Da venerdì 22 a domenica 24 giugno 2012 torna a Rimini il Festival del Mondo Antico
Hospes/hostis.
I volti dell'ospite
Nell'ambito del Festival del Mondo Antico l'archeologia propone 6 incontri e una mostra fotografica
Museo della Città
Via Luigi Tonini, 1
Tel. 0541.793851
programma dettagliato su http://antico.comune.rimini.it
Da 14 anni, il Festiva del Mondo Antico di Rimini costituisce un appuntamento
interamente dedicato alla fruizione critica dell’antichità in tutte le sue
espressioni storiche, artistiche, letterarie, filosofiche, scientifiche,
politiche, religiose, ludiche, etc. e dei suoi valori o suggestioni latenti
nelle espressioni del contemporaneo.
Quest'anno gli organizzatori del Festival hanno scelto di coinvolgere il
pubblico intorno al grande tema dell’ospitalità, materia che non solo identifica
Rimini nel mondo e in tutta la sua storia, ma che è anche valore basilare del
vivere, dal mondo omerico ad oggi. Un’ospitalità che si specchia nei suoi
diversi aspetti, nelle accezioni che accompagnano il rapporto con lo
“straniero”, ora visto come amico (hospes), ora come nemico (hostis),
in un confronto dialettico fondamentale per la consapevolezza della propria
identità.
L'archeologia dà un contributo specifico all'argomento con sei interessanti
incontri (tre nella sezione Approfondimenti e tre in Archeologi in missione) e
una mostra, tutti in programma al Museo della Città di Rimini, in via Luigi
Tonini 1.
La sezione "Approfondimenti" è aperta il 22 giugno dal Soprintendente per
i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, che illustra
come presso Celti e Liguri l'offerta di cibo e bevande fosse alla base
dell'ospitalità cisalpina fin dalla protostoria.
Il 23 giugno, Daniela Scagliarini Corlaita conduce alla scoperta della villa
romana, luogo dell'ospitalità per eccellenza dove il dominus, libero dai
vincoli della vita urbana, organizzava incontri, stipulava accordi, riuniva
intellettuali.
Nel pomeriggio Jacopo Ortalli tratta il tema dell'archeologia dello straniero,
un excursus da cui trapela (ovviamente nei momenti di pace) una realtà di
integrazione e libertà di movimento dello straniero, barbaro o nemico che fosse,
per tanti versi invidiabile ancora oggi.
I tre incontri con gli "Archeologi in missione" invitano a riflettere su
come il patrimonio culturale possa costituire fattore di sviluppo e opportunità
di educazione, accoglienza, crescita economica e turistica.
Enzo Lippolis (22 giugno) racconta gli scavi della Missione Italiana a Gortina
(nell’isola di Creta) una delle più importanti città del mondo antico, fulcro
delle vicende cretesi e mediterranee per oltre due millenni, dal XIII sec. a.C.
sino alla conquista araba dei primi decenni del IX sec. d.C.
Caterina Greco (23 giugno) illustra le iniziative di valorizzazione nella
colonia greca di Selinunte, straordinario patrimonio archeologico, urbanistico e
monumentale, scoperto nel Settecento dai viaggiatori del Grand Tour e
'riscoperto' oggi dal turismo culturale di massa.
Mario Luni (24 giugno) traccia il bilancio di un secolo di scavi, restauri e
scoperte in Libia, soprattutto a Cirene, l'Atene d'Africa dove sono venuti in
luce monumenti dell'Agorà, i templi dorici di Zeus e di Demetra, e statue e
materiali di età greca e romana.
Venerdì 22 giugno, infine, inaugurazione della mostra fotografica intitolata al
"Mestiere dell'archeologo", 40 immagini del fotografo Pierre Buch che raccontano
una professionalità tutt'altro che scontata, fatta di studi e scavi, analisi e
conservazione. Realizzata nei cantieri di scavo di molti paesi europei,
l'esposizione rimane aperta fino al 1 luglio
Rovine della Gortyna romana antica
venerdì 22 giugno, ore 11.30
Rimini, Museo della Città, Sala del Cenacolo
“Approfondimenti”
OSPITALITÀ PROTOSTORICA CISALPINA: IL BANCHETTO E LE BEVANDE PRESSO CELTI
E LIGURI
Filippo Maria Gambari
Filippo Maria Gambari ripercorre le origini della cultura del vino
risalendo alla tradizione protostorica della birra celto-ligure. Ai Celti e ai
Liguri infatti la tradizione greca e romana attribuisce, con una punta di
ironia, la caratteristica di produrre l'ebbrezza dall'acqua, alludendo alla
gradazione alcolica raggiunta dalle birre "barbariche" europee, una sorta di
"vino d'orzo”. Tradizione confermata dai dati archeologici che testimoniano come
in Europa occidentale, fin dall'età del Bronzo, si sia attuato un progressivo
miglioramento delle tecniche di produzione e di invecchiamento della birra, fino
a raggiungere qualità e gradazione alcoolica maggiori rispetto alla miscela
annacquata di vino tipica dei banchetti mediterranei.
venerdì 22 giugno, ore 16.30
Rimini, Museo della Città, Sala del Cenacolo
"Archeologi in missione"
GLI SCAVI DELLA MISSIONE ITALIANA A GORTINA (CRETA)
Enzo Lippolis
Nell’isola di Creta, al centro della fertile pianura della Messarà e ai
piedi del massiccio del monte Ida, nella parte meridionale dell’isola, si
sviluppa una delle più importanti città del mondo antico.
Dal XIII sec. a.C. sino alla conquista araba dei primi decenni del IX sec. d.C.
questa comunità svolge un ruolo centrale nelle vicende cretesi e mediterranee.
Con l’occupazione romana e l’inclusione dell’Egeo meridionale all’interno
dell’impero, Gortina diventa la capitale della provincia di Creta e Cirene,
restando in seguito, anche in età bizantina, il centro politico e amministrativo
della regione. Gli scavi italiani, iniziati sin dalla fine dell’800 grazie a F.
Halbherr, quando Creta era compresa nell’impero ottomano, hanno permesso di
riscoprire la città e di contribuire al processo culturale di recupero
dell’identità greca. La missione dell’Università di Roma "La Sapienza", a
partire dal 2003 e in prosecuzione con la tradizione di studi precedente,
affronta il problema delle trasformazioni e dell’esame del sistema funzionale di
una struttura urbana, per capire come vive e come resiste nel tempo una città,
lavorando su un caso di studio esemplare.
Introduce Mario Luni
sabato 23 giugno, ore 11.30
Rimini, Museo della Città, Sala del Giudizio
“Approfondimenti”
L’OSPITALITÀ IN VILLA NELLA CULTURA ROMANA
Daniela Scagliarini Corlaita
Daniela Scagliarini Corlaita conduce alla scoperta della villa, il luogo
elettivo dell’ospitalità. Qui, libero dai doveri e dai controlli della vita
urbana, il dominus poteva ospitare solo coloro che per affinità o per
opportunità voleva avere come “amici”. Nelle ville romane si svolgevano incontri
politici, accordi economici, cenacoli intellettuali: “studioli” riservati, sale
per il ricevimento e il banchetto, terme, ginnasi privati, meravigliose
collezioni d’arte fornirono le ambientazioni per gli eventi dell’ospitalità. E
dal II sec. d.C. i mosaici raccontano il nuovo rito dell’ospitalità: la caccia
nelle grandi proprietà terriere, che univa il dominus e gli hospites esaltando i
valori dell’amicizia e del coraggio.
sabato 23 giugno, ore 16.30
Rimini, Museo della Città, Sala del Cenacolo
"Archeologi in missione"
I TEMPLI GRECI DI SELINUNTE. RISCOPERTA E TUTELA
Caterina Greco
Nel 2010 l'istituzione del Parco Archeologico di Selinunte e Cave di
Cusa, conseguente alla riorganizzazione dell'Amministrazione siciliana nel
settore dei Beni Culturali e Ambientali, ha impresso un rinnovato impulso alle
iniziative di valorizzazione, restauro e ricerca scientifica svolte nella
colonia greca di Selinunte, l'area archeologica demaniale più vasta della
Sicilia dopo la Valle dei Templi di Agrigento. Con il suo ingente patrimonio
monumentale, suddiviso tra le varie zone della città antica (acropoli, collina
orientale, santuari occidentali lungo il fiume Selìnos), Selinunte offre un
campo d'azione privilegiato, in particolare per l'urbanistica e per
l'architettura templare di tipo dorico, scoperta per la prima volta nel '700 dai
viaggiatori del Grand Tour e 'riscoperta' oggi dal turismo culturale di massa.
Introduce Mario Luni
sabato 23 giugno, ore 18.30
Rimini, Museo della Città, Sala del Giudizio
“Approfondimenti”
ARCHEOLOGIA DELLO STRANIERO: MOBILITÀ, ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE
NELL’EMILIA ANTICA
Jacopo Ortalli
Spesso le fonti antiche descrivono il rapporto con lo straniero, il
barbaro, il nemico, in termini di contrapposizione se non di violenta
conflittualità. Jacopo Ortalli documenta che la realtà quotidiana, lontana dalle
fasi critiche di guerre, invasioni e conquiste, poteva tuttavia essere molto
differente. Numerosi sono gli indizi archeologici da cui traspare la grande
mobilità di persone libere di affiancarsi, e spesso di integrarsi, a comunità
lontane geograficamente e diverse culturalmente. Si tratta di un fenomeno
sociale diffuso e ricorrente in tutto il mondo classico, che trova conferma
anche nella documentazione raccolta in ambito regionale e nello stesso
territorio riminese.
domenica 24 giugno, ore 16.30
Rimini, Museo della Città, Sala del Cenacolo
"Archeologi in missione"
CENTO ANNI DI SCAVI ITALIANI A CIRENE (LIBIA)
Mario Luni
La riscoperta delle antiche città della Libia da parte di archeogi
italiani è avvenuta dal 1912 al 1942 e in seguito dal 1957 a oggi, con ampi
interventi a Leptis Magna, Sabratha, Tripoli e in Cirenaica.
Si traccerà un bilancio di un secolo di scavi, restauri e scoperte in Libia in
relazione a centri di grande monumentalità, specie a Cirene (Atene d'Africa),
dove l'Università di Urbino da più di mezzo secolo ha messo in luce monumenti
dell'Agorà e i templi dorici di Zeus e di Demetra, nonché statue e materiali di
età greca e romana.
Introduce Valeria Cicala
venerdì 22 giugno, alle ore 12.00
Rimini, Museo della Città
“Le mostre”
MESTIERE DELL’ARCHEOLOGO
Inaugurazione dell’esposizione che rimarrà aperta fino al 1° luglio.
La mostra fotografica propone 40 immagini del fotografo Pierre Buch che
raccontano il mestiere dell’archeologo oggi. Promossa dal Servizio Musei dell'IBC
insieme agli Enti Locali e ai Musei affidatari del patrimonio, con la
collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
e di alcuni Atenei non solo regionali, l’esposizione è una delle attività
realizzate per il progetto europeo ACE Archaeology in contemporary Europe -
Professional Practices and Public Outreach, finanziato all’interno del programma
europeo Culture 2007-2013.
Strutturata in sezioni tematiche (scavare – registrare – analizzare – conservare
– raccontare), l’esposizione è frutto di numerose missioni coordinate dai vari
partners nei diversi paesi europei.
La mostra è arricchita da una sezione dedicata ai progetti di cantieri-scuola
rivolti a studenti e specializzandi in archeologia e realizzati dall’IBC con
Musei, Soprintendenze e Università: una formula operativa in collaborazione che
permette ai giovani di avvicinarsi alla gestione del patrimonio archeologico
all’interno degli spazi museali, e di vivere una preziosa esperienza formativa.