Precisazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, dott.ssa Caterina Cornelio, direttore scientifico degli scavi, in merito a quanto recentemente pubblicato sulla stampa ferrarese
con preghiera di integrale pubblicazione
La Soprintendenza per i Beni Archeologi dell’Emilia-Romagna comunica che al
principio del corrente mese di luglio sono iniziate le attività di cantiere
nell’ambito delle procedure finalizzate alla tutela archeologica preventiva
(artt. 95-95 del D.Lgs 163/2006) nel cantiere SNAM di Comacchio, ubicato in un
settore della vasta area nota come “Ex zuccherificio”, situata nella Valle Ponti
e coincidente con il “baro dei Ponti”, noto dalla letteratura archeologica per
preesistenze dell’età tardo antica.
L’intervento SNAM consiste nella sostituzione di una vecchia conduttura aerea
per gas metano, posata in anni lontani ad alimentazione dell’ex Zuccherificio e
di parte del centro urbano di Comacchio.
Appare opportuno puntualizzare che nell’area d’intervento sono presenti altri
sottoservizi, creati negli anni Ottanta del XX secolo: una condotta idrica, un
elettrodotto e una cabina di smistamento SNAM. Fra questi, la realizzazione di
acquedotto ed elettrodotto –come si è potuto appurare- ha compromesso alcune
strutture e stratigrafie di interesse archeologico presenti nell’area.
Le indagini fino ad ora condotte (saggi e trincee di scavo di accertamento
preventivo), eseguite con la direzione di questa Soprintendenza da archeologhe
professioniste della Società Ares, all’uopo ingaggiata da Snam, hanno riportato
in luce alcune evidenze archeologiche, la verifica delle quali, ancora in corso,
potrà indirizzare la valutazione della fattibilità del progetto SNAM o
determinarne eventuali modifiche, come è prassi consueta per questo tipo di
attività.
La SNAM ha finora, come in altri cantieri precedenti, puntualmente collaborato e
ottemperato ai suoi doveri di stazione appaltante di opera pubblica per quanto
concerne l’archeologia preventiva. Sulla base delle risultanze effettive di
scavi e prospezioni, la Soprintendenza confermerà o scioglierà le riserve
espresse, anche tenendo conto degli aspetti di primario interesse pubblico
rappresentati dalla SNAM, e puntando a trovare congiuntamente una soluzione che
non contrasti con la tutela di beni archeologici di rilevante interesse, una
volta individuati e circoscritti.
Gli elementi finora intercettati nei limitati sondaggi sembrano indiziare la
presenza dei resti di fondazione di un edificio articolato, forse a carattere
ecclesiale, di cui si sta precisando la pianta e l’estensione, con sepolture a
inumazione fortemente sconvolte dai lavori agricoli nelle quote più alte della
stratigrafia: la cronologia non è per ora ben precisabile tra l’età
paleocristiana e l’alto Medioevo.
Il presente comunicato ha carattere di scarna sintesi ed è solo un anticipo di
informazioni più precise e meglio articolate, che la Soprintendenza si impegna a
fornire non appena i risultati dei lavori lo consentiranno; d’altra parte
un’informazione pur preventiva e sommaria si è resa necessaria per la presenza
di imprecisioni fuorvianti nelle anticipazioni uscite sulla stampa locale.
Per eventuali chiarimenti: sba-ero@beniculturali.it