La stele daunia restaurata
da sabato 23 maggio 2009
Cattolica (RN)
Museo della Regina
Via Pascoli n. 23
info: 0541.966577 museo@cattolica.net
Su un lato, una grande nave carica di guerrieri, attorniata da pesci e
scialuppe; sull’altro, due cavalieri che si affrontano, uno con elmo e scudo, l’altro
con una lunga asta. Una greca di svastiche e rombi incornicia entrambe le scene.
Il restauro a tempo di record della stele rinvenuta a Cattolica il 22 settembre
2007 non solo restituisce un quadro su pietra di 2500 anni fa ma si spera metta
fine a una polemica durata quasi due anni.
Da sabato 23 maggio il Museo della Regina espone al pubblico la stele daunia
rinvenuta esattamente 20 mesi fa nei pressi del cantiere VGS.
All'inaugurazione (ore 11) saranno presenti Luigi Malnati, Soprintendente per i
Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Antonella Pomicetti, Direttrice del
Restauro, e Stefano Lugli, il docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia
che ha eseguito le analisi sulla pietra.
La stele fu casualmente ritrovata da alcuni cittadini negli scarichi di
terreno di fronte al costruendo VGS. Presa in consegna dai Carabinieri di
Cattolica è stata subito portata a Bologna, nella Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell'Emilia Romagna, per le valutazioni di competenza.
Fin dal momento del ritrovamento, la stele è stata al centro di una ridda di
illazioni proprio mentre le indagini cercavano di chiarire l'autenticità di un
monumento tanto importante quanto inconsueto per quest’area, la sua provenienza,
lo stato di degrado e le caratteristiche strutturali e compositive.
Le analisi hanno confermato l'origine apula del reperto: la pietra in cui è
stata ritagliata è perfettamente compatibile con la regione della Daunia e con
altre stele note e già studiate di provenienza apula. Altrettanto pertinente
all'ambiente dauno appare sotto il profilo culturale, come attestano le
decorazioni e i graffiti di entrambe le facciate.
Il rinvenimento della stele, datata al VI secolo a.C., ha dato il via ad una
serie di indagini archeologiche che hanno interessato per oltre 16 mesi l'area
del cantiere oggetto di escavazioni, la stessa da cui qualcuno ipotizzava
provenisse il monumento funerario.
In realtà, lo scavo ha sì messo in luce evidenze archeologiche di una certa
importanza ma nessuna riferibile al periodo della stele. Nello strato più
superficiale è stata rinvenuta una necropoli romana di età imperiale mentre lo
strato sottostante ha restituito un insediamento del bronzo antico (2000–1700
a.C. circa) di estremo interesse: si tratterebbe infatti non solo di uno dei
pochissimi insediamenti di questa età noti in Romagna, ma anche del meglio
articolato e indagato.
Non sono invece stati rinvenuti livelli protostorici che si avvicinino
cronologicamente ai secoli di pertinenza della stele, confermando così l’ipotesi
indiziata dal fatto che il reperto era stato ritrovato in un cumulo di terreno
superficiale di scarico, probabilmente proveniente da altre zone.
Le indagini archeologiche si sono svolte sotto la direzione scientifica di
Monica Miari (funzionaria SBAER) e sono state condotte sul campo da Erika Valli
(Soc. Tecne di Riccione).
Il restauro della stele è stato eseguito da Lucia Vanghi, restauratrice di
Bologna, sotto la Direzione Scientifica di Antonella Pomicetti, restauratrice
della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, con il
contributo della Banca di Credito Cooperativo di Gradara.
Il restauro ha permesso di completare le analisi sulla pietra e soprattutto
sulle tracce di colore che enfatizzava certamente la superficie e di cui restano
sparsi e labilissimi indizi.
Sono stati inoltre eseguiti i disegni delle scene che decoravano entrambi i
lati: da una parte, una grande nave graffita, carica di guerrieri e attorniata
da scialuppe e da pesci; dall'altro, due cavalieri in atto forse di affrontarsi,
di cui l'uno con lunga asta, l'altro con elmo e scudo, realizzati a bassorilievo
appena emergente dal fondo, sotto i quali si rinnovano i richiami marinareschi.
Una greca ad incavo molto profondo, con svastiche e geometrie romboidali, forma
una cornice che riquadra entrambe le scene.
E' in via di definizione il deposito permanente della stele presso il Museo di
Cattolica; in attesa che si esauriscano le necessarie procedure, il Ministero
per i Beni e le Attività Culturali, per il tramite della Soprintendenza
Archeologica, ne ha autorizzato il deposito temporaneo.
Nella stessa giornata sarà anche presentato il nuovo progetto di
organizzazione e riqualificazione del polo museale di Via Pascoli-via Cattaneo
che entro l'anno vedrà l'apertura al pubblico di uno dei più interessanti ipogei
della fascia adriatica: la Galleria Paparoni. Borgocultura è il dépliant che
illustra gli ambiti di intervento e ricostruisce le tappe di un itinerario
storico-culturale da offrire a visitatori e turisti oltre che ai cittadini di
Cattolica.
Sempre il 23 maggio sarà infine presentata la guida breve della mostra "Vetus
Litus. Archeologia della Foce" (fino al 21 giugno 2009), stampata dall'Istituto Beni Culturali della
Regione presso la stessa stamperia regionale.
La stele sarà a disposizione del pubblico negli orari di apertura del Museo. Dal 25 maggio al 7 giugno, gli orari di visita saranno eccezionalmente estesi a tutti i pomeriggi, dalle 16 alle 19.
Museo della Regina
Via Pascoli n. 23 - Cattolica (RN)
info: 0541 966577 - e-mail museo@cattolica.net
orario museo: martedì - giovedì 9,30-12,30 / venerdì -
domenica 9,30-12,30 e 15,30-19
Inaugurazione dell'esposizione: sabato 23 maggio 2009
ore 11 presentazione della stele restaurata a cura di Luigi Malnati,
Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna
ore 11,30 BORGOCULTURA, progetto del nuovo polo museale di Via Pascoli-Via
Cattaneo
Dal 25 maggio al 7 giugno 2009 la stele daunia è visitabile anche dalle 16 alle 19
22 settembre 2007: la stele viene casualmente trovata da alcuni cittadini negli
scarichi di terreno di fronte al costruendo VGS, a Cattolica (RN)