“La
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna non avrebbe alcun
problema ad autorizzare il posizionamento di un fabbricato che non intacchi il
deposito archeologo, dietro precisa garanzia che la nuova scuola abbia carattere
assolutamente precario e provvisorio, e insista sull’area individuata dal Comune
di Bondeno solo fino alla realizzazione della scuola definitiva, presumibilmente
nell’area originaria attualmente libera da costruzioni e priva di vincoli”.
Così Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna, in merito alla costruzione della nuova scuole elementare di
Pilastri che dovrebbe sorgere a margine dell’area dei Verri di Pilastri,
sottoposta a vincolo archeologico dal 1989.
L’insediamento di Pilastri è uno dei siti più interessanti della provincia di
Ferrara, uno dei pochi dell’età del Bronzo estensivamente documentato, con una
frequentazione compresa tra il XVI e la prima metà del XII sec. a.C., nell’epoca
in cui la pianura Padana era interessata dal fenomeno noto come “terramare”. Le
indagini effettuate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna sono attestate dalla mostra allestita nel 1995 nella Rocca
Possente di Stellata e dai reperti che chiunque può ammirare nel locale Museo
Civico Archeologico.
Per questo, quando la Soprintendenza è venuta a conoscenza del luogo individuato
dal Comune di Bondeno per la costruzione della nuova scuola primaria temporanea
post-sisma, distante in linea d’aria appena 250 metri dal sito archeologico, ha
segnalato (già nell’agosto scorso) le potenziali criticità dell’area scelta,
puntualmente verificatesi non appena gli scavi hanno avuto inizio.
I saggi eseguiti giovedì 11 ottobre presso l’attuale campo sportivo, seppur di
piccole dimensioni, mostrano con chiarezza l’esistenza di un consistente strato
di frequentazione umana, sigillato da arature di età romana e da un livello più
antico riferibile con grande plausibilità all’insediamento dell’età del Bronzo
già noto.
L’amministrazione comunale avrà certamente i suoi motivi per scegliere un’area a
così elevato rischio archeologico. Tuttavia uno dei compiti primari della nostra
Soprintendenza è proprio la tutela dell’identità storica e culturale del
territorio, a maggior ragione in questo momento in cui vengono pesantemente
sfregiate dai recenti eventi sismici. D’altronde lo stesso obiettivo è
perseguito anche da molte amministrazioni locali, che non potendo ridare vita a
quelle perdute, cercano almeno di preservare o ricostruire i luoghi e gli
edifici cari alla memoria collettiva.
Nel caso della nuova scuola di Pilastri, abbiamo prospettato tre soluzioni, già
condivise con i tecnici venerdì 12 ottobre in occasione del sopralluogo
1) individuare una nuova localizzazione, conciliabile con i fini di tutela
(l’area dell’ex scuola appena demolita sembrerebbe avere tali requisiti)
2) scavare estensivamente il giacimento archeologico, in modo da acquisirne
conoscenza e, per quanto possibile, rimuovere i vincoli che impediscono
l’utilizzo dell’area
3) costruire nell’area prescelta ma realizzando una struttura che sia veramente
provvisoria, che non intacchi i giacimenti sottostanti e che venga rimossa non
appena l’emergenza si sarà effettivamente risolta
La stampa locale ha giustamente ricordato l’importanza archeologica
dell’area, sottolineando la “riscoperta” della più antica storia di Pilastri. Ed
in effetti è proprio questo il punto: la rilevanza archeologica della zona
scelta dal Comune per la realizzazione del nuovo edificio scolastico temporaneo
post-sisma è nota da tempo, sin dall’autunno del 1985 quando le ricognizioni
compiute sul sito da Mauro Calzolari confermarono alcune intuizioni dello
storico locale Gianfranco Po, ponendo le basi per l’avvio di una serie di
indagini archeologiche compiute dalla Soprintendenza Archeologica
dell’Emilia-Romagna nel 1989, sotto la guida di Paola Desantis, e poi edite, nel
1995, nel catalogo di una mostra ospitata presso la Rocca Possente di Stellata.
Scegliendo in modo consapevole e coerente con quanto previsto dall’articolo 9
della nostra Costituzione, siamo certi che i bambini di Pilastri sapranno
appropriarsi della Storia che sta sotto i loro piedi, quella Storia che si
apprestano a studiare proprio tra le mura della scuola che si deve ricostruire,
una Storia che forse gli stessi bambini potranno raccontare ai propri genitori,
esponendogli i motivi per cui devono essere orgogliosi di quel loro lontano
passato che fa sì che, dopo 3500 anni, il nome di Pilastri sia noto non solo
agli studiosi ma anche ai semplici appassionati di tutto il mondo.
Per approfondimenti sull'insediamento di Pilastri vedi "L'insediamento terramaricolo di Pilastri (Bondeno - Ferrara). Prime fasi di una ricerca", catalogo della mostra a cura di Paola Desantis e Giuliana Steffè, Firenze 1995