Nonantola: in sicurezza il deposito materiali archeologicicolpito dall'alluvione del 6 dicembre 2020
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Nonantola: in sicurezza il deposito dei materiali archeologici colpito dall'alluvione del 6 dicembre 2020


 

Domenica 6 dicembre 2020 la rottura di un argine del fiume Panaro ha provocato un’inondazione su parte del territorio del Comune di Nonantola, allagando completamente il deposito archeologico collocato nei sotterranei della scuola secondaria di primo grado Dante Aligheri di Nonantola, in via Grieco n. 32. Circa la metà dei materiali collocati nel locale provenivano da raccolte di superficie effettuate sul territorio nonantolano negli anni ‘80/‘90 del Novecento da ArcheoNonantola e dal Sig. Angelo Borsari ed erano relative a siti dell’età del Bronzo, del Ferro e di epoca romana. L’altra metà era costituita dai reperti provenienti dalle ricerche condotte dall’Università Ca’ Foscari di Venezia tra il 2004 e il 2015, finalizzate all’analisi del borgo nonantolano e dello spazio fisico dell’abbazia di San Silvestro e delle pertinenze monastiche e del territorio rurale di riferimento in epoca medievale.

Nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 dicembre, dopo lo svuotamento dell’ambiente alluvionato, sono state trasportate tutte le casse in un luogo idoneo alla loro conservazione. Le operazioni di recupero sono state coordinate dal curatore del Museo di Nonantola, Chiara Ansaloni, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza (restauratore Roberto Monaco, Funzionari Archeologi Sara Campagnari e Cinzia Cavallari), grazie al prezioso e indispensabile supporto della Protezione civile della Regione Piemonte e Lombardia e dell’Associazione Nazionale Tutela e Salvaguardia Beni Culturali della Protezione civile - Comacchio Trepponti.

Grazie alla squadra dei professionisti e dei volontari che si sono resi immediatamente disponibili e al coordinamento del Comune di Nonantola si sta procedendo ai primi interventi di recupero, secondo un cronoprogramma condiviso e soggetto alla supervisione del restauratore Roberto Monaco: documentazione dei danni, apertura dei contenitori dei reperti e verifica dello stato di conservazione, asciugatura e/o pulitura dei manufatti (tenendo conto delle specificità dei materiali, ceramica, metalli, intonaci ecc.), insacchettamento con indicazione della provenienza, sistemazione in nuove casse o nei medesimi contenitori, ove recuperabili, e collocazione in un nuovo deposito allarmato e con microclima parametrato secondo i valori codificati.