‘Preziosa’ iniziativa in occasione di Sant’Eligio, patrono degli orafi: una proposta della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna
Oreficerie e ornamenti: produzione e simbologia dall’antichità all’Ottocento
Un gioiello è per sempre: orafi, archeologi, restauratori e storici dell’arte svelano i misteri degli oggetti più ambiti, quelle oreficerie che in ogni tempo hanno trasceso il mero valore materiale per arricchirsi di significati simbolici, religiosi e sociali
sabato 1 Dicembre 2018, ore 10-13
Bologna, Palazzo Dall'Armi Marescalchi
sede della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio
Via IV Novembre n. 5
Agli
inizi del IX secolo una descrizione in versi del Paradiso composta per uno dei
figli dell’imperatore Ludovico il Pio presenta il Regno dei Cieli come la
bottega di un orefice. L’autore Smaragdo, abate del monastero di Saint-Mihiel,
immagina il Regno dei Cieli come un forziere di preziosi luccicanti e
incorruttibili, in opposizione alle incertezze terrene.
Parte da quest’immagine l’incontro con archeologi, storici dell’arte,
restauratori e orafi proposto dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e
paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio
Emilia e Ferrara in occasione della festa di Sant’Eligio, patrono degli orafi.
Una mattinata dedicata alle oreficerie e ai preziosi, con proiezioni di
immagini di gioielli databili dall’antichità all’Ottocento per lo più rinvenuti
durante gli scavi e restaurati dal personale della Soprintendenza, conservati in
musei o depositi o raffigurati in dipinti.
Il tema si presta a svariati approfondimenti e chiavi di lettura, non solo
archeologiche, artistiche, tecniche e conservative ma anche simboliche,
economiche e sociali poiché da sempre le oreficerie hanno espresso lo status
delle classi più elevate.
Gli archeologi Tiziano Trocchi e Cinzia Cavallari illustreranno
rispettivamente le Oreficerie villanoviane ed etrusche dal territorio
emiliano-romagnolo e i Capolavori dell’oreficeria gota e longobarda in
Emilia-Romagna mentre la storica dell’arte Anna Stanzani farà una
rapida carrellata sui Gioielli dipinti.
Una sequenza di immagini con commento di Micol Siboni illustrerà il
paziente lavoro dei restauratori della Soprintendenza su reperti rinvenuti negli
scavi archeologici mentre Gian Lorenzo Calzoni e Francesca Frasca
introdurranno l'attività di Adelmo Garuti, orefice, collezionista nonché
uno degli ultimi depositari delle tecniche dell’artigianato artistico. Partendo
dagli strumenti orafi rappresentati nella pittura medievale e post-medievale,
verranno mostrati oggetti analoghi a quelli riprodotti, spiegandone la funzione;
grazie ad alcuni filmati si potrà assistere alle tecniche con cui si
realizzavano gioielli spesso rarissimi come ad esempio la fibula-pendente in oro
e pasta vitrea rinvenuta a Spilamberto. Il viaggio alla scoperta delle tecniche
esecutive di reperti datati dall’evo antico all’Ottocento è completato da una
piccola esposizione di antichi strumenti e oggetti per l'arte orafa come
martelletti, incudine (tasso), bulini, trafila, trapani a mano e utensili per
sbalzo e cesello provenienti dalla collezione privata di Adelmo Garuti.
Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti