maggio.
Per dieci giovedì gli archeologi della Soprintendenza incontreranno il pubblico
nella Sala delle Carte Geografiche di Palazzo Costabili per vagliare gli aspetti
più interessanti della Storia e della Cultura degli Etruschi alla luce delle
novità più recenti provenienti soprattutto dal territorio dell’Emilia-Romagna.
Valentino Nizzo, Mario Cesarano, Paola Desantis, Caterina Cornelio, Simona
Carosi e il Soprintendente Filippo Maria Gambari cercheranno di sfatare qualche
“mito” e svelare qualche presunto “mistero”, senza nulla togliere al fascino che
avvolge da secoli una delle Civiltà più importanti dell’Italia preromana.
I vari temi saranno trattati con linguaggio moderno e comunicativo, in modo da
promuovere la conoscenza degli Etruschi secondo le linee di studio e ricerca più
aggiornate. Sarà un modo per fare il punto su tante questioni in apparenza
ancora irrisolte, dall'enigma della lingua al falso problema della loro origine,
cercando al tempo stesso di capire perché, nel corso dei secoli, tanti autori
antichi e moderni (i soli da cui possiamo trarre informazioni sugli Etruschi)
abbiano voluto attribuire a questo popolo caratteristiche particolari e spesso
contrastanti, con intenti che, lungi dall'essere storici e didascalici, si
rivelano oggi faziosi e politicamente orientati.
Le lezioni, aperte a tutti, puntano in particolare al mondo della scuola; è
anche previsto, a richiesta, il rilascio di un attestato di partecipazione.
Le conferenze sono gratuite; l’ingresso al Museo costa € 5,00 (gratuito per gli
under 18, gli over 65, studenti e docenti delle facoltà umanistiche, di
architettura e delle Accademie di Belle Arti, previa esibizione del tesserino,
ridotto a € 3,00 per i giovani tra i 18 e i 25 anni).
Questo il calendario degli incontri
Giovedì 24 gennaio 2013, ore 16
La Scoperta degli Etruschi
Valentino Nizzo, Archeologo Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna
La storia della scoperta degli Etruschi consente di conoscere alcuni
aspetti meno noti di questo popolo e del modo in cui generazioni di storici,
linguisti, filologi e archeologi, a partire dall’Umanesimo, hanno contribuito a
svelare progressivamente il loro mistero, restituendolo alla dimensione in cui
oggi lo conosciamo.
L’archeologo Valentino Nizzo illustra come è cambiato il modo di percepire la
civiltà etrusca al mutare nel tempo di persone, mode, gusti e ideologie.
Giovedì 7 febbraio 2013, ore 16
Gli Etruschi senza mistero
Valentino Nizzo, Archeologo Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna
Fin dall’antichità e più di ogni altro popolo preromano, gli Etruschi
sono stati avvolti da un alone di mistero.
L’archeologo Valentino Nizzo spiega come i tentativi di svelare questi arcani
abbiano spesso solo aggiunto invenzioni e fantasie.
Un esempio su tutti, il dibattuto mistero sulle loro “origini”, uno dei più
antichi ma anche quello su cui l’archeologia ha dato da anni le sue risposte,
forse non risolutive ma certamente in grado di ipotizzarne la storia, al di là
di ben più accattivanti immaginazioni
Giovedì 21 febbraio 2013, ore 16
Gli Etruschi fra l’Europa e il Mediterraneo: dalla prima età del Ferro
all’Orientalizzante
Valentino Nizzo, Archeologo Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna
Tra il X e il VII secolo a.C. l’area che poi coinciderà con quella
occupata dagli Etruschi è interessata da un diffuso fermento culturale: il Lazio
settentrionale, la Toscana, l’Emilia-Romagna e alcune porzioni dell’attuale
Campania cominciano a presentare i tratti comuni della Cultura Villanoviana.
L’archeologo Valentino Nizzo illustra come l’impatto degli Etruschi con il mondo
greco abbia portato tra gli Etruschi una vera e propria rivoluzione non solo
artistica e culturale ma anche politica e sociale.
È la luce che viene da oriente (ex oriente lux), nota come periodo
Orientalizzante, che imprimendo splendore e munificenza alle testimonianze
etrusche finirà per far pensare a una loro origine orientale
Giovedì 7 marzo 2013, ore 16
Città d’Etruria: l’Etruria “propria”
Valentino Nizzo, Archeologo Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna
Con il termine “Etruria propria” si è soliti indicare quella parte
dell’Italia centrale in cui la Civiltà Etrusca si manifestò nelle forme più note
ed eclatanti. La conferenza dell’archeologo Valentino Nizzo passa in rassegna le
città etrusche di Veio, Cerveteri, Tarquinia, Vulci, Vetulonia, Populonia e
della stessa Roma in un percorso che, seppur parziale, ci fa conoscere alcune
delle più celebri vestigia della Civiltà Etrusca, oggi ammirate in tutto il
mondo.
Giovedì 21 marzo 2013, ore 16
Etruria fuori d’Etruria: il caso della Campania
Mario Cesarano, Archeologo Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna
Le fonti letterarie e le evidenze archeologiche testimoniano la presenza
degli Etruschi anche fuori dai confini dell’Etruria.
In Campania le genti etrusche hanno giocato un ruolo comprimario non solo con i
Greci, stabilitisi nel Golfo di Napoli a partire dall’VIII sec. a.C., ma anche
con le genti indigene, gli Ausoni delle fonti letterarie. L’archeologo Mario
Cesarano illustra come questo scambio interetnico abbia dato un contributo
rilevante alla stessa formazione della cultura etrusca.
Giovedì 4 aprile 2013, ore 16
L’Etruria padana: Spina
Caterina Cornelio, Archeologa Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna
Una porta dell’Etruria padana verso la Grecia e l’oriente, una città
cosmopolita tra Po e Adriatico, punto d’incontro di uomini e merci.
Tutto questo è stata Spina, la città portuale etrusca sorta negli ultimi decenni
del VI secolo a.C. alla confluenza tra un fiume appenninico e un ramo del Po, a
breve distanza dal mare.
Il Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Caterina Cornelio,
illustra le caratteristiche di questo porto “vissuto” fino alla metà circa del
III secolo a.C., un centro tanto ricco e importante da avere un donario presso
il tempio di Apollo a Delfi. Una città dove il “vivere alla greca” si è a lungo
contemperato con il costume etrusco, divenuto prevalente nell’ultima fase della
sua esistenza.
Giovedì 11 aprile 2013, ore 16
Marzabotto etrusca: obiettivo sulla città alla luce delle più recenti scoperte
Paola Desantis, Archeologa Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna
Ciò che fa di Marzabotto una testimonianza unica nell’ambito della
civiltà etrusca è la straordinaria conservazione dell’originale impianto della
città, scandito da ampie strade che si incrociano ortogonalmente suddividendo in
modo regolare lo spazio della città, orientato sui canoni dell’etrusca
disciplina.
Dai resti delle abitazioni distribuite sul vasto pianoro alle costruzioni sacre
sulla soprastante altura di Misanello, vera e propria acropoli della città, fino
alle due aree funerarie immediatamente fuori dalla città dei vivi, passeggiare
nell’area archeologica di Marzabotto significa viaggiare a ritroso per più di 25
secoli.
Il direttore del Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto, Paola Desantis, fa il
punto su una ricerca tutt’altro che esaurita come dimostrano i clamorosi
risultati degli scavi più recenti che hanno individuato un tempio dedicato a
Tinia, un nuovo santuario (cosiddetto della Terza Stipe) e nuove aree civili, e
indotto a nuove ipotesi sulla porta settentrionale della città
Giovedì 18 aprile 2013, ore 16
Oltre l’immagine: vasi a figure rosse tra Atene e Spina
Mario Cesarano, Archeologo Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna
Le necropoli di Spina hanno restituito una quantità enorme di vasi
attici a figure rosse. Queste raffigurazioni che, al pari di un testo
letterario, raccontano miti e storie leggendarie, sono anche i segni di un
codice da decifrare. L’archeologo Mario Cesarano spiega come quei miti e quelle
storie siano rappresentativi dei valori sociali e politici che facevano da
sfondo alla vita quotidiana di quelle genti che si servivano di quei vasi e
delle loro immagini, dagli Ateniesi agli Etruschi di Spina.
Giovedì 9 maggio 2013, ore 16
La donna in Etruria: forme e sostanza del ruolo femminile dall’archeologia
Simona Carosi, Archeologa Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna
Attraverso lo studio degli oggetti tipici del mondo femminile (“le forme”)
l'archeologia consente di ricostruire, almeno in parte, la “sostanza” del ruolo
della donna nel mondo etrusco-italico, sia sotto il profilo socio-culturale, che
religioso e politico.
L’archeologa Simona Carosi passa in rassegna sia i contesti dell’Etruria vera
che le testimonianze, ricche di valenze, dell’Etruria Padana, tracciando un
quadro generale dell’universo “in rosa” del mondo etrusco fatto di vita
domestica e cittadina, integrazione o isolamento, predominio o minoranza
Giovedì 16 maggio 2013, ore 16
L’eredità dell’alfabeto etrusco: da Golasecca alle Rune
Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni Archeologici Emilia-Romagna
Primi tra tutti i popoli celtici a evolversi verso la scrittura, i
portatori della cultura di Golasecca adattano fin dal VII secolo a.C. l'alfabeto
etrusco per scrivere nella propria lingua.
L'alfabeto moderno, con consonanti e vocali, non sillabico, arriva così in modo
precoce nel centro dell'Europa, solo un secolo dopo l'adozione da parte degli
Etruschi delle lettere greche e circa due secoli dopo l'adattamento alla lingua
dei Greci delle lettere fenicie.
Trasmettendosi e rafforzandosi durante l'età del Ferro presso i popoli celtici
della Cisalpina occidentale, a partire dal II secolo a.C. questa modalità
scrittoria (alternativa all'alfabeto latino) si diffonde su bastoncini di legno
di faggio nel mondo germanico, in particolare in ambito sacro e magico. È così
che nascono le rune.
Definite nelle forme a partire dal II sec. d.C., si diffonderanno fino alla
Scandinavia e saranno usate fino all'avanzato Medioevo.
Il Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Filippo Maria
Gambari, illustra come, attraverso i Celti cisalpini, la scrittura etrusca possa
essere considerata la prima forma diffusa di alfabetizzazione dell'Europa
barbarica.
Il ciclo di conferenze è promosso dalla Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna; coordinamento e organizzazione a cura di Valentino Nizzo, Archeologo del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
Informazioni e aggiornamenti sui siti
www.archeobologna.beniculturali.it
www.archeoferrara.beniculturali.it sezione”news”
o telefonando al numero 0532 66299