Boom di visitatori il Primo Gennaio al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
La carica dei cinquecento. Capodanno all'insegna della cultura
6 gennaio regolarmente aperto dalle 9.30 alle 17
Museo Archeologico Nazionale
Via XX Settembre 122
info 0532.66299
www.archeoferrara.beniculturali.it
Più di mezzo migliaio di persone (per l'esattezza 549) hanno visitato il
giorno di Capodanno il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, complice
l'ingresso gratuito, le visite guidate offerte dal Direttore Caterina Cornelio e
dall'archeologo Valentino Nizzo, la collaborazione dei volontari del Gruppo
Archeologico Ferrarese e grazie al grande rilievo dato dai media all'apertura
straordinaria del Primo Gennaio.
Un flusso ininterrotto di turisti e cittadini ha animato le sale e il giardino
di Palazzo Costabili, detto di Ludovico il Moro, sede di uno dei più importanti
musei del mondo per la ceramica attica a figure rosse, recentemente riallestito
con proiezioni multimediali e ampliato con nuovi spazi espositivi.
Quasi un record che fa ben sperare per il futuro di questo importante museo e
delle sue eccezionali raccolte archeologiche.
Il museo sarà regolarmente aperto il giorno dell’Epifania dalle 9.30 alle 17 (ultimo accesso ore 16.30)
Il giorno seguente (sabato 7 gennaio), alle ore 12.25, la rubrica “Il
Settimanale” di Raitre dedicherà a “Spina: l’emporio del mondo antico” un ampio
servizio a cura di Giorgio Tonelli.
Gli archeologi Caterina Cornelio e Valentino Nizzo, della Soprintendenza per i
Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, raccontano la storia della città Etrusca
di Spina che per tre secoli, dal VI al III secolo a.C., è stata un importante
centro di commerci con il Mediterraneo e con Atene, e illustrano vicende, novità
e curiosità del museo e dei suoi recenti allestimenti virtuali.
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Via XX settembre 122, tel. 0532.66299
Allestito nel palazzo progettato nel 1500 da Biagio
Rossetti per il nobile ferrarese Antonio Costabili, il Museo Archeologico
Nazionale di Ferrara conserva le testimonianze di uno dei più interessanti
ritrovamenti archeologici del XX secolo, la necropoli e l’abitato di Spina, la
città etrusca sul Po, in fregio alle sponde del Mar Adriatico (fine VI – metà
III secolo a. C.), che ha restituito un nucleo di materiali giunto in gran parte
integro fino a noi, grazie alle straordinarie condizioni ambientali delle
antiche vestigia, naturalmente protette dalle acque della laguna di Comacchio.
Dal 2007 il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara è stato al centro di una
serie di iniziative tese a restituirgli il primato culturale che gli spetta,
culminate prima nell'apertura della Sala delle piroghe e della Sala degli Ori,
nel restauro del Giardino neo-rinascimentale e del Giardino di Levante, e nel
2011 nell'inaugurazione di quattro nuove sale al piano terra dedicate
all’abitato di Spina, ai popoli e alle scritture di Spina, ai culti e alla
biblioteca virtuale.
Le sezioni del Museo dedicate a Spina si articolano su due piani e presentano al
pubblico materiali di eccezionale valore storico e artistico, testimonianza dei
numerosi traffici commerciali intercorsi tra l’antica città portuale etrusca,
“vissuta” dalla fine del VI secolo a. C. alla metà del III secolo a. C., e il
Mediterraneo e del suo rapporto privilegiato con Atene.
Al piano terra è possibile visitare la Sala del Tesoro, la riallestita sala
delle piroghe – affacciate entrambe sul Giardino di Mezzogiorno - e la sezione
intitolata all’abitato della città, che rappresenterà il nuovo inizio del
percorso museale della realtà spinete.
La Sala del Tesoro, la più famosa e riccamente decorata di Palazzo Costabili,
realizzata tra il 1503 e il 1506 da Benvenuto Tisi detto il Garofalo, uno dei
più importanti rappresentanti della scuola ferrarese rinascimentale, è stata
riportata allo splendore dei colori originari a seguito di lunghi e accurati
restauri.
La sala delle piroghe ospita eccezionali reperti del III-IV secolo d. C.: due
imbarcazioni monossili scoperte nel 1940 in Valle Isola, nei pressi di
Comacchio, in provincia di Ferrara, scavate e condotte al Museo, ove si trovano
dal 1948.
La sezione dedicata alla città di Spina si apre con la sala dell’abitato, per la
prima volta illustrato con dovizia di materiali, che illustrano sia gli aspetti
urbanistici e architettonici dell’insediamento deltizio, sia la vita quotidiana
degli Spineti; aspetti, questi, ulteriormente esplicati da apparati multimediali
che narrano in modo suggestivo la storia e la vita della città.
Il piano nobile, nucleo originario del Museo, è interamente dedicato alla
necropoli della città etrusca; di essa viene esposta una significativa
campionatura delle oltre 4.000 tombe rinvenute in Valle Trebba e Valle Pega.
La raccolta annovera pezzi di rara bellezza: ceramiche attiche, di provenienza
ateniese, a figure nere e a figure rosse, tra cui la preziosa anfora panatenaica
a figure nere attribuita al Pittore di Berlino (480-470 A.C.), unico esemplare
di questa tipologia di vasi rinvenuto a Spina, il cratere del Pittore dei
Niobidi, oppure le kylikes del Maestro di Pentesilea, o, a imitazione di più
preziosi esemplari in argento, la patera in stagno con la raffigurazione
dell’apoteosi di Heracles e delle sue nozze con Hebe. Notevoli i manufatti in
bronzo, di varia tipologia e utilizzo, come i candelabri sormontati da cimase
con rappresentazione simboliche, brocche, teglie e boccali, altri vasi e
suppellettili in ceramica, come il pregevole e raro stamnos itifallico, e ancora
boccali configurati (rytha), i meravigliosi piatti da pesce decorati, ai quali è
dedicata una sala intera, senza dimenticare i sontuosi “preziosi” esposti, con
la prestigiosa consulenza della Maison Bulgari, nella bellissima “Sala degli
Ori”: gioielli in oro, argento, ambra, pasta vitrea, balsamari di varie fogge (alabastron,
amphoriskos, aryballos, oinochoe) e la raffinatissima statuetta in avorio
raffigurante una coppia stretta in uno struggente abbraccio.