I primi ritrovamenti casuali nel quartiere fieristico di Bologna
risalgono agli inizi degli anni settanta del secolo scorso.
Da allora, questo settore situato alla periferia nord del capoluogo emiliano ha
ricevuto la dovuta attenzione da parte di questa Soprintendenza per Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna che ha sistematicamente attivato forme di
archeologia preventiva su tutte le trasformazioni urbanistiche qui realizzate.
Tutti gli ampliamenti delle strutture pertinenti alla Fiera di Bologna o situate
nelle aree limitrofe sono stati preceduti da accertamenti che puntualmente hanno
fornito dati utili alla configurazione dell’abitato, prima, e successivamente
anche della necropoli dell’insediamento di età villanoviana che vi prese vita.
Bologna, zona Fiera - Lo scavo della Tomba 14
Il grande abitato della prima età del Ferro è costituito da capanne a pianta rettangolare,
riconoscibili dalle tracce in negativo sul terreno ma prive di ogni traccia
degli alzati; le capanne sono organizzate secondo
un preciso ordito urbanistico, astronomicamente orientato. Il villaggio era
abitato da una popolazione dedita a varie forme di attività, dall'agricoltura al
commercio, fino alla produzione di vasellame e beni di consumo.
I corredi rinvenuti nelle sepolture indicano una popolazione molto livellata,
salvo nelle ultime fasi di vita dell'abitato quando cominciano ad affermarsi
alcuni personaggi di classe sociale più elevata, riconoscibili dalla presenza di
borchie e morsi per cavallo e oggetti in metallo prezioso e ambra.
Lo scavo della necropoli, avviato nel 2006 e concluso a fine 2007, ha
interessato un'area di circa 30 mila mq e ha consentito
il recupero di 1311 contesti tombali. Sia l'abitato che la necropoli
presentano lo stesso orizzonte cronologico, collocabile tra il IX e la metà del VII
secolo a.C. Le 1311 tombe -tutte a cremazione, tranne cinque- sembrano
disporsi per fasce cronologiche, con le tombe più antiche al centro. Le
tombe a cremazione sono caratterizzate dalla presenza di un ossuario, più o meno
ornato, che è, nella maggior parte dei casi, biconico, con ciotola o scodella di
copertura.
Bologna, zona Fiera - La fase iniziale dello scavo della Tomba 54
Salvo che nelle aree in cui erano previste attività di scavo estensivo, lo
scavo della necropoli è stato condotto solamente in corrispondenza delle
superfici (di ragguardevoli proporzioni) destinate alla creazione dei plinti di
costruzione della nuova fiera.
Tale scelta operativa, quantunque in qualche modo limitativa della ricerca
archeologica, ha tuttavia consentito l’ottimizzazione delle risorse impiegate
dalla Società Finanziaria Bologna Metropolitana, che ha reso possibile lo scavo
in laboratorio dei cinerari e il restauro di parte dei corredi tombali
recuperati. La necessità di accelerare le operazioni di scavo -imposta, sia dal
rischio rappresentato dalle infiltrazioni della falda acquifera, sia dalla
tempistica di cantiere- ha infatti costretto al prelievo dei cinerari.
Da una proiezione della densità delle tombe rinvenute, gli archeologi hanno
calcolato che questa porzione di necropoli doveva essere costituita da circa 4 o
5 mila sepolture. Siamo dunque in presenza della più grande necropoli
villanoviana dell'Emilia-Romagna e certamente di una delle più grandi
dell'intera Italia settentrionale.
Allo scavo e a una parte dei materiali archeologici in esso rinvenuti sarà presto dedicata una mostra che sarà allestita all'interno del quartiere fieristico.
Una suggestiva veduta dell'area di necropoli, con le singole sepolture da cui
spunta il contenitore cinerario