Venerdì 25 novembre è mancata Giovanna Montanari Bermond, per molti anni ispettore archeologo di questa Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna nonché sua Soprintendente dalla fine del 1980 al 1 febbraio 1989, data in cui si è ritirata dal lavoro per raggiunti limiti di età
Nata a Lugo (RA) il 26 gennaio 1924, Giovanna Montanari aveva conseguito la
Laurea in Lettere e Filosofia all’Università degli Studi di Bologna (5 luglio
1947, 104/110), diplomandosi in seguito alla Scuola Archeologica di Roma
Vedova di Osvaldo Bermond, lascia due figli, Alessandro e Donatella.
Durante la Seconda Guerra Mondiale
Giovanna Montanari Bermond aveva prestato servizio militare come partigiana dal 1 ottobre 1943 al 10 aprile 1945, partecipando alle operazioni
di guerra nel territorio metropolitano (zona di Ravenna) con la Divisione
Partigiana S.A.P. di Ravenna
Ispettrice nei ruoli del Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale
Antichità e Belle Arti, dal 1 ottobre 1957, è stata Assistente volontario di
Paletnologia presso l’Istituto di Archeologia dell’Università di Bologna dal
01/11/1949 al 31/10/1966, in gran parte a fianco del Prof. L Laurenzi.
Nel gennaio 1971 ha conseguito la libera docenza in Archeologia e Storia
dell’Arte greco-romana e dal 1972 è stata Docente di Paletnologia all’Università
di Bologna
Giovanna Montanari Bermond era entrata in servizio con la qualifica di Ispettore
presso la Soprintendenza alle Antichità dell’Emilia e della Romagna dal 1
ottobre 1957 in seguito a regolare concorso
In precedenza aveva svolto attività di collaborazione con varie Soprintendenze,
in particolare con l’allora Soprintendenza alle Antichità delle Venezie, per il
riordino dei musei di Este, di Oderzo, di Portogruaro, di Vicenza, di Trento e
di Bolzano, partecipando anche a scavi vari, come quello della palafitta di
Ledro.
Nella Soprintendenza alle Antichità dell’Emilia e della Romagna diretta dal prof. Guido Achille Mansuelli, aveva partecipato a scavi nella
grotta del Farneto, nella zona archeologica di Spina e nella Villa Romana di
Russi, e al riordino del settore preistorico del Museo Nazionale alle Antichità
di Parma
Dopo la nomina a Ispettore Archeologo, diresse dal 1957, sotto la guida del
Soprintendente il prof. Gino Vinicio Gentili, numerosi scavi in molte
zone dell’Emilia centrale e della Romagna. Nominata Direttore Archeologo nella carriera direttiva del
Ministero della Pubblica Istruzione, ricevette nell'ottobre 1966 l’incarico di
Direttore del Museo Archeologico di Ravenna (oggi Museo Nazionale)
In qualità di funzionario di zona, ha iniziato gli scavi archeologici nella zona di Classe, con interventi diversi in area di necropoli e con lo scavo, dal 1965-66, della basilica di S. Severo e, dal 1974, del porto romano e bizantino, la creazione della zona archeologica del podere Chiavichetta e la sua successiva apertura ai visitatori, con la costruzione delle strutture di ricevimento
In seguito alla sua specializzazione in preistoria e protostoria, ha condotto moltissimi scavi nella sua area di competenza, dagli interventi nella Grotta del Farneto, a quelli nella Fornace Cappuccini a Faenza, a molte aree dell’età del bronzo, in particolare nel Ravennate, come quello di Valle Felici; ha condotto scavi di epoca etrusca e umbra, come nella necropoli di S. Martino in Gattara (RA), e interventi a Misano e a Riccione; ha diretto anche molti scavi di epoca romana, come quello della città romana di Mevaniola, a Galeata, della villa romana di Fiumana e di quella di Meldola
Vincitrice nel concorso per Soprintendente Archeologo, resse prima la Soprintendenza della Liguria, dal 1977 al 1980, occupandosi in particolare degli scavi della città di Luni, passando poi dalla fine del 1980 a quella dell’ Emilia Romagna dove restò fino al momento del pensionamento
In qualità di Soprintendente, Giovanna Montanari Bermond è stata determinante per la creazione o il potenziamento di diversi musei. Ricordiamo in particolare l’apertura dei Musei Civici di Cattolica, di Riccione, di Galeata, di Cesenatico, gli interventi per il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina, oltre alla valorizzazione di numerose aree archeologiche, come quella dalla Villa Romana di Russi, con la costruzione dell’edificio didattico, e la già citata zona archeologica di Classe
Ha promosso molte mostre di interesse nazionale, su cui spiccano quella su “Ravenna e il porto di Classe” (1983) e quella su “La formazione della città in Emilia Romagna” (1987); dopo il suo pensionamento, ha continuato la sua attività scientifica, partecipando a diverse iniziative come la mostra “Quando Forlì non c’era” (1996) e il progetto museologico dei Musei del S. Domenico, sempre a Forlì
La sua bibliografia è estremamente ampia e rispecchia i suoi numerosi
interessi, storici e archeologici, con testi che trattano dalla preistoria
all’epoca rinascimentale, relativi soprattutto a rinvenimenti archeologici da
lei effettuati, con collaborazioni a riviste e a cataloghi di mostre. Si
ricordano in particolare la partecipazione, con fondamentali interventi di
puntualizzazione e di riepilogo, ai volumi di Storia delle città di Lugo, di
Bagnacavallo, di Forlì, di Ravenna.
Ha inoltre diretto la collana di Studi e documenti di archeologia, rivista della
Soprintendenza Archeologica dell’ Emilia Romagna
Bologna, 28 novembre 2011