Crespellano (BO) - Testimonianze archeologiche dalla valle del Samoggia
Gli scavi lungo la Nuova Bazzanese

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Gli scavi archeologici effettuati lungo il tracciato della Nuova Bazzanese a Crespellano (BO) hanno intercettato rinvenimenti assai  significativi. Le prime indagini archeologiche risalgono all'autunno 2015 mentre gli scavi estensivi veri e propri sono stati avviati nell'autunno 2016.
Anche se le indagini hanno abbracciato un’area molto vasta, estesa dalla via Lunga al confine comunale occidentale, oltre il torrente Samoggia, sono emersi dati archeologici estremamente interessanti dagli scavi effettuati nella zona compresa tra le vie Cassola e Cassoletta, un'area che comprende anche la terramara di Pragatto.

Terramara di Pragatto
Tracce delle palizzate sul suolo di base della terramara dell'età del Bronzo di Pragatto

Dopo le prime verifiche, sono stati effettuati scavi estensivi che hanno interessato in particolar modo l’area insistente sulla via Cassola, oltre allo scavo integrale di un settore della terramara di Pragatto.
I nuovi rinvenimenti hanno consentito da un lato di confermare quanto già noto a partire dagli scavi ottocenteschi effettuati nel territorio da Arsenio Crespellani e dalle successive indagini della Soprintendenza, dall’altro di gettare nuova luce sulla ricostruzione del sistema insediativo dell’età del Ferro, grazie allo scavo di due aree di abitato e al rinvenimento di porzioni di necropoli di fase villanoviana ed etrusca.

L’antropologa al lavoro su una tomba a inumazione di fase etrusca (via Cassola)
Antropologa al lavoro su una tomba a inumazione di fase etrusca rinvenuta in via Cassola

Per l’età romana è stato confermato il pieno inserimento di questa fascia di pianura, ampiamente popolata, nella poderosa rete infrastrutturale costituita dalla maglia della centuriazione, un dato già indiziato in passato dalla presenza di resti di fattorie e villae rustiche, con i relativi sepolcreti, cave per l’estrazione di argilla e impianti produttivi per la fabbricazione di ceramiche e laterizi.
Questo popolamento, teso soprattutto allo sfruttamento agricolo del territorio, era favorito da una funzionale rete viaria imperniata sulla via Aemilia a nord, tramite le vie di percorrenza coincidenti con gli assi centuriali, e sulla via pedemontana a sud, ricalcata in parte dal percorso della vecchia Bazzanese, a sua volta collegata all’entroterra montano dalle aste fluviali che sfociavano in pianura.

Veduta parziale dell'area di scavo (da Google)
Veduta dall'alto di una parte dell'area di scavo (da Google)

I dati archeologici, acquisiti per ora in via preliminare, riguardano un amplissimo excursus cronologico che va dall’Eneolitico all’Età moderna. Le nuove acquisizioni sono state possibili grazie alle indagini preliminari effettuate sull’intero tracciato di progetto nell’ambito della procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico, prevista dal codice degli Appalti.