MINERBIO (BO), località Ca' Nova
Dall'eneolitico all'età tardo imperiale (scavi 2015-in corso)

Home - Scavi/Valorizzazione - Minerbio, nuova centrale SNAM
A sud-est del centro urbano di Minerbio, un’area vastissima sarà occupata dal nuovo impianto di compressione gas e opere connesse che sorgerà nella zona attigua alla centrale Snam esistente nei pressi di via Zena, in località Ca' Nova.
Per poter proseguire nei lavori di costruzione dell’impianto, da oltre due anni sono in corso indagini archeologiche per verificare la presenza di evidenze e reperti: gli scavi sono effettuati sotto la direzione scientifica di Paolo Boccuccia e Tiziano Trocchi, archeologi della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Dalla primavera del 2015 a oggi, le varie porzioni di terreno via via indagate hanno restituito testimonianze riferibili ad epoche diverse che coprono un arco cronologico che va dal III millennio a.C. (eneolitico) ad almeno il III sec. d.C. (età romana).

Gli scavi attualmente in corso stanno indagando una serie di strutture riferibili a un insediamento rurale romano di grandi dimensioni databile alla piena e tarda età imperiale (I-III secolo d.C.). Questa struttura rustica è costituita dai resti delle fondazioni di alcuni edifici che facevano parte di un unico complesso a vocazione sia agricola che artigianale, come dimostra anche l’interessante ritrovamento di una fornace per laterizi, forse utilizzata per produrre sul posto materiali da costruzione.
È poi recentissima la scoperta di una piccola necropoli di età romana collegata all’insediamento rurale, costituita da 35 tombe a inumazione, con semplice corredo ceramico.

La fornace romana in corso di scavo
La fornace per laterizi di età romana, forse utilizzata per produrre sul posto materiali da costruzione

Particolarmente significative sono state le scoperte effettuate all’inizio dei sondaggi, tra l’altro relative al periodo più antico. A una profondità di circa 4 metri, gli scavi hanno intercettato i resti di alcune strutture (forse capanne) abitate durante gli ultimi secoli del III millennio a.C. e i primi di quello successivo (eneolitico). Una di queste capanne, talmente piccola da far sorgere dubbi sulla sua funzione di “casa”, era eccezionalmente ben conservata: l’alzato delle pareti perimetrali, costruite con un impasto realizzato con argilla parzialmente cotta, raggiungeva in alcuni punti i 40 cm e le stesse tecniche utilizzate per la loro posa si sono rivelate estremamente interessanti per non dire uniche.

Struttura di età eneolitica con alzati fino a 40 cm (foto Macrì)
La piccolissima struttura eneolitica, rinvenuta a 4 metri di profondità, che conserva resti delle pareti in argilla parzialmente cotta (Archivio SABAP-BO)

Nei pressi delle strutture sono stati trovati reperti archeologici che descrivono la vita quotidiana di queste comunità: vasi utilizzati per la conservazione e il consumo dei cibi, macine per lavorare i prodotti della terra, punte di freccia per cacciare, oggetti di ornamento personale realizzati in pietra o con conchiglie, fusaiole usate nella lavorazione della lana, ecc.
Accanto a una di queste probabili capanne è stata rinvenuta una tomba, una semplice fossa scavata nel terreno, contenente i resti di un uomo supino. Come hanno rivelato i successivi studi antropologici, il corpo era stato deposto legando le gambe con materiale deperibile di cui si è persa ogni traccia. Insieme al corpo sono stati rinvenuti alcuni oggetti di ornamento personale, un braccialetto e una collanina in pietra, e una punta di freccia. La posizione della tomba testimonia la stretta relazione con la “capanna” a cui era addossata.

Frammenti di vasi in ceramica, fusaiola e punte di freccia in selce. Foto Roberto Macrì
Frammenti di vasi in ceramica, fusaiola e punte di freccia in selce (Archivio SABAP-BO)

Dalle ricerche nell'area di via Zena non sono emersi dati riguardanti le popolazioni che occupavano questo territorio tra la seconda metà del II millennio a.C. e la fine del I millennio a.C. Va però ricordato che rientra in questo lungo arco cronologico l'insediamento rinvenuto in località San Giovanni in Triario. Sebbene non siano mai stati effettuati scavi regolari, dall’analisi delle fotografie aeree sono stati identificati i limiti di un possibile insediamento terramaricolo, probabilmente delimitato da un fossato. Lo studio dei reperti ceramici e metallici raccolti durante le attività di ricognizione di superficie consente di attribuire l’occupazione del villaggio tra il XIV e il XII sec. a.C., all’interno del periodo convenzionalmente denominato Età del Bronzo.