San Giovanni in Persiceto - La necropoli villanoviana rinvenuta in Via Imbiani
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Nel giugno 2004, durante i lavori per la realizzazione di una vasca per la raccolta idrica presso via Imbiani, a San Giovanni in Persiceto (BO), sono state rinvenute -ed intaccate dal mezzo meccanico- alcune sepolture, ad una quota di circa 1,10 m dal piano di campagna.
Le successive indagini archeologiche sono state condotte dalla società archeologica Lares s.n.c. sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.


Ubicazione del sito, in via Imbiani  a San Giovanni in Persiceto (BO)

Al momento dell'intervento archeologico la porzione superiore dei tagli e buona parte dei riempimenti delle tombe era stata asportata dal mezzo meccanico ed affiorava, in tutte le sepolture, il terreno di rogo all'interno del quale erano già visibili alcuni elementi dei corredi. Nonostante il danneggiamento dei materiali causato dal mezzo meccanico, è stato possibile identificare tre tombe ad incinerazione con struttura a fossa semplice di forma rettangolare e orientamento in senso est-ovest risalenti alla prima età del Ferro.


Planimetria delle tombe di via Imbiani

Nella fossa di dimensioni maggiori (cm 133 x 170) erano presenti due distinte sepolture: una, antecedente (tomba 1A), che occupava l’intera superficie, riaperta e danneggiata da una seconda e posteriore deposizione (tomba 1B), ricavata all’interno dello stesso perimetro. La tomba 2 (cm 94 x 121) conteneva invece un’unica deposizione.
La tomba 1 (cm 133 x 170) ha restituito due vasi cinerari biconici (tomba 1A e tomba 1B) associati a vasellame ceramico, oggetti di ornamento personale ed elementi in bronzo, applique in osso con incisioni lineari e un vago in ambra.


Un momento dello scavo archeologico

La tomba 2 (cm 94 x 121) conteneva un unico cinerario biconico con corredo di vasellame ceramico, oggetti di ornamento personale in bronzo, alcuni vaghi di pasta vitrea e una fusaiola fittile.
Sulla base di una prima analisi dei reperti, in attesa di uno studio approfondito, è stata proposta un’attribuzione cronologica delle sepolture alla fase del Villanoviano III bolognese (seconda metà VIII - inizio VII secolo a.C.)
Tutti i materiali recuperati nel corso dello scavo di emergenza sono stati poi depositati presso i magazzini del locale Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto (BO), in attesa di opportuni progetti di valorizzazione di questi importanti reperti che costituiscono il più recente ritrovamento funerario di cultura villanoviana del territorio persicetano.

 
Fotopiano (a sinistra) e particolare (a destra) della Tomba 2

Nel 2008, grazie al contributo ottenuto attraverso la L.R. 18/2000, il Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e con il sostegno dell’IBC - Regione Emilia Romagna, della Provincia di Bologna e del Comune di San Giovanni in Persiceto, ha potuto organizzare ed avviare il percorso di valorizzazione di questi materiali, sviluppato in due fasi distinte.
La prima fase del progetto, svoltasi nel novembre 2008 all’interno del Museo, ha coinvolto principalmente visitatori e scuole del territorio persicetano durante l’attività di microscavo dei tre cinerari recuperati. L’attività è stata svolta eccezionalmente “in diretta” e a porte aperte per dare la possibilità a tutti i visitatori, e principalmente alle scuole, di poter osservare quanto normalmente riservato ai soli addetti ai lavori.
Il Museo si è trasformato così in un grande laboratorio dove archeologi, restauratori, archeobotanici ed antropologi si sono alternati nel mostrare e spiegare con esempi diretti sul campo le tecniche ed i metodi di ogni disciplina.
Durante il microscavo, all’interno dei tre cinerari sono emersi importanti reperti fra cui morsi equini, fibule, perline in pasta vitrea, elementi in bronzo e applique d’osso che hanno fatto luce sullo status sociale dei defunti, già evidenziato anche dai ricchi corredi delle sepolture composti da abbondante vasellame ceramico fra cui piattelli, tazze e coppette, vaghi d’ambra e altri vaghi in pasta vitrea, oggetti di bronzo tra cui spilloni e un rasoio, fibule e anelli, un’armilla, ganci ed elementi di bardatura.
Grazie alla flottazione e setacciatura di tutta la terra di rogo prelevata dalle sepolture è stato poi possibile recuperare materiale utile per le analisi archeobotaniche oltre che ad altro materiale archeologico di piccole dimensioni utile per le successive integrazioni di restauro, nonché importanti elementi per le successive analisi antropologiche. In questa fase preliminare del progetto sono stati poi fotografati tutti i materiali metallici ed è stato pulito e consolidato parte del materiale ceramico per agevolare le successive operazioni di restauro.
I materiali archeologici recuperati in seguito agli interventi di scavo e di microscavo sono stati sottoposti a processi di consolidamento e di restauro a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, al fine di renderne maggiormente leggibile la struttura e la funzione.
I resti osteologici, archeozoologici ed i campioni archeobotanici (palinologici e antracologici) provenienti dalle sepolture sono stati sottoposti ad analisi nell’intento di ricavare informazioni circa età e sesso dei defunti, aspetti del rituale funebre e del paesaggio vegetale antico.
L’evento ha avuto un’ottima risposta sia di visitatori che di pubblico, (circa un migliaio di persone in due settimane di attività) ed il percorso è stato inserito anche tra le iniziative promosse dalla Provincia di Bologna con SBAM! Apriamo le porte alla cultura, culminato in un concorso di disegno rivolto ai bambini delle scuole primarie.


Due momenti del percorso didattico con le scuole: il microscavo in diretta (sin) e il laboratorio di archeobotanica (ds)

La seconda fase del progetto, che si è sviluppata in questi mesi, ha previsto il completamento del restauro e lo studio preliminare dei reperti archeologici, delle analisi dei resti osteologici, faunistici ed archeobotanici recuperati dalle tre sepolture.
I reperti e i risultati degli studi effettuati sul contesto sepolcrale villanoviano di via Imbiani confluiscono ora nella mostra archeologica "Sui sentieri delle ombre. Antichi frammenti di vite ritrovate. Le tombe villanoviane di San Giovanni in Persiceto", in attesa di concludere l’iter che porterà alla musealizzazione nell’apposito spazio espositivo all’interno del percorso di visita del Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto.