Le prime analisi della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna parrebbero confermare che l’elmo ritrovato lo scorso settembre tra Baragazza e Roncobilaccio sia un manufatto originale
Ritrovato a Castiglione dei Pepoli un elmo di epoca romana
Parrebbe originale, e in ottimo stato di conservazione, l’elmo appartenuto a un soldato romano e ritrovato tra Baragazza e Roncobilaccio all’inizio di settembre: lo conferma la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna alla quale il prezioso reperto è stato consegnato.
L’elmo è stato ritrovato nei boschi da Andrea Mattei, un ragazzo di Castiglione dei Pepoli che, uscito di casa alla ricerca di funghi, è rientrato con un oggetto di ben altro valore. Resosi conto dell’importanza del ritrovamento, ha responsabilmente allertato il Comune e i Carabinieri.
Già dalla foto, gli
archeologi hanno valutato che il reperto potesse essere riconducibile all’epoca romana
nonostante l’eccellente stato di conservazione.
Per fugare ogni dubbio la Soprintendenza di Bologna ha disposto il ritiro
dell’elmo per la consegna all’archeologa competente per il territorio, Anna
Bondini.
Le prime verifiche parrebbero confermare il primo responso: sembrerebbe effettivamente
trattarsi di un elmo di epoca romana, databile al I-II secolo d.C.
Il manufatto è composto da una calotta di ferro (priva di qualsiasi interesse archeologico) e da una fascia circolare in bronzo, corrispondente al bordo della calotta dell'elmo (fissata in origine da ribattini), decorata a sbalzo e su quella posteriore da scanalature sbalzate. Sul davanti il bordo è rinforzato da una fascia ribattuta mentre sul retro si allarga in un ampio paranuca (decorato da sbalzi a motivi curvilinei) fissato anch’esso tramite ribattini. I due paraguance, anch'essi sbalzati, sono fissati da una cerniera in ferro e da una linguetta. Per tecnica di esecuzione e morfologia del metallo parrebbe attribuibile all'età antica mentre la foggia consentirebbe di ricondurlo nello specifico alla tipologia degli elmi dei legionari diffusi in tutto l’impero romano durante i primi secoli dopo Cristo.
Lo stato di conservazione del reperto è eccezionale anche se resta un mistero come abbia fatto a giungere a noi in queste condizioni; con ogni probabilità è stato conservato altrove e condotto nel bosco solo in epoca successiva.
In attesa di ulteriori verifiche e a scopo cautelativo, la Soprintendenza ha comunque provveduto ad acquisire il reperto al patrimonio dello Stato, in modo da poter valutare insieme al Comune in cui è avvenuto il ritrovamento eventuali forme di valorizzazione del manufatto, compatibili con le esigenze di tutela e conservazione.
“Si tratta di un ritrovamento eccezionale che il senso civico di un nostro concittadino ha consegnato alla comunità” commenta Tommaso Tarabusi, assessore al turismo del Comune di Castiglione dei Pepoli. “Ci piacerebbe che l’elmo potesse essere conservato in Comune a Castiglione o in qualche altra zona del nostro territorio: rappresenterebbe un ulteriore tassello sul piano di rilancio turistico sul quale stiamo lavorando in questi anni”.
Nella foto: l'elmo romano rinvenuto nei boschi tra Baragazza e
Roncobilaccio nel settembre 2017.
La parte che parrebbe originale (di età romana)
è quella in bronzo (la calotta di ferro è priva di interesse archeologico)