I MISTERI DEL SARCOFAGO SU RAITRE
A quasi un anno dal ritrovamento alla periferia nord di Bologna del sarcofago
di epoca repubblicana di Marcus Beleius, molti interrogativi sono ancora senza
risposta.
Chi era Marcus Beleius e soprattutto chi erano il bambino e la donna
trovati all’interno del sarcofago? Perché le ossa delle sue mani sono sparse fra
i femori? A queste e altre domande tenta una risposta il servizio di Giorgio
Tonelli in onda su RaiTre nazionale, sabato 25 febbraio alle ore 11 nella trasmissione "BellItalia",
rubrica della TGR dedicata ai beni culturali.
Il soprintendente per i Beni
archeologici dell’Emilia Romagna Filippo Maria Gambari e l’archeologa della
soprintendenza Renata Curina illustrano le più recenti scoperte su un
ritrovamento che ha appassionato l’opinione pubblica.
(n.b. un più ampio servizio dal titolo "Sconosciuta per l'eternità" è andato
in onda sabato 18 febbraio alle ore 12,25 su Raitre nella rubrica “Il
Settimanale” -il servizio, inizialmente programmato per sabato 4 febbraio, era
saltato, così come l'intera rubrica, per far posto agli "Speciali neve")
Conferme e sorprese dal sarcofago di Marcus Beleius. Il 23 giugno conferenza stampa
In dirittura d'arrivo il microscavo del contenuto del sarcofago (aggiornamento del 3 giugno 2011)
Comunicazione dell'inizio del microscavo (aggiornamento del 30 aprile 2011)
Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna
Museo Civico Archeologico di Bologna
Uno così non poteva che arrivare scortato dalla Polizia.
Marcus Beleius, figlio di Caio, discendenza celtica, ascritto alla tribù
Sabatina, non era certo uno qualsiasi.
Non lo era il suo gruppo (tutti i cittadini di Mantova erano registrati nella
tribù Sabatina, così come i cives di Bononia lo erano alla tribù
Lemonia) e tantomeno il padre, forse un importante militare, certamente un
proprietario terriero, aristocratico o uomo di rango.
Il sarcofago di Marcus Beleius, in eccezionale stato di conservazione, è ora al
Museo Civico Archeologico di Bologna dove sarà oggetto di un lavoro di
microscavo del contenuto, teso a rivelare la storia del suo proprietario e le
vicende del manufatto stesso.
L'arrivo spettacolare del sarcofago al Museo Civico Archeologico di Bologna
Giovedì 31 marzo 2011 gli archeologi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna hanno effettuato il trasporto presso il Museo Civico Archeologico di Bologna del sarcofago di età romana rinvenuto all’inizio di febbraio alla periferia settentrionale di Bologna nel corso di uno scavo archeologico programmato, realizzato con fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Visti i poderosi tagli ai finanziamenti pubblici, accade sempre più raramente che la Soprintendenza possa scavare a proprie spese, in luoghi dove ritiene opportuno farlo (questo si intende con "scavo programmato", un'indagine archeologica finalizzata ad approfondire la conoscenza di un determinato sito), limitandosi purtroppo ad effettuare quasi solamente scavi "di emergenza", ossia finalizzati a documentare e tutelare resti emersi improvvisamente nel corso di lavori di altro genere.
L'archeologa della Soprintendenza Renata Curina dirige gli operatori della ditta
Tecne s.r.l. di Riccione
Gli scavi hanno individuato un nucleo sepolcrale collegato forse
alla presenza di un complesso abitativo di tipo residenziale di considerevoli
dimensioni collocato nelle immediate vicinanze, per il momento non ancora
determinato con esattezza.
Il nucleo di sepolture è costituito da un sarcofago di età repubblicana,
perfettamente conservato, da almeno altri due monumenti funerari, quasi
completamente demoliti in età tardo antica, e da due tombe in cassa laterizia e
cassa lignea.
Il piccolo sepolcreto (datato tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.) è stato in
seguito ricoperto da potenti sedimenti alluvionali che ne hanno celato
l’esistenza fino ad oggi.
Al momento del rinvenimento il sarcofago si presentava in ottimo stato di
conservazione; il coperchio, leggermente fessurato sulla sommità, era ancora
collocato nella posizione originaria, come pure le grappe in piombo e ferro che
sigillavano la cassa.
Il coperchio presenta, sul lato lungo, un’iscrizione di eccezionale fattura riferita al nome del
defunto, M ▪ BELEIVS ▪ C ▪ F ▪ SA B
Realizzato in pietra d’Aurisina fiorita (pietra calcarea cavata dai Romani nel
Carso costiero, a partire dall’età repubblicana), il manufatto misura m. 2,50 di
lunghezza, m. 1,10 di larghezza e complessivamente m. 1,00 di altezza. Il peso
si aggira indicativamente tra le 5 e le 6 tonnellate.
Nel pomeriggio di giovedì 31 marzo, il sarcofago è stato collocato nell’atrio
del Museo Civico Archeologico alla presenza del Soprintendente per i Beni
Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, di Mauro Felicori, Capo
Area Cultura del Comune di Bologna, di Paola Giovetti, Direttore del Museo
Civico Archeologico, di Renata Curina, l'archeologa della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna che ha fortemente voluto lo scavo
nell'area specifica della periferia bolognese dove è poi stato intercettato il
sarcofago, e della restauratrice della Soprintendenza Antonella Pomicetti che,
all'apertura del coperchio, ha prontamente messo al sicuro l'olpe da vino e il
balsamario in vetro che giacevano sulla fanghiglia rassodata. Non ha voluto mancare all'appuntamento il Commissario Anna Maria
Cancellieri che, a sorpresa, si è presentata a rendere omaggio al suo ultimo
"cittadino".
Così almeno lo considera Filippo Maria Gambari, cui "piacerebbe che questo
antico romano fosse adottato da Bologna e magari messo al centro delle
celebrazioni per i 2200 anni della fondazione della colonia di Bononia",
risalente come è noto al 189 a.C.
Nella sede del Museo Civico Archeologico di Bologna, d’intesa con il Direttore Paola Giovetti, sarà effettuato lo scavo microstratigrafico per riportare in luce quanto ancora conservato al suo interno. Al momento dell'apertura, sopra un manto di limo, sono apparse un'olpe in terracotta (piccola bottiglia da vino) e un balsamario in vetro perfettamente conservati, quasi a invitare a un brindisi di bentornato in onore di Marcus Beleius.
Gli scavi archeologici sono stati eseguiti dalla ditta Tecne s.r.l. di
Riccione (Giorgia Dalla Casa, Angela Merola, Philippe Sergent, Maria Giorgia
Balsamo Carone e Lucia Ragni), che ha operato sotto la direzione scientifica di
Renata Curina, Funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia Romagna. Tutte le operazioni di recupero e trasferimento del
manufatto sono state coordinate da Antonella Pomicetti del laboratorio di
restauro di questa Soprintendenza.
Alle attività hanno collaborato per la parte tecnico-amministrativa i funzionari
della Soprintendenza Elena Stefani e Mattia Bonassisa, e per la documentazione
fotografico Roberto Macrì e Calogero La Versa.
L'area di cantiere è stata controllata e sorvegliata per l'intero periodo dello
scavo archeologico dalle Forze dell'Ordine coordinate dal Comando Carabinieri
Tutela Patrimonio Culturale, Nucleo di Bologna. Hanno collaborato al
recupero del manufatto gli Ispettori Onorari per l'Archeologia Paolo Calligola e
Moreno Fiorini.
Il recupero e il trasporto è stato effettuato dalla ditta Tru.c.s. s.r.l. di Villanova
di Castenaso.
Da sottolineare la grande sensibilità e spirito di collaborazione dimostrata dal
proprietario del terreno (lo scavo ha infatti interessato un’area di proprietà
privata) che ha consentito la prosecuzione dei lavori anche oltre il termine
inizialmente stabilito
Per informazioni:
Carla Conti, Rapporti con i Media Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna (051.223773)
sba-ero.stampa@beniculturali.it
Federica Guidi, Rapporti con la Stampa del Museo Civico Archeologico di Bologna
(051.2757239) federica.guidi@comune.bologna.it
Aggiornamento 29 aprile 2011
Martedì 3 maggio 2001 inizia il microscavo del
contenuto del sarcofago romano rinvenuto alla periferia nord della città e
conservato al Museo Civico Archeologico
Bologna, Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio n. 2
Sono iniziate verso le 8.30 di martedì 3 maggio le operazioni di
microscavo del contenuto del sarcofago di età romana (databile tra il I sec.
a.C. e l’età augustea) rinvenuto in febbraio alla periferia nord di Bologna e
trasferito al Museo Civico Archeologico il 31 marzo scorso.
Lo scavo microstratigrafico di quanto ancora conservato all’interno del
manufatto è eseguito dagli archeologi della Società Tecne (in particolare da
Giorgia Dalla Casa) sotto la direzione
scientifica dell’archeologa Renata Curina e la supervisione della restauratrice
Antonella Pomicetti della Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna.
Le operazioni di setacciatura e vaglio della terra recuperata all’interno del
sarcofago, tese a individuare la presenza di pollini e tracce di elementi
vegetali e floreali, si svolgeranno presso il Museo Archeologico Ambientale di
San Giovanni in Persiceto, a cura di Silvia Marvelli e Marco Marchesini.
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e Museo Civico
Archeologico di Bologna terranno informati gli organi di stampa sull’evolversi
delle operazioni di microscavo e relative scoperte.
Il sarcofago, databile tra il I sec. a.C. e l’età augustea, è stato
rinvenuto dagli archeologi della Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna nel corso di uno scavo programmato, effettuato con fondi del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Realizzato in pietra d’Aurisina fiorita, il manufatto misura m. 2,50 di
lunghezza, m. 1,10 di larghezza ed è alto circa un metro. Il suo peso si aggira
tra le 5 e le 6 tonnellate.
Al momento del rinvenimento il sarcofago si presentava in ottimo stato di
conservazione; il coperchio, leggermente fessurato sulla sommità, era ancora
collocato nella posizione originaria, come pure le grappe in piombo e ferro che
sigillavano la cassa.
Il lato lungo del coperchio presenta un’iscrizione di eccezionale fattura
riferita al nome del defunto, Marcus Beleius. All'apertura del coperchio, è
apparso un denso strato di fanghiglia rassodata su cui giacevano un'olpe da vino
in ceramica e un balsamario in vetro.
Il sarcofago fa parte di un nucleo di sepolture costituito da almeno un altro
monumento funerario, quasi completamente demolito in età tardo antica, e da tre
tombe in cassa laterizia e cassa lignea.
Il piccolo sepolcreto (datato tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.) era poi stato
ricoperto da potenti sedimenti alluvionali che ne avevano celato l’esistenza
fino al febbraio scorso.
Aggiornamento 3 giugno 2011
In dirittura d'arrivo il microscavo del
contenuto del sarcofago
Si avvia a conclusione il microscavo dell’interno del
sarcofago.
Dopo un mese esatto di lavori, le indagini hanno messo in luce tre deposizioni
effettuate in un breve arco temporale, riferibili ad almeno altrettanti
individui, tra cui un bambino e quasi certamente una donna.
Il contenuto del sarcofago sarà ora oggetto di diversi esami di laboratorio. I
resti ossei saranno studiati
dall’equipe della prof.ssa Maria Giovanna Belcastro del Dipartimento di biologia
evoluzionistica sperimentale dell’Università di Bologna; il Museo Archeologico
Ambientale di San Giovanni in Persiceto effettuerà analisi paleobotaniche alla ricerca di elementi arborei e
floreali che potrebbero essere legati ai riti del seppellimento; il
geologo dott. Stefano Cremonini (Dipartimento di Scienze della Terra e geologico-Ambientali)
e il prof. Gilmo Vianello (Dipartimento di Scienze e
Tecnologie Agroambientali) indagheranno il terreno estratto dal
sarcofago per studiare le numerose alluvioni che sembrano aver interessato
l’area sepolcrale.
Il microscavo è eseguito dalla società Tecne s.r.l. di Riccione (Giorgia Dalla
Casa) con l’assistenza del laboratorio di restauro della Soprintendenza per i
Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna (Antonella Pomicetti e Micol Siboni),
sotto la direzione scientifica di Renata Curina, archeologa SBAER.
A conclusione dei lavori di microscavo, il 23 giugno sarà indetta una
conferenza stampa per presentare in anteprima i primi dati.
Per informazioni:
Federica Guidi, Rapporti con la Stampa del Museo Civico Archeologico di Bologna
(051.2757239) federica.guidi@comune.bologna.it
Carla Conti, Rapporti con i Media Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia-Romagna (051.223773)
sba-ero.stampa@beniculturali.it
RAI3 Emilia-Romagna ha trasmesso 3 servizi sul recupero del sarcofago, due
nei TG delle ore 14 e delle ore 19.30 del giorno 31 marzo 2011, e un più ampio
servizio nella rubrica "Il Settimanale" della TGR Emilia-Romagna (sabato 9
aprile 2011, ore 12.30) tutti a cura di Giorgio Tonelli
Marcus Beleius su Telesanterno e Telecentro:
Sabato 7 maggio, nello speciale che in onda dalle 20.25 alle 21, l'emittente Telesanterno
ha mandato in onda un ampio servizio sul microscavo del contenuto del
sarcofago di Marcus Beleius, in corso al Museo Civico Archeologico di Bologna,
con intervista a Renata Curina.
Il servizio è stato trasmesso anche da Telecentro, nell'analogo speciale che va in
onda dalle 19.20 alle 19.55 sempre di sabato 7 maggio
Venerdì 3 giugno 2011, RAI3 Emilia-Romagna ha trasmesso nei TG delle ore 14 e delle ore 19.30, due servizi di aggiornamento sull'evolversi del microscavo del contenuto del sarcofago, entrambi a cura di Giorgio Tonelli