Museo Civico Archeologico "Luigi Fantini" e Area Archeologico Naturalistica di Monte Bibele
1965 - 2015
Un parco Archeologico e un nuovo allestimento Museale per il 50° anniversario
delle ricerche sul Monte Bibele
Museo Civico Archeologico "Luigi Fantini", Via del
Museo 2 a Monterenzio (BO)
Centro Servizi dell'Area Archeologico Naturalistica di Monte Bibele, Via Monte
Bibele-via Torre Arabella, Monterenzio (BO) Latitudine: 44.276134 1
Longitudine: 11.3731 67
info 051 929766 - info@montebibele.eu - http://www.montebibele.eu/it/museo
Monte Bibele è un progetto culturale raro e prezioso, se rapportato alle
vicende che hanno caratterizzato le politiche dei beni culturali del dopoguerra
in Italia. È infatti difficile trovare altri casi, se non per grandi emergenze
monumentali soggette all'attenzione internazionale, in cui un'area archeologica
sia stata indagata ininterrottamente per più di cinquant'anni anni, consentendo
una progettualità ed una programmazione che porta nel 2015
all'inaugurazione dell'Area d'Interesse Archeologico Naturalistico di Monte Bibele e, in contemporanea, all'ampliamento d'allestimento del Nuovo Museo
Civico Archeologico di Monterenzio.
Certo nulla sarebbe stato possibile se non ci fosse stata una perdurante,
assidua e responsabile presenza delle Istituzioni più vicine al nostro
territorio, quali, in primis, il Comune di Monterenzio e l'Università di Bologna
con il Dipartimento di Storia Culture Civiltà, la Provincia di Bologna (ora
Città Metropolitana), la Regione Emilia Romagna, l'Istituto per i Beni
Culturali, la Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna e la Direzione
Regionale (ora Segretariato) del Ministero dei beni e delle attività culturali e
del turismo: ma nulla sarebbe stato fatto se all'interno di esse non avessero
operato persone che hanno condiviso la percezione del Monte Bibele come loro
personale luogo dell'anima, luogo da preservare, da condividere, da conservare
per il proprio futuro e per quello delle generazioni a venire.
È dunque nella
capacità di chi ha condiviso negli anni quel comune intento che il miracolo
Monte Bibele continuerà.
La Tomba 36 di Monterenzio Vecchio in corso di scavo
Dalla passione e perseveranza di molti ha preso forma un progetto già
delineato sin dal 1989 e che per tutti questi anni è stato solo una speranza di
inchiostro sulla carta.
L'occasione è giunta con il contributo dei fondi europei per lo sviluppo
regionale dell'Emilia Romagna POR FESR 2007/2013, fondi che hanno individuato
nella riqualificazione, valorizzazione e promozione del patrimonio pubblico una
via di sostegno allo sviluppo socio-economico del territorio, tramite l'offerta
di servizi qualificati in funzione di promozione turistica. Il valore di Monte
Bibele è stato per la prima volta ufficializzato e trasformato in un
riconoscimento economico atto a creare un sistema integrato di percorsi tra
ambiente, natura e storia, un vero e proprio tuffo nella biodiversità e
nell'antropizzazione.
Una storia, quella del Bibele, che è arrivata al compimento del suo primo,
lungo, faticoso, appassionante capitolo, che si conclude a lieto fine con la
concretizzazione di idee troppo a lungo rimaste tali: una passeggiata lungo
l'antica via della Carrozza che porta da Quinzano al crinale, un giro per i
sentieri in mountain bike, a cavallo, in gruppo o in solitudine, in autonomia o
accompagnati da guide esperte, una sosta nel nuovo centro servizi, ma anche un
weekend o un soggiorno nel nostro Appennino alla riscoperta dei suoi tesori
culturali ed enogastronomici, della pace di una notte lontana da ritmi
frenetici, alla ricerca di un tempo slow per se stessi.
Un passato che rivive, un insediamento che ha sì il suo fulcro nel IV e III
secolo a.C., quando i Celti e gli Etruschi occupavano la Valle dell'Idice, ma
che alcune ricostruzioni di abitazioni di quell'epoca rendono oggi tangibile, un
viaggio nelle emozioni che la natura ha trasmesso ai popoli di allora e continua
a trasmettere, rendendoci sua parte integrante, portando l'uomo a leggerne ogni
aspetto e ad osservare e conoscere ogni suo mutamento, dal cielo alle profondità
della terra, tra culti e rituali consacrati. Donne e guerrieri che vigilavano
sulle vie che univano il mondo mediterraneo e il mondo transalpino, avamposti
che potevano vedersi l'un l'altro, villaggi che producevano e commerciavano a
lungo raggio. Qui ogni singolo dettaglio di vita, ogni singolo reperto, ci
conduce in luoghi e tradizioni lontane.
Un luogo di grande evocazione emotiva e culturale: nei quasi 200 anni di vita
del villaggio di Monte Bibele le generazioni che si susseguirono furono in parte
protagoniste e in parte testimoni, non del tutto inconsapevoli, di avvenimenti
che cambiarono radicalmente la storia del continente europeo e quella delle sue
relazioni con l'intero mondo allora conosciuto, dalle sponde atlantiche a quelle
mediterranee orientali, fino alle remote terre della Valle dell'Indo.
Mentre il Bibele viveva, Alessandro il Grande dilatava i confini del mondo: i
filosofi greci misuravano l'estensione del nostro pianeta. Gli abitanti del
villaggio svolgevano attività che per millenni erano state il sostentamento dei
loro avi, ma già erano capaci di realizzazioni quali il quadrante solare, antica
"bussola" per l'orientamento astronomico e geografico, strumento modernissimo
per chi si preparava a conquistare il mondo. Un bosco che ha ospitato uomini
liberi, che anche nella morte vollero continuare quell'oscuro viaggio
nell'Aldilà che oggi trova luce. Viaggio - oggi lo sappiamo - non in un luogo,
ma in un tempo: il tempo della loro riscoperta, della loro conoscenza e della
nostra consapevolezza.
Il progetto culturale e il suo aspetto fortemente evocativo fanno sì che l'area
di Monte Bibele sia tutt'uno con il percorso espositivo del Museo Archeologico
di Monterenzio. Per questo al grande parco a cielo aperto si affianca un
allestimento museale del tutto rinnovato, con nuove vetrine e una ricchissima
sezione che ci offre una storia parallela: quella di Monterenzio Vecchio e della
sua antica comunità. Ancora donne e guerrieri, guidati da un ricco capo che
venne sepolto con tutte le sue armi splendidamente conservate, con il suo elmo
in bronzo che ancora riluce di patina aurea, con la sua spada al fianco, riposta
nel fodero di ferro, e con tutto il suo servizio da mensa per un sontuoso
banchetto nell'Aldilà.
In questo grande affresco di antichità e in questo bucolico scenario naturale,
la tecnologia accompagna, grazie ai codici QR distribuiti lungo le vie e i
sentieri, quanti vogliano vivere e approfondire la conoscenza di quei luoghi e
di quella storia. Indicazioni pratiche e approfondimenti multimediali in lingua
italiana e in tre lingue straniere, un modo semplice di restituire il Monte
Bibele ai suoi legittimi proprietari: la comunità internazionale.
Antonio Gottarelli, Direttore del Museo Civico Archeologico di Monterenzio e Direttore di Te.m.p.l.a. - Centro di Ricerche per le tecnologie multimediali applicate all'archeologia dell'Università degli Studi di Bologna
Materiali archeologici rinvenuti negli scavi a Monte Bibele