Progetto “Scoprire Claterna. Archeologia di una città sepolta” 2015
Ripresi i lavori nell’antica città romana: continua l’archeologia sperimentale a Claterna
Nel
corso di una visita al sito archeologico rivolta alla stampa, sono state
presentate le interessanti novità relative alle attività di studio e ricerca
effettuate nell’antica città di Claterna nel luglio 2015.
Le ricerche a Claterna si inseriscono nell’ambito del progetto “Un'antica
residenza romana nel corso del tempo: scavi archeologici di valorizzazione del
settore 11”, diretto dalla Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
(attuale Responsabile Scientifico Renata Curina) e coordinato dall'Associazione
“Civitas Claterna” (Responsabile Scientifico Claudio Negrelli).
Il progetto triennale, realizzato tra il 2011 e il 2013, prevedeva:
- due campagne di scavo archeologico stratigrafico mirate al recupero di
informazioni riguardanti la struttura degli antichi edifici;
- una campagna conclusiva (la terza) dedicata alla ricostruzione e restituzione
in chiave didattica di quanto scoperto nei primi due anni;
- la creazione nel 2014, a seguito di queste ricerche, di una struttura museale
e di un percorso, che ora costituiscono il secondo punto visita di Claterna,
dopo quello del settore 12.
In questa quarta campagna la ricerca ha visto la ripresa degli scavi
archeologici, con l’ampliamento delle aree di scavo allo scopo di
approfondire le conoscenze su due situazioni di particolare interesse:
l’allargamento verso nord dello scavo, che ha portato alla scoperta di altre
strutture della domus, e lo scavo della via Emilia antica, posta ai
limiti di quella attuale.
Sono inoltre riprese le attività di archeologia sperimentale -con la
ricostruzione parziale (in scala reale e in situ) utilizzando tecniche e
materiali dell’antica tradizione- di ulteriori ambienti antichi da aggiungersi a
quelli realizzati negli anni scorsi.
Come già nel 2013, anche le nuove ricostruzioni sono state realizzate non solo
tenendo conto della tecnologia antica ma anche reimpiegando, per quanto
possibile, materiali originali di età romana, soprattutto mattoni sesquipedali
(di tipico modulo romano cisalpino) recuperati sia a Claterna che in altri scavi
nel territorio Bolognese.
Prima della ricostruzione, è stata effettuata la ricopertura delle strutture
antiche, operazione necessaria a preservare le strutture originali, a ritardarne
il deterioramento e a prevenire i rischi di alterazione, creando le condizioni
ottimali di conservazione.
Le attività di archeologia sperimentale, svolte sotto la direzione scientifica
della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna (fino al 2014 archeologa
responsabile Paola Desantis, attualmente Renata Curina), sono state condotte sul
campo da alcuni giovani archeologi dell’Università di Venezia che si sono
formati proprio sul sito di Claterna: Fabio Bracci ed Alessandro Rucco,
coordinati dal Segretario Scientifico dell’Associazione “Civitas Claterna”,
Claudio Negrelli, e coadiuvati dai gruppi di volontariato locale che sostengono
le attività dell’Associazione (Gruppo Città di Claterna, Gruppo per la
Valorizzazione dei Beni Ambientali e Culturali della Valle del Sillaro, Gruppo
Archeologico Trebbo Sei Vie, Gruppo Archeologico di Bagnara di Romagna), il cui
contributo è determinante per le ricostruzioni della domus secondo i principi
dell’archeologia sperimentale.
Nell’ambito del progetto di ricerca scientifica è proseguito l’ormai consolidato
rapporto con l’Università di Venezia (Ca’ Foscari, Dipartimento di Scienze
dell’Antichità), e con le altre Università (Bologna, Ferrara, Scuola di
Specializzazione in Archeologia “SISBA”), per offrire agli studenti l’occasione
per sperimentare un percorso di formazione tecnico-pratico prezioso che
contribuirà alla preparazione professionale di futuri archeologi dalle
competenze sempre più vaste.
Come per le altre campagne anche in questa del 2015, della durata di un mese,
gli studenti si sono alternati in due turni di attività, nell’ambito dei quali
ciascuno ha potuto prendere contatto diretto con la prassi operativa del
cantiere archeologico e in particolare cimentarsi in modo diretto e spesso
creativo con le pratiche dell’archeologia sperimentale. Ancora una volta,
volendosi offrire agli studenti, che si sono prestati con generoso entusiasmo e
serio impegno a questa attività, un’esperienza di immersione totale nelle varie
problematiche archeologiche, è stata offerta ai partecipanti l’opportunità di
risiedere tutti insieme, ospitati nella foresteria del centro visite di Villa
Torre del Parco dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi della Badessa.
Ancora una volta l'apporto di finanziatori privati è stato determinante: il
progetto è sostenuto quasi interamente da CRIF S.p.A. di Bologna, ed è
supportato come di consueto da IMA S.p.A.
Maurizio Liuti, Direttore Relazioni Esterne di CRIF S.p.A. un’azienda globale specializzata nello sviluppo e nella gestione di sistemi di informazioni creditizie, di business information e di soluzioni per il credito oltre ad essere diventata la prima agenzia di rating italiana riconosciuta a livello comunitario, è membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Civitas Claterna” dal 2011. Fondata nel 1988, oggi CRIF ha una rilevante presenza internazionale, con società in 22 Paesi e progetti in 50 Paesi di quattro continenti, ma ha sempre mantenuto a Bologna la sede centrale del Gruppo (www.crif.com); per questo: “Pur essendo da sempre caratterizzata da una visione globale e operando ogni giorno sui mercati internazionali, CRIF ha sempre mantenuto le radici, la testa e il cuore a Bologna, dove è stata fondata 27 anni fa e dove tuttora è localizzato il proprio quartier generale. Proprio questo forte legame con il territorio ci ha convinto ad aderire con grande entusiasmo al progetto di recupero dell’antica città di Claterna”.
Daniele Vacchi, membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Civitas Claterna” e dirigente IMA, ha dichiarato: “In questi anni molto proficui per la cultura del nostro territorio, l’archeologia è stata il perno sul quale hanno potuto svilupparsi forme di innovazione didattica intanto che Claterna diventava per i cittadini Ozzanesi il luogo della loro identità più profonda.”
Loretta Masotti, già Sindaco del Comune di Ozzano dell’Emilia - Bologna, nel cui territorio si trova la città romana di Claterna, ed oggi Presidente dell’Associazione “Civitas Claterna” ha dichiarato: “E’ un progetto, quello di Civitas, nel quale ho creduto fin da subito, nel quale mi sono impegnata molto prima in qualità di Sindaco, e poi in qualità di Presidente dell’Associazione. L’interesse nel progetto, manifestato sia dall’assidua e costante presenza di un vasto pubblico, in occasione delle conferenze e visite guidate organizzate periodicamente dall’Associazione, che dalla presenza, nel marzo 2014, di circa duemila persone che hanno visitato la zona degli scavi, a seguito del suo inserimento nelle visite guidate delle giornate FAI di Primavera, oltre ad essere motivo di grande orgoglio per tutta la comunità, è un forte incentivo a proseguire questo ambizioso progetto con il coinvolgimento di associazioni ed attività economiche del territorio. Per questo, e in considerazione della complessità del progetto, l'Associazione è aperta al contributo e al sostegno di nuovi sponsor ed appassionati di archeologia".
Campagne di scavo 2011 e 2012
Il progetto triennale “Un'antica residenza romana nel corso del tempo: scavi
archeologici di valorizzazione del settore 11”, riprende le indagini in un
settore dell’antica città già scavato nell’inverno 2005-2006, con l’obiettivo di
creare una seconda area di musealizzazione a nord della via Emilia che, insieme
a quella della “domus dei mosaici” inaugurata a sud nel 2010, diventerà una
tappa fondamentale verso la realizzazione del futuro Parco Archeologico. Il
progetto triennale, infatti, prevede non solo lo scavo ma anche la
musealizzazione del settore con proposte ricostruttive.
In quest’area è visibile l’ampia porzione di un edificio i cui momenti di vita
più recenti risalgono al periodo tardoantico (V - VI secolo d.C.), ma che
affonda le sue radici storiche fra i resti di una domus fondata in età
repubblicana e abitata fino all’età imperiale.
Nella campagna 2011 la ricerca si è concentrata su di un edificio che occupò
questa fascia della città affacciata sulla via Emilia. In uso tra V e VI secolo
d.C. doveva essere costituito da una serrata serie di piccole unità abitative in
legno e terra, che in parte riutilizzavano le murature della domus precedente;
il suo abbandono probabilmente seguì modalità diversificate. I resti dei crolli
e le strutture recuperate nel 2011 (muri in laterizi di reimpiego e alzati in
argilla cruda) costituiscono dati fondamentali per la ricostruzione di parte
dell’alzato dell’edificio, che rappresenta il momento finale del progetto,
previsto nel corso del 2013.
Durante la campagna 2012 l’attenzione si è rivolta ai periodi precedenti. Questa
campagna è stata particolarmente fortunata poiché ha restituito dati di primaria
importanza per la proposta di musealizzazione ricostruttiva prevista per il
2013. Infatti, prima delle case tardoantiche, era qui ubicata una residenza, una
domus, che si articola attorno ad uno spazio porticato. Un settore scavato in
profondità ne ha mostrato la complessa sequenza abitativa, con una serie di
trasformazioni che si attuarono per progressivi allargamenti. Le novità più
importanti, emerse grazie agli scavi della campagna dell’anno scorso, riguardano
la fase più antica della domus, quella forse risalente alla fine dell’età
repubblicana, ovvero al I secolo a.C. Un pavimento in ‘cocciopesto’ decorato da
tessere musive bianche e nere, che compongono un motivo decorativo di tipo
geometrico, appare per la prima volta completamente scoperto. Già individuato
per una piccolissima porzione durante le precedenti campagne di scavo, il
pavimento si trova in uno stato di conservazione abbastanza buono e
perfettamente leggibile nel disegno. Il pavimento sembra collegarsi assai
strettamente ad alcuni pavimenti simili ritrovati nella ‘domus dei mosaici’
(settore 12 a sud della via Emilia), in particolare ad un esempio già
individuato durante gli scavi Mansuelli - Bollini tra gli anni Cinquanta e i
Sessanta del secolo scorso, poi ricoperto.
Campagna di scavo 2013
La campagna 2013 è stata essenzialmente un’esperienza di archeologia
sperimentale, con l’aiuto degli studenti di Ca’ Foscari di Venezia (con cui è
stata coordinata l’iniziativa) e di altre università. La scelta di fondo del
progetto ricostruttivo del settore 11 è stata quella di intervenire ricoprendo
totalmente i resti antichi (si vedano i precedenti bollettini degli scavi 2011 e
2012), preservandoli dagli agenti atmosferici, e nel contempo ricostruire in
situ ampie parti di murature con le tecniche antiche, utilizzando materiali
antichi ed operando secondo i principi dell’archeologia sperimentale.
In base a queste linee guida l’attività didattica si è concentrata sulla
ricostruzione delle fondazioni (in ciottoli ed in laterizi), dei basamenti
murari in mattoni e / o in frammenti di laterizi, ed infine degli alzati murari
in materiali deperibili con la proposta di diverse tecniche, quali quella del
cosiddetto pisé oppure dell’ opus craticium (si vedano i bollettini
precedenti).Sono state inoltre sperimentate e riproposte le tecniche di
realizzazione di una pavimentazione in cocciopesto decorato (battuto cementizio
con inserzione di tessere musive), già rinvenuta nel 2012 nei livelli di età
repubblicana della domus.
Il risultato di questo lavoro di ricerca non è meramente l’oggetto materiale
ottenuto (in questo caso una serie di strutture murarie che compongono antiche
stanze), pure fondamentale in un contesto archeologico tipicamente pubblico, ma
l’insieme di conoscenze che abbiamo ricavato durante il percorso seguito per
ottenerlo. Un percorso dapprima teorico e progettuale, poi applicato alla
concretezza del fare, durante il quale si sono appunto sperimentati materiali,
tecniche, modi di costruire ed organizzare il lavoro nel cantiere antico.
Il progetto è proseguito nel settore 11, con la realizzazione di
una‘sovrastruttura’ metallica a telaio cui è stato affidato soprattutto il
compito di suggerire le volumetrie antiche della domus, fungendo al tempo stesso
come supporto per l’apparato didattico e come punto di appoggio per futuri altri
appuntamenti di archeologia sperimentale.
Giornate di Primavera del FAI (22 e 23 marzo 2014)
In occasione della 22a edizione delle Giornate di Primavera del Fondo per
l’Ambiente Italiano, Claterna ha partecipato all’iniziativa con una due giorni
full time di apertura degli scavi archeologici e della mostra presso il Palazzo
della Cultura di Ozzano dell’Emilia.
In detta occasione è stata per la prima volta aperta al pubblico la “Casa del
Fabbro”, la nuova area musealizzata già interessata dal progetto triennale
“Un'antica residenza romana nel corso del tempo: scavi archeologici di
valorizzazione del settore 11” grazie alla quale i visitatori, dopo due anni di
scavo e un anno di archeologia sperimentale e di ricostruzione sul posto, hanno
la possibilità di entrare in un edificio di duemila anni fa, sperimentando da
vicino i materiali e le tecniche costruttive di età romana e apprezzandone le
volumetrie antiche.
Durante il fine settimana è stato anche possibile osservare da vicino il lavoro
degli archeologi e assistere ad una attività di archeologia sperimentale: la
preparazione dell’intonaco e la stesa al di sopra delle strutture in materiali
deperibili.