|
Lavorando sugli strati di terra che raccontano la storia del
nostro edificio tardoantico, è possibile raccogliere tante piccole informazioni
che contribuiscono a capire la vita di tutti i giorni.
Abbiamo già visto che buona parte di queste informazioni vengono dai reperti
archeologici, cioè da tutti quei manufatti –vasi, utensili, attrezzi, oggetti
personali- che si ritrovano, per lo più sotto forma di frammenti, in ogni strato
archeologico.
Lo scavo di alcune buche sta riportando alla luce una grande quantità di reperti
che si trovano al di sotto del nostro edificio, insieme a tantissimi frammenti
laterizi che sembrano raccontare una storia di piena età imperiale, come
l’anfora che è stata trovata in posizione quasi verticale dentro ad una di
queste buche.
L'anfora
Ma oggi vorremmo parlare di altre tracce che riportano alla
vita quotidiana e che non sono costituite da reperti ma da terra. Tenete
presente che alcune attività umane, per loro natura, sono portate più di altre a
“sporcare” l'ambiente in modo particolare, lasciando sul posto depositi
specifici.
In questo caso vorremmo accennare a quelle legate all’uso o alla presenza del
fuoco.
Il fuoco è sempre stato usato per scopi diversi: scaldare, cuocere, illuminare,
lavorare. È un elemento costantemente
presente nella vita dell’uomo, nella quale può intervenire anche in eventi
accidentali e distruttivi come gli incendi.
I pavimenti del nostro edificio stanno restituendo tracce di azioni legate alla
presenza del fuoco tra cui prevale, per frequenza, quella del carbone. Il
carbone, risultato della combustione, doveva essere presente in ampie quantità
nella vita degli antichi e, quindi, si trova frequentemente depositato al di
sopra degli strati o rimescolato all’interno degli stessi.
Una consistente traccia carboniosa
Il fuoco, se fatto a contatto diretto con il terreno, produce
il cosiddetto “concotto”, cioè un terreno arrossato e indurito dal calore;
alcune zone dell’edificio, che ancora devono essere meglio indagate, potrebbero
conservare dei piccoli focolari.
Un possibile focolare in fase di scavo
Area di dispersione del concotto
Sembrano da attribuire all’azione del calore anche le
fortissime tracce di usura riscontrate su alcune strutture realizzate in
mattoni.
Una struttura in mattoni molto usurata, forse per
l'azione del calore
Dal momento che ci avviamo alla conclusione della prima
campagna di scavo, abbiamo pensato di invitarvi a visitarci nei giorni
sabato 28 gennaio, ore 15
domenica 29 gennaio, ore 10
sabato 4 febbraio, ore 15
domenica 5 febbraio, ore 10
Vi aspettiamo numerosi!
Promosso da: |
Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
in collaborazione con il Comune di Ozzano dell'Emilia e l'associazione
Civitas Claterna |
Direttore di scavo: |
Paola Desantis, archeologa |
Informazioni a
cura del Gruppo Archeologico Città
di Claterna |
|
|
|