Nel settembre 2011, durante i lavori per la posa in opera dei tubi del
teleriscaldamento lungo via Cavour, nel centro urbano di Imola (BO), sono venuti
in luce alcuni resti strutturali e pavimentali di un’antica domus.
Le indagini archeologiche, commissionate da Hera e condotte sul campo
dall’archeologo Xabier Gonzalez Muro, sono eseguite sotto la direzione
scientifica della dott.ssa Monica Miari, Funzionaria Archeologa della
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
Le strutture sono state rinvenute a ridosso del confine ovest del quadrante
nordoccidentale della antica città romana di Forum Cornelii, a una profondità di
m. 1,40 dal piano di calpestio.
Si tratta dei resti di un pavimento in opera musiva e di un piano di
preparazione in cocciopesto di un altro ambiente, entrambi appartenenti al
complesso architettonico cittadino di un’antica domus romana. All'interno
della trincea scavata per la posa in opera dei servizi Hera, il lacerto
pavimentale in opera musiva (eseguito in tessere bianche e nere) è stato portato
alla luce per una larghezza di cm. 60 e una lunghezza di m. 2,80
Veduta zenitale del tratto di pavimento musivo rinvenuto in via Cavour a Imola
Il pavimento presenta una composizione molto elaborata, costituita da una
sequenza alterna di trecce frammiste a losanghe e strisce bianche e nere in
alternanza ad altre disposte cromaticamente a scacchiera e associate a elementi
geometrici parallelepipedi.
L’opus tesselatum rinvenuto può essere ascrivibile
cronologicamente tra la fine del II e gli inizi del III sec. d.C.
Il pavimento risulta obliterato trasversalmente da alcune fondazioni murarie
appartenenti ad un edificio presumibilmente tardorinascimentale che durante la
sua costruzione ha intaccato i livelli di frequentazione dell’antica domus
romana.
Senza dubbio il mosaico si sviluppa ancora (presumibilmente con più ampia
spazialità) verso il centro dell’attuale via Cavour.
Il pavimento risulta associato verso est a un'altro ambiente della domus,
da cui è diviso da una fondazione in ciottoli e frammenti laterizi riconducibile
ad un paramento murario che in origine divideva entrambi gli ambienti.
In origine, l’ambiente ubicato sul lato
est di quanto messo in luce era probabilmente pavimentato in opus
sectile, come lasciano intuire le impronte regolari lasciate dalle
crustae lapidee sul piano di posa e dalle quali, a tratti, è possibile
stabilire le forme e dimensioni dei frammenti lapidei che conformavano la
geometrica trama decorativa.
In quest'ottica risulta interessante il rinvenimento di alcuni frammenti lapidei
lavorati e sagomati a linee regolari in porfido e marmo bianco cipollino sugli
strati di copertura immediatamente sovrastanti il piano di preparazione in
cocciopesto